Disprassia a scuola: sintomi, esercizi, si guarisce?

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medicina Chirurgia Estetica Benessere Dietologia Sessuologia Ecografie La sigaretta elettronica vietata ai minori e bandita dalle scuoleCon “disprassia” si indica un disturbo della coordinazione motoria che comporta difficoltà di compiere gesti coordinati e diretti ad un determinato fine e – spesso – anche problemi nel linguaggio. La disprassia appartiene al gruppo dei Disturbi Evolutivi Specifici (DSE) e nei paesi anglosassoni viene inclusa nel sottogruppo dei disturbi specifici di apprendimento (DSA), assieme ad altri disturbi come dislessia, discalculia, disgrafia, disortografia e al disturbo specifico della compitazione, che possono essere presenti nel disprassico. La disprassia può interessare sia i bambini che gli adulti. La dispressia che interessa l’età pediatrica (disprassia evolutiva) diviene particolarmente evidente nella seconda parte delle scuole primarie (elementari), tra i 7 ed i 10 anni. La disprassia è un disturbo complesso con complicazioni che possono riguardare il campo motorio, quello cognitivo o entrambi contemporaneamente.

Etimologia

Il termine deriva dal verbo greco πράσσω che significa “fare” preceduto dal prefisso “dis” (privativo o peggiorativo) col significato di “fare male” o “non fare” a ricordare proprio l’incapacità del disprassico di compiere efficacemente alcune azioni.

Cause e fattori di rischio

La disprassia può essere di due tipi principali:

  • primaria: associata ad un ritardo del normale sviluppo neurologico.
  • secondaria o acquisita: determinata da un danno cerebrale causato da varie cause, come un trauma cranico, una emorragia, un tumore.

Le cause specifiche non sempre riescono ad essere determinate con certezza. La disprassia può in alcuni casi essere attribuita a mutazioni a carico del gene FOXP2. Fattore di rischio noto per la disprassia è la familiarità (parenti prossimi con disprassia). Altri possibili fattori di rischio sono la sofferenza fetale, la nascita prematura e lo scarso peso alla nascita.

Sintomi e segni

Il soggetto ha difficoltà più o meno gravi ad eseguire movimenti fini e complessi, come allacciarsi le scarpe. Gli individui disprassici trovano difficoltà a mettere in ordine le varie fasi di un racconto e a trovare i termini adatti, poiché perdono facilmente memoria dei passaggi che regolano linguaggio e comprensione. I bambini con disprassia hanno problemi di organizzazione spazio-temporale e difficoltà nel compiere movimenti consequenziali, come può essere ad esempio indossare con ordine cronologico gli abiti a partire dalla biancheria intima fino ai vestiti “esterni”. Altre volte il paziente presenta problemi di manualità fine, evidente durante l’infanzia nell’apprendimento di una corretta grafia, oppure complicanze che riguardano il movimento oculare (disprassia oculare), come la difficoltà a seguire le righe del quaderno e a leggere (disprassia verbale) riproducendo la sequenza scritta col movimento del corpo. Nel paziente è anche spesso diminuita la sensibilità tattile e, ad occhi chiusi, hanno grandi difficoltà ad identificare un oggetto solo toccandolo.

I disturbi tipici a 5 anni sono:

  • Lentezza motoria (a volte alternata a precipitazione);
  • Lentezza/difficoltà nell’inseguimento percettivo (di figure o oggetti che si muovono,
    oppure di oggetti fermi mentre si muove l’osservatore);
  • Difficoltà nell’orientamento temporale (prima-dopo, prima di-dopo di, ieri-oggi-domani;
  • Maldestrezza, scoordinamenti;
  • Disordini nelle prassie fini;
  • Disordini nelle prassie bimanuali (lavarsi, vestirsi, allacciare, prendere al volo);
  • Esitazioni o precipitazioni nella discesa delle scale e nell’attraversare la strada
    sequenze temporali);
  • Disordini linguistici;
  • Difficoltà nella memoria ordinata (memoria d’ordine o memoria sequenziale)
  • Difficoltà nell’inseguimento percettivo di messaggi verbali, ad esempio si perde nei messaggi lunghi (smarrimento cognitivo);
  • Lentezza nell’adeguarsi ai cambi di attività, giochi, ambienti;
  • Tendenza a stancarsi o ad eccitarsi nelle situazioni di confusione, di gruppo, di
    iperstimolazione.

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Diagnosi

Il bambino disprassico è difficilmente diagnosticabile in tenera età perché quasi sempre si tende a considerare solo il suo disturbo linguistico. Importante è una tempestiva diagnosi da parte del neuropsichiatra sotto indicazione dei genitori e/o degli insegnanti, che tendono a notare:

  • disturbi del linguaggio;
  • difficoltà nel memorizzare filastrocche;
  • difficoltà nella manualità fine;
  • goffagine in alcuni movimenti come nel vestirsi o nell’allacciarsi le scarpe;
  • inadeguatezza nel riconoscere destra/sinistra.

La diagnosi precoce non viene quasi mai effettuata poiché il problema viene – nelle prime fasi – spesso sottostimato. Il processo diagnostico viene effettuato attraverso test standardizzati specifici che possano restituire una diagnosi attendibile.

Terapia, esercizi e guarigione

Allo stato attuale della ricerca non esiste una terapia specifica in grado di risolvere del tutto il problema, anche se una adeguata e precoce terapia logopedista, occupazionale e psicomotricista è in grado di fornire al bambino una vita del tutto normale ed equiparabile a quella dei suoi coetanei. Generalmente, gli esercizi di coordinazione motoria che il terapista propone al bambino contemplano l’utilizzo di tutti i distretti muscolo-scheletrici (cranio, tronco, arti superiori e inferiori) al fine di individuare con precisione le aree di intervento terapeutico. Affinché il bambino reintegri gli schemi di movimentonella vita quotidiana, sono considerati particolarmente efficaci alcuni esercizi e pratiche di gioco.
Ideali per migliorare sia la coordinazione che il senso dell’equilibrio, i giochi con la palla sono innumerevoli, versatili e adatti a ogni fase dell’infanzia. Oltre ad affinare le capacità oculari e manuali, l’esercizio del lancio e quello della presa consentono di perfezionare sia la mira che la rapidità del movimento; i giochi di squadra, poi, insegnano a misurare l’intensità attraverso il rispetto degli spazi e dei tempi e a bilanciare le azioni fisiche in base al proprio ruolo.
Tra le varie funzioni della musicoterapia, sono noti i suoi effetti positivi sui disturbi psicomotori. Oltre a favorire la partecipazione, attività come i balli di gruppo e il karaoke sono infatti particolarmente indicate per il trattamento dei problemi di coordinazione gestuale e vocale, favorendo l’auto-percezione fisica e la capacità espressiva. Aiuto fondamentale nei casi di disprassia, le costruzioni sono un modo creativo e istruttivo per stimolare la coordinazione occhio-mano. Alle prese con miniature, mattoncini e materiali auto-modellanti, i bambini imparano ad associare azioni e movimenti alle forme e agli spazi, con in più l’opportunità di migliorare la capacità di affrontare piccoli ostacoli affinando le tecniche manuali.
Considerando le difficoltà a livello manuale (e psicologico!) che devono affrontare i bambini con disprassia, è importante che il genitore non lo mortifichi per i suoi errori, specie di fronte agli altri bambini, e che non lo corregga e lo freni ripetutamente mentre esegue abilità diverse. E’ utile per il piccolo paziente praticare una serie di esercizi motori a partire dal gioco. A tal proposito vi consigliamo giochi come infilare le perline, creare oggetti con le costruzioni tipo Lego, oppure ideare strutture con Geoville di Quercetti come questa:

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