La gravidanza extrauterina (da cui l’acronimo GEU) indica quel fenomeno per cui la gravidanza si instaura all’esterno dell’utero, organo predisposto naturalmente ad accoglierla. È una delle complicazioni più gravi della gestazione e colpisce circa l’1% delle gestanti. L’embrione può andare ad instaurarsi in diverse zone extrauterine: nella quasi totalità dei casi nelle tube di Falloppio (con una preferenza per la tuba di destra), ma può accadere che si fermi nella cervice, nelle ovaie o addirittura nella cavità addominale. In realtà, tutte le gravidanze, nella loro fase iniziale, possono considerarsi extrauterine, perché l’ovulo fecondato dovrà passare nelle tube per depositarsi nell’utero. Qualora questo percorso venga interrotto, si parla di gravidanza ectopica.
Quanto è diffusa e quali sono i fattori di rischio?
La frequenza globale delle gravidanze ectopiche varia da 1/80 a 1/2000 gravidanze, in relazione alle diverse popolazioni osservate: il rischio di insorgenza è infatti maggiore in una popolazione di età maggiormente avanzata, o in una popolazione di nullipare con anamnesi di poliabortività.
Classificazione in base alla sede
A seconda della sede di annidamento dell’uovo fecondato, la gravidanza extrauterina viene definita:
- tubarica (che è a sua volta distinguibile in interstiziale, istmica, ampollare e fimbrica, in base alla porzione della tuba in cui si ha l’annidamento dell’embrione). La gravidanza tubarica ampollare è la più frequente gravidanza extrauterina, circa il 90% dei casi);
- tubo-ovarica;
- ovarica;
- addominale: in questo caso l’impianto dell’embrione avviene nella cavità peritoneale o a livello degli organi addominali. L’impianto è definito primitivo (se si realizza in queste sedi fin dall’inizio) o secondario (se l’impianto addominale avviene solo successivamente, dopo che l’embrione si sia staccato da un precedente impianto tubarico o ovarico). È l’evenienza più rara. Al contrario di altri tipi di gravidanze ectopiche, quella addominale ha probabilità di riuscita molto più alta.
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Cause della gravidanza extrauterina
Le cause più frequenti che provocano una gravidanza extrauterina sono infiammazioni, infezioni, trattamenti per l’infertilità, endometriosi ed età della futura mamma: più si è in là con gli anni, più si corre il rischio di sviluppare una gravidanza extrauterina. Inoltre, essere primipare aiuta, perché le gravidanze ectopiche sono più frequenti nelle donne che hanno già partorito e che presentano quindi delle modificazioni nella struttura anatomica delle tube. È possibile, inoltre, che in seguito alla comparsa di una gravidanza extrauterina, la probabilità che essa si manifesti di nuovo nella gravidanza successiva è alta, ma ricordiamo comunque che la fertilità della donna non è assolutamente messa in discussione, come si credeva nel passato.
Sintomi e diagnosi della gravidanza extrauterina
Dolori localizzati, emorragie e bassi livelli dell’ormone Beta Hcg sono elementi diagnostici. Accorgersi tempestivamente di una gravidanza ectopica non è semplice, in quanto nella fase immediatamente successiva alla fecondazione dell’ovulo non ci sono segnali che lascino intendere la comparsa della GEU; solo attraverso un’ecografia transvaginale e transaddominale è possibile diagnosticarla già dal primo mese di gestazione. Infatti, attraverso questo esame, è possibile analizzare l’aspetto dell’utero: questo risulterà pronto ad accogliere l’embrione ma in realtà risulterà vuoto, chiaro segnale d’allarme. Anche attraverso i livelli del Beta Hcg il medico può intuire che ci sia una gravidanza extrauterina in corso: questo ormone subisce un notevole incremento durante la gestazione e se si pensa di essere incinta ma il Beta Hcg è basso, si ha a che fare con una gravidanza ectopica.
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Terapie
Una gravidanza extrauterina può risolversi da sola: l’ovulo fecondato può arrivare autonomamente nell’utero anche dopo essersi arrestato per qualche tempo nelle tube o in un altro luogo. Se così non fosse, è necessario intervenire con farmaci (il methotrexate, ad esempio, impedisce l’ulteriore crescita delle cellule) o abortire chirurgicamente, tramite ablazione, laparotomia o laparoscopia. In questi ultimi casi l’intervento tempestivo è necessario in quanto la gestante, dopo un primo periodo gestatorio sereno, può accusare delle forti emorragie (causate dalla vera e propria rottura della tuba). Nei casi più seri, l’intervento consiste nell’asportazione della tuba in cui si è instaurata la gravidanza: ciò avviene solo se questa è recidivante o se l’embrione è arrivato a dimensioni troppo grandi.
In ogni caso, non c’è un metodo o una tecnica medica capace di prevedere la comparsa di una gravidanza extrauterina: un’accurata diagnosi può venire in aiuto e ricordati che solo il tuo medico può consigliarti la strada più adatta per risolvere il tuo caso.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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