Questi ultimi giorni ci hanno offerto un nuovo scontro a metà strada tra “politica” e “scienza”. A contrapporsi a distanza sono state Elena Cattaneo, neo senatrice a vita e scienziata esperta di staminali, versus Michela Vittoria Brambilla politico appartenente al Pdl (anzi ora dovrei dire “a Forza Italia”) e presidente fondatrice della LEga Italiana per la Difesa degli Animali (LEIDA).
La senatrice a vita ha risposto così agli animalisti che oggi hanno organizzato a Roma il convegno “Fermiamo la vivisezione”: «Chi afferma che oggi esistano metodi alternativi in grado di sostituire completamente la sperimentazione animale nella ricerca biomedica dice il falso. E questo è particolarmente grave se a farlo sono persone delle istituzioni».
All’incontro è intervenuta anche l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, annunciando la presentazione di una legge per l’abolizione della sperimentazione animale. La Cattaneo ha aggiunto «Metodi che non comportino l’utilizzo di animali, come simulazioni al computer o test su cellule, sono in uso da anni e ci hanno sicuramente permesso di ridurre il numero di animali utilizzati. E grazie all’avanzamento tecnologico saremo sempre più in grado di ridurre questi numeri, come raccomanda anche l’Unione europea. Ma oggi, se vogliamo continuare a capire perché ci ammaliamo e come possiamo curarci non possiamo rinunciare del tutto alla sperimentazione animale: dobbiamo mettercelo in testa e pensarlo ogni volta che prendiamo un farmaco, che ci sottoponiamo a un intervento chirurgico e anche quando portiamo il nostro cane dal veterinario».
Dice la scienziata che «…è il buon senso, prima delle competenze tecniche, a dirci che una cellula singola non è un organismo intero, così come una simulazione non può ancora essere così sofisticata da prevedere tutte le possibili variabili con cui un organismo può reagire a un trattamento. Se si potesse davvero rinunciare alla sperimentazione animale tutti – dai ricercatori, alle istituzioni, alle case farmaceutiche – sarebbero disposti a farlo, per ragioni non solo etiche ma anche semplicemente economiche. Trovo intellettualmente disonesto verso i cittadini, in particolare verso tutti i malati, continuare a diffondere questi messaggi privi di fondamento, forti di campagne mediatiche fuorvianti, che stanno minacciando pesantemente il futuro della ricerca biomedica e quindi della nostra salute».
Disonesto è chi diffonde queste menzogne mirando ai voti di quanti amano gli animali senza se e senza ma, spesso sorvolando su ovvietà evidenti, come quella per la quale se certe sostanze non fossero testate sugli animali, finirebbero inevitabilmente per essere testate sugli umani. Fuorviante è anche il focus sulla vivisezione, pratica ormai bandita che c’entra veramente poco con la sperimentazione scientifica odierna, ma si sa, ai politici piace cavalcare i temi caldi e usare gli “argomenti” che fanno presa sul target di riferimento, il resto sono dettagli.
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