I nove cibi che possiamo mangiare dopo la data di scadenza

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO FRIGORIFERO CUCINA CIBO DIETA DIMAGRIRE PRODOTTI SPESA SUPERMERCATOQuanti di voi si sono ritrovati almeno una volta con l’amletico dubbio di gettare un cibo una volta superata la data di scadenza? A me molte volte. Spesso decidiamo di buttarli, pensando che è  “meglio non rischiare”. Ma non dovrebbe essere sempre così, alcuni cibi possono essere consumati anche dopo la fatidica data! Per prima cosa facciamoci una domanda:

Cos’è la data di “scadenza”?

La data di scadenza è la data fino alla quale un alimento è igienicamente idoneo al consumo, se mantenuto nelle corrette condizioni di conservazione. Essa viene riportata obbligatoriamente sugli imballaggi alimentari dei prodotti preconfezionati rapidamente deperibili (latte e prodotti lattieri freschi, formaggi freschi, pasta fresca, carni fresche, prodotti della pesca e dell’acquacoltura freschi) con la dicitura “da consumarsi entro” seguita dal luogo sulla confezione dove la data viene stampigliata. La data deve riportare, nell’ordine, il giorno, il mese ed eventualmente l’anno. Sulla confezione devono essere inoltre riportate le condizioni di conservazione ed eventualmente la temperatura in funzione della quale è stato determinato il periodo di validità.

Cosa succede dopo la data di scadenza?

Superata la data di scadenza, l’alimento può costituire un pericolo per la salute a causa della proliferazione batterica. Per legge è vietata la vendita dei prodotti che riportano la data di scadenza a partire dal giorno successivo a quello indicato sulla confezione.

Il termine minimo di conservazione: “Da consumarsi preferibilmente entro…”

Sui prodotti non rapidamente deperibili la data di scadenza è sostituita dal termine minimo di conservazione, espresso dalla dicitura “da consumarsi preferibilmente entro (data)”, che rappresenta la data fino alla quale un alimento conserva le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione.
La data di scadenza differisce dal termine minimo di conservazione o TMC, ( “da consumarsi preferibilmente entro” o “best before”) che rappresenta il termine temporale entro il quale il prodotto alimentare conserva le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione. Superato il TMC è ancora possibile consumare il prodotto (non c’è alcun divieto).
Il TMC dunque, è da riferire unicamente alle caratteristiche organolettiche e di gradimento del prodotto piuttosto che alla sicurezza. Più ci si allontana dalla data di superamento del TMC più vengono meno i requisiti della qualità del prodotto senza dunque che venga intaccata quello della sicurezza.
Il termine minimo di conservazione non è obbligatorio per la frutta e la verdura fresche (a meno che non siano sbucciate o tagliate), il vino e l’aceto, il sale e lo zucchero allo stato solido, i prodotti da forno come pane e focaccia, prodotti di pasticceria freschi, bevande alcoliche con percentuale di alcol superiore al 10%, gomme da masticare e prodotti simili.

I cibi scaduti ma ancora decisamente commestibili: come riconoscerli?

Come riportato dal Daily Mail nell’articolo scritto da Rose Prince (giornalista esperta di alimentazione), esistono cibi che si conservano ben più a lungo della loro data scritta sulla confezione. Ovviamente però dobbiamo imparare dei sistemi per capire se siano commestibili. Come fare? Uno dei criteri più importanti è senza dubbio l’odore: se il prodotto scaduto emana un odore sgradevole, probabilmente è meglio evitarlo! Inoltre importante osservare variazioni di colore e di consistenza importanti rispetto all’alimento non scaduto.
Ecco nove alimenti che possono essere mangiati anche dopo la data di scadenza ed i trucchi per riconoscere la loro commestibilità:

1 – Pomodori: migliorano col tempo e diventano più dolci: anche se l’interno è più scuro, vanno bene lo stesso. Non si possono più mangiare quando l’interno diventa eccessivamente acquoso, presenta muffe o emana un’odore simile all’ alcool.

2 – Filetti pesce: i filetti di pesce crudo come il merluzzo, o il salmone, rimangono commestibili fino a 4 settimane dopo, purché siano mantenuti in frigo sotto i 5 gradi. Il pesce bianco deve apparire trasparente con la pelle lucida e non emanare nessun odore.

3 – Carne: la carne deve rimanere elastica quando viene premuta. Se lascia un rientro dopo essere stata premuta o emana un’odore simile al sapone o di ammoniaca, è da buttare. Può durare fino a 5 settimane, ma attenzione all’odore: se è andata a male, lo saprete annusandola.

4- Gelato: anche se conservato in freezer, ha una breve durata, questo perché ha un alto contenuto di grassi, come la panna, che si deteriorano velocemente. Perderà il suo gusto entro tre mesi. Se si scurisce o si inacidisce, è da gettare subito.

5- Salsicce o carni macinate: non si può rischiare con le carni lavorate, sono esposte più delle altre ai batteri. Non devono essere mangiate neanche il giorno dopo della data di scadenza. E se anche prima della data si presentassero appiccicose, invece di lucide e lisce, o avessero una tonalità più scura, non mangiatele.

6 – Uova: il test è semplice. Mettete l’uovo in un bicchiere d’acqua: se galleggia è da buttare (vuol dire che al suo interno è penetrata aria a sufficienza per creare il deterioramento). Se affonda, si può mangiare.

7- Yogurt: si possono mangiare anche due mesi dopo la data di scadenza. Buttatelo solo se notate sulla superficie delle macchie sia di muffa ma anche colorate.

8 – Spezie e farina: possono durare per più di sei mesi dopo la data di scadenza. Attenzione però agli “acari della farina”, il cui trattamento per prevenirli è specificato sulla confezione.

9 – Pollo: si deteriora velocemente. Prima di annusarlo, passatelo sotto l’acqua fredda ( a volte l’odore è dovuto alla confezione). Comunque mai rischiare di mangiarlo due/tre giorni dopo la data segnalata sulla confezione.

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