Carcinoma dell’ovaio: cause, sintomi, diagnosi, cure e prognosi

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO CARCINOMA OVARICO TUMORE MALIGNO OVAIO MORTALITA PROGNOSI UTERO DONNA CHIRURGIALe ovaie sono due organi delle dimensioni di circa tre centimetri (ma con variazioni rispetto all’età) situati una a destra e una a sinistra all’utero a cui sono connessi dalle tube. Le loro funzioni sono due: produrre gli ormoni sessuali femminili e gli ovociti, cellule riproduttive femminili.
Ogni mese, quando la donna è fertile e non in stato di gravidanza, le ovaie producono un ovocita che si muove verso l’utero per essere fecondato. Con carcinoma dell’ovaio o carcinoma ovarico si intende un tumore che nasce dalle cellule delle ovaie, il più delle volte a partenza dalle cellule epiteliali (ovvero non da quelle che producono gli ovuli). Anche le cellule germinali possono però essere all’origine di una forma tumorale.

Epidemiologia

Il carcinoma ovarico è la seconda forma più comune di tumore ginecologico ed il sesto più diffuso cancro femminile.

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Cause e fattori di rischio

Le cause di un carcinoma dell’ovaio non sono state ancora comprese a fondo, tuttavia sono noti diversi fattori di rischio, che aumentano il rischio di soffrirne. I fattori di rischio più importanti del carcinoma dell’ovaio sono l’età (è più frequente dopo la menopausa) e la familiarità in quanto il carcinoma dell’ovaio ha un’incidenza aumentata: nella sindrome di Lynch e nelle donne portatrici della mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2. Altro fattore di rischio è l’etnia (èpiù frequente in Occidente). Altri possibili fattori di rischio o protettivi, ancora da studiare, potrebbero essere:

  • nulliparità;
  • infertilità;
  • endometriosi;
  • età giovanile o più di 80 anni;
  • più di tre gravidanze;
  • menarca tardivo;
  • contraccezione orale;
  • isterectomia.

La genetica gioca comunque uno dei ruoli più importanti nella patogenesi di questo tumore maligno. Secondo una stima del National Cancer Institute, una percentuale compresa tra il 7 e il 10% di tutti i casi di tumore dell’ovaio è il risultato di un’alterazione genetica ereditaria. L’esempio più importante è rappresentato da mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2 in cui può verificarsi la presenza contemporanea, o in tempi diversi, di carcinoma ovarico e carcinoma mammario. BRCA1 e BRCA2 sono geni distinti che mappano su due diversi cromosomi (rispettivamente 17q21 e 13q12.3). Tali geni sono considerati geni oncosoppressori, in quanto deputati al mantenimento della stabilità genomica e quindi al controllo della crescita cellulare. Le proteine BRCA1 e BRCA2 sono principalmente coinvolte nella riparazione delle rotture del doppio filamento del DNA (DSB) attraverso la ricombinazione omologa (HR). La carenza o la perdita della funzione di tali proteine, che può verificarsi a causa di mutazioni somatiche o a causa del silenziamento epigenetico, promuove l’utilizzo di metodi alternativi per la riparazione delle rotture a doppio filamento, quali la Non-Homologous End-Joining (NHEJ) e la Single-Strand Annealing (SSA). Tali procedure alternative innescano un alto grado di instabilità genomica che può portare alla formazione di trasformazioni maligne.

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Quali sono i sintomi del carcinoma dell’ovaio?

Purtroppo il tumore dell’ovaio non dà segni di sé fino a quando non ha raggiunto dimensioni notevoli e questo influenza pesantemente l’esito delle cure. Alcuni sintomi da non sottovalutare sono:

1. Frequente mal di schiena
Il mal di schiena può essere legato all’osteoporosi, all’artrite, a irregolarità scheletriche o a un’attività fisica svolta in modo sbagliato. Ma se non è così, se peggiora col tempo e la causa non è chiara, rivolgetevi al vostro medico perché è un sintomo comune tra le donne colpite da questo male.

2. Dolore al basso ventre
Male, pesantezza nella regione pelvica. Un disagio che si ripete quotidianamente e spesso può essere scambiato per gastrite.

3. Ciclo mestruale irregolare
Il tumore all’ovaio ha tra i fattori di rischio l’età. Infatti nella maggior parte dei casi viene identificata dopo l’ingresso in menopausa, tra i 50 e i 69 anni. Tuttavia in soggetti con familiarità (legata alla positività per i geni BRCA1 e 2) va eseguito uno screening ogni sei mesi a partire dall’età di 30-35 anni. Se notate un sanguinamento anomalo o un drastico cambiamento del vostro ciclo mestruale, fate degli accertamenti.

4. Stanchezza eccessiva
E’ solitamente accompagnata da nausea, dispnea (respirazione alterata), aumento o perdita dell’appetito. Non aspettate più di tre mesi per sottoporvi a un check up se notate qualcosa di anomalo.

5. Ti sazi facilmente
Si parla di sazietà precoce ed è facile confonderla con un disturbo di tipo digestivo.

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6. Dolori durante i rapporti sessuali
Dolore e pressione nella regione pelvica, necessità di urinare più urgentemente e frequentemente.

7. Nausea e vomito
Sono spesso accompagnati a costipazione, diarrea, gonfiore.

8. Pancia gonfia
Insieme al dolore addominale è uno dei sintomi più comuni. Lo stomaco può arrivare a gonfiarsi così tanto che la pancia sembra quasi quella di una donna incinta. Consultate il medico se questo gonfiore persiste per giorni o addirittura settimane.

9. Perdita di capelli
Sembrerà strano, ma anche questo può rappresentare un campanello d’allarme. Non è certamente tra i principali e più frequenti, ma non per questo va per questo sottovalutato.

10. Costipazione frequente
Oltre al dolore generale allo stomaco, altri sintomi correlati possono essere problemi digestivi, perdita dell’appetito, aumento di gas.

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Come si fa la diagnosi di carcinoma dell’ovaio?

Quelli che abbiamo appena visto sono sintomi piuttosto aspecifici, per fare una diagnosi precisa devono essere effettuati importanti esami come l’esame pelvico, la palpazione dell’addome, la TAC e lo studio ecografico.
Nella valutazione clinica sono importanti l’età della paziente, le dimensioni e la consistenza delle ovaie.
In età fertile l’ovaio normale misura 3,5 cm. In menopausa l’ovaio va incontro ad atrofia, esso misura 2 cm e in menopausa tardiva meno di 2 cm. Se quindi un ovaio palpabile in donna fertile è un ovaio normale, esso rappresenta un tumore dell’ovaio in una donna in post menopausa non necessariamente maligno ma sempre disfunzionale. Pertanto in età menopausale e post-menopausale la presenza di un ovaio palpabile è presuntivamente una neoplasia, così come in età fertile un ovaio di diametro superiore a 3,5 cm e di consistenza solida. In questi casi è necessario un accertamento più fine.

L’ecografia transvaginale è molto utile, talvolta combinata con il dosaggio del CA 125, un marcatore i cui valori possono però essere elevati in molte situazioni sia tumorali ginecologiche e non ginecologiche, sia in patologie non neoplastiche come epatopatie croniche, pancreatite. Questo marcatore è quindi piuttosto poco specifico ma acquista valore diagnostico se accostato agli altri esami.

Oltre all’ecografia, vengono utilizzate la TAC addome, il clisma opaco con bario e la risonanza magnetica con lo scopo di verificare la diffusione del tumore e la presenza di eventuali metastasi nel cavo addominale. In linea generale, come detto in precedenza, l’esame pelvico, la determinazione del livello del CA 125 e l’ecografia transvaginale offrono qualche possibilità di una diagnosi precoce del carcinoma ovarico, che però non dà sufficienti garanzie da essere esteso come screening su tutta la popolazione femminile. Questo approccio è consigliabile nel piccolo numero di soggetti con cancro dell’ovaio di tipo familiare (legato alla positività per i geni BRCA1 e 2) e va eseguito ogni sei mesi a partire dall’età di 30-35 anni.

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Stadiazione

In base agli strumenti usati per la diagnosi ed all’interpretazione dei risultati degli esami, si procede con la “stadiazione”, che indica in parole semplici, la gravità del tumore. In base allo “stadio” del tumore, si decidono le terapie e si può fare una ipotesi di prognosi.

La stadiazione del tumore ovarico può inquadrare il cancro in quattro stadi (da I a IV) utilizzando generalmente il sistema di stadiazione TNM, dove le lettere T, N e M (associate a numeri crescenti) indicano rispettivamente la dimensione del tumore (T), l’eventuale diffusione ai linfonodi (N) e la presenza di metastasi (M). L’insieme di queste tre informazioni, determina la stadiazione:

  • stadio I: tumore limitato alle ovaie (meno grave)
  • stadio II: tumore ad una o entrambe le ovaie con estensione pelvica
  • stadio III: tumore che interessa una o entrambe le ovaie con impianti peritoneali extrapelvici e/o metastasi ai linfonodi regionali
  • stadio IV: metastasi a distanza (più grave).

La presenza di metastasi a distanza è il fattore prognostico peggiore, cioè quello che indica le minori possibilità di cura e sopravvivenza del paziente.

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Trattamento

La rimozione chirurgica del tumore (per via laparoscopica, meno invasiva, o laparotomica, più invasiva) è il metodo usato più spesso per trattare il tumore dell’ovaio ed è curativo nel 70 per cento circa dei tumori in stadio iniziale. Il rischio di recidiva, e cioè che il tumore si ripresenti, è alto (circa 30 per cento). In alcuni casi, dopo la chirurgia, si usa chemioterapia adiuvante a base di carboplatino/paclitaxel. In alcuni casi la stessa combinazione di chemioterapia si usa PRIMA della chirurgia (terapia neo-adiuvante). Altre terapie sono quelle con bersaglio molecolare, come l’anticorpo monoclonale bevacizumab, che interferisce con la formazione di nuovi vasi sanguigni del tumore (angiogenesi) e gli inibitori di PARP (olaparib, niraparib e rucaparib). Gli inibitori di PARP come terapia di mantenimento risultano efficaci nei tumori con mutazione dei geni BRCA1 o BRCA2, ma sono efficaci anche in assenza di mutazione. La radioterapia non viene quasi mai impiegata, se non a scopo palliativo.

Prognosi

La prognosi è migliore nello stadio I e II. Poiché spesso la diagnosi è tardiva la prognosi è infausta anche se la sopravvivenza mediana è intorno ai due anni anche nelle donne con tumore allo stadio III e IV.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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