Ecco come funzionano i controlli antidoping: il caso Schwazer

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO PRELIEVO SANGUE LABORATORIO ANALISI DEL SANGUE ANEMIAShock nel mondo dell’atletica leggera italiana. In pieno fermento pre-Olimpiadi (i giochi cominceranno a Rio il 5 agosto prossimo), una bufera si è appena abbattuta, per la seconda volta, sul marciatore altoatesino Alex Schwazer. Stando a quanto ha riportato oggi La Gazzetta dello sport, infatti, lo sportivo – già squalificato per 3 anni e 9 mesi per la positività all’Epo riscontrata prima dei Giochi di Londra 2012 e da poco tornato ad allenarsi e gareggiare in vista delle Olimpiadi di Rio – sarebbe risultato nuovamente positivo a un controllo antidoping, effettuato a Vipiteno il primo gennaio scorso su disposizione della International Association of Athletic Federations (Iaaa), l’ente internazionale che si occupa di atletica leggera.

Continua la lettura su https://www.wired.it/scienza/medicina/2016/06/22/caso-schwazer-controlli-antidoping/

Leggi anche:

Come si svolgono i controlli
Appena l’atleta viene informato di essere stato selezionato per un controllo, questi viene identificato e affiancato, fino al termine dei prelievi dei campioni, da un funzionario del Nado incaricato di vigilare sulla condotta corretta (per evitare che, per esempio, l’atleta possa inquinare il campione, o sostituirlo, o ritardare troppo il prelievo).

I prelievi dei campioni di sangue e urina sono strettamente regolamentati in modo tale da non compromettere la sicurezzadell’atleta e, contemporaneamente, l’affidabilità dei test. Le modalità di prelievo del sangue, in particolare, sono descritte in estremo dettaglio: “Il Bco provvede a detergere l’epidermide utilizzando un batuffolo d’ovatta imbevuto con disinfettante sterile in corrispondenza di una zona che non influisca negativamente ai fini della prestazione dell’atleta, applicando, ove necessario, un laccio emostatico. Il Bco procede al prelievo del campione ematico da una vena collocata in superficie, facendo defluire il sangue nel contenitore di raccolta definitivo. Il laccio emostatico, ove applicato, deve essere rimosso non appena l’ago è penetrato”.

Qualche numero
Ogni anno, la Sezione per la vigilanza e il controllo sul doping e per la tutela della salute nelle attività sportive del ministero della Salute pubblica un rapporto sui risultati dell’attività antidoping svolta nei dodici mesi precedenti. Stando all’ultimo rapporto, nel 2015 sono stati eseguiti 177 controlliprogrammati, che hanno coinvolto 860 atleti, di cui 591 maschi (68,7%) e 269 femmine (31,3%) con un’età media di 27,6 anni (28,2 per i maschi e 26,1 per le femmine). Di questi, 25 sono risultati positivi, con una sostanziale differenza di genere, pari al 3,4% per gli uomini e 1,9% per le donne. La percentuale più elevata di principi attivi rilevati dai controlli appartiene alla classe degli agenti anabolizzanti (vedi sotto), con il 34,1%, seguiti da diuretici e agenti mascheranti (14,6%) e corticosteroidi (14,6%).

Le sostanze
La categoria più diffusa di sostanze dopanti è quella dei cosiddetti agenti anabolizzanti, tra i quali spiccano testosterone e derivati (nandrolone e stanozololo su tutti), che aumentano massa muscolare potenza mimando il comportamento naturale dell’ormone sessuale maschile.

Le prestazioni possono aumentare fino al 40%, ma gli effetti collaterali comprendono crescita anomala delle ossa lungheazoospermiaimpotenzaipervirilizzazione, danni al sistema cardiocircolatorio e tumori al fegato. Esistono poi gli ormoni proteici (di cui fa parte l’Epo, o eritropoietina),  sostanze che stimolano la produzione di globuli rossi, migliorando così la disponibilità di ossigeno nel sangue e la resistenza fisica, ma aumentando contemporaneamente il rischio ictus infarto. E ancora, gli stimolanti, i narcotici e le enmotrasfusioni, che rispettivamente agiscono sul sistema nervoso centralediminuiscono la soglia del dolore e aumentano l’emoglobina nel sangue.

Infine, una menzione particolare è da riservare alla nuova frontiera del doping genetico, la modifica del DNA degli atleti per migliorarne le prestazioni. Un settore di cui ancora si sa molto poco, ma che potrebbe rivelarsi particolarmente pericoloso nel prossimo futuro.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.