La fibra muscolare è l’unità morfologica del muscolo scheletrico o, più semplicemente, una delle tante cellule che lo compongono. Ogni muscolo è infatti formato da un certo numero di fascicoli, a loro volta costituiti da cellule chiamate, appunto, fibre muscolari. Grazie a queste unità cilindriche, l’energia chimica liberata dalle reazioni metaboliche si trasforma in energia meccanica che, agendo sulle leve ossee, realizza il movimento. I fisiologi che si occupano di muscoli, ci dicono che le varie fibre differiscono tra loro in fibre bianche e rosse.
Fibre rosse (a contrazione lenta)
Buona resistenza (si affaticano dopo) Si contraggono più lentamente Sono più piccole di quelle bianche Poco ipertrofizzabili Hanno un recupero veloce Generano energia aerobicamente (in presenza di ossigeno) Più utili nella resistenza (ciclisti, maratoneti…) |
Fibre bianche (a contrazione rapida)
Scarsa resistenza (si affaticano prima) Si contraggono 4 volte più velocemente Sono più grandi delle rosse Più ipertrofizzabili Hanno un recupero più lento Generano energia anaerobicamente (in assenza di ossigeno) Più utili nella potenza (bodybuilder, centometristi, lanciatori del peso…) |
Fibre bianche a contrazione rapida
Fibre rosse a contrazione lenta
Le fibre muscolari a contrazione lenta (rosse, di tipo I o ST, dall’inglese “slow twitch”), vengono reclutate in azioni muscolari di scarsa entità ma di lunga durata. Più sottili delle bianche, le fibre rosse trattengono più glicogeno e concentrano gli enzimi associati al metabolismo aerobico. I mitocondri sono più numerosi e di dimensioni maggiori, proprio come il numero di capillari che irrora la singola fibra. La ridotta dimensione di quest’ultima facilita la diffusione dell’ossigeno dal sangue ai mitocondri, a causa della minor distanza che gli separa. E’ proprio l’abbondante contenuto di mioglobina e mitocondri a conferire a queste fibre il colorito rosso, da cui deriva il loro nome. La conduzione dello stimolo nervoso non è rapida come nel caso precedente, ma molto più continua e stabile nel tempo. I motoneuroni che innervano le fibre rosse sono infatti più piccoli rispetto a quelli che trasmettono l’impulso nervoso alle fibre veloci. Mentre i primi scaricano continuamente a basse frequenze, i secondi scaricano ripetutamente con salve a elevata frequenza. Nei maratoneti, nei ciclisti su strada e negli altri atleti impegnati in discipline sportive di durata, si osserva un netto predominio delle fibre lente: una caratteristica in parte di origine genetica ed in parte dovuta al processo di adattamento delle fibre intermedie.
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Muscoli fasici e tonici
I muscoli bianchi, ricchi di fibre di tipo IIb (ma anche di tipo IIa), sono detti MUSCOLI FASICI, perché capaci di contrazioni rapide e brevi.
I muscoli rossi, ove prevalgono le fibre di tipo I, sono detti MUSCOLI TONICI, per la capacità di rimanere a lungo in contrazione.
Mentre in soggetti diversi il numero di fibre all’interno dello stesso muscolo è un parametro abbastanza costante, maggiori differenze interindividuali si registrano nella composizione qualitativa in tali fibre. La proporzione delle varie tipologie muscolari è strettamente legata a fattori ereditari ed ambientali.
La composizione dei muscoli in termini di fibre rapide e lente varia anche nello stesso individuo, in relazione al muscolo considerato. Quelli antigravitari hanno, per esempio, una maggiore percentuale di fibre lente (muscoli tonici), mentre quelli delle braccia sono più ricchi di fibre a contrazione rapida (muscoli fasici).
Percentuale di fibre lente e veloci presente nei muscoli scheletrici dell’uomo:
ST = fibre lente;
FTa = fibre veloci con alto potenziale metabolico ossidativo e glicolitico;
FTb = fibre veloci con alto potenziale prevalentemente glicolitico
MUSCOLO | %ST | %FTa | %FTb |
Adduttore breve
Grande adduttore Grande gluteo Ileo psoas Pettineo Psoas Gracile Semimembranoso Tensore della fascia lata Vasto intermedio Quadric. Femor. Vasto mediale Quadric. Femor. Soleo Gran dorsale Bicipite brachiale Deltoide Romboide Trapezio Adduttore lungo Gemelli Gluteo medio/piccolo Otturatore esterno/interno Piriforme Bicipite femorale Sartorio Semitendinoso Popliteo Vasto laterale Retto femorale Quadric. Femor. Tibiale anteriore Retto addome Brachioradiale Gran Pettorale Tricipite brachiale Sopraspinato |
45
55 50 50 45 50 55 50 70 50 50 75 50 50 60 45 54 45 50 50 50 50 65 50 50 50 45 45 70 46 40 42 33 60 |
15
15 20 — 15 20 15 15 10 15 15 15 — — — — — 15 20 20 20 20 10 20 15 15 20 15 10 — — — — — |
40
30 30 50 40 30 30 35 20 35 35 10 50 50 40 55 46 40 30 30 30 30 25 30 35 35 35 40 20 54 60 58 67 40 |
Il numero di fibre, geneticamente determinato, rimane pressoché costante durante tutto l’arco della vita e può aumentare significativamente soltanto se l’atleta si sottopone a doping genetico o fa largo uso di steroidi anabolizzanti. L’allenamento specifico non serve quindi ad aumentare il numero di fibre, ma a stimolarne l’aumento di volume (ipertrofia) e la specializzazione verso la tipologia più idonea allo sport praticato.
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