Nel 1963 lo sceneggiatore Terry Sothern, durante la realizzazione de “Il Dottor Stranamore”, diede a Stanley Kubrick una copia del libro “Arancia Meccanica”, scritto da Anthony Burgess.
“Dovresti leggerlo Stanley, è straordinario” gli disse Sothern. Kubrick lo lesse ma non ci capì nulla…Il problema era la lingua, il Nadsat, la lingua che Burgess aveva inventato per il romanzo. Kubrick pensò: “Nessuno lo leggerà. Nessuno lo guarderà, nessuno lo capirà”. E così inizialmente rifiutò l’idea del progetto.
Ma Stanley era un innovatore, un “camaleonte” del cinema; ogni film affrontava un genere diverso, un periodo diverso, una storia diversa, un rischio diverso. Nel 1970, Stanley voleva superare se stesso; a Stanley non interessava la normalità, lo annoiava a morte.
Voleva realizzare “il più grande film sui giovani”. Fece scrivere a Burgess, l’autore del libro, la sceneggiatura per il film, ma la gettò poco dopo. Pensò che avrebbe potuto fare di meglio da solo.
Disse: “Ho il libro, non devo far altro che seguirlo”. Quindi invece di portarsi dietro una sceneggiatura, portava con se il libro.
“Arrivava sul set, apriva il libro e diceva: “Bene, pagina 27. Oggi facciamo questa. Come la facciamo?”
E poi si sedeva li con gli attori e i tecnici per trovare il modo in cui farla.” (John Baxter – autore della biografia del regista)
Quando Kubrick iniziò le riprese, decise di rimanere estremamente fedele al romanzo; decise di mantenere il Nadsat, quella strana lingua che secondo Stanley, almeno inizialmente, nessuno avrebbe nè accettato nè capito.
Stanley notò Malcolm McDowell nel film drammatico “Se”.
Aveva quell’aspetto fanciullesco e amabile nonostante una “natura cattiva” che per Kubrick era la chiave di tutto. Malcom riusciva ad essere uno squilibrato mentale in maniera stupefacente. L’altra e unica persona che fu presa in considerazione, anche se successe prima dell’arrivo di Kubrick, fu Mick Jagger.
Jagger avrebbe dovuto interpretare Alex e gli altri membri dei Rolling Stones sarebbero dovuti essere i restanti drughi. Ma Kubrick non ci stava; disse che se Malcolm McDowell non fosse stato disponibile, non avrebbe fatto il film.
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“Conobbi Stanley, perche aveva visto “Se”
Mi disse di averlo visto 5 volte e non so se fosse vero. Andai ad incontrarlo, insomma, facemmo una bella chiacchierata. Parlammo per 45 minuti o un’ora, del più e del meno.
Alla fine dissi: “Mi volevi per qualcosa in particolare?” e lui ripose: “beh, c’è un libro che sto pensando di adattare per il cinema.” ed io dissi: “oh, che libro?” e lui: “Beh, sai preferisco non dirlo.” io dissi: “oh capisco. beh, lo devo leggere o no?” e lui: “Hai mai letto “arancia meccanica?” Ed io: “no. Lui disse: “beh leggilo e chiamami”. Comunque, alla fine del nostro colloquio potei constatare quanto fosse paranoico. Voleva propormi una sceneggiatura dandomene solo la copertina! Dopo avergli giurato di mantenere il massimo riserbo sul progetto me la diede. Lessi Arancia Meccanica una volta. Non capii nulla. La lessi una seconda volta: era geniale e il personaggio di Alex un’occasione incredibile. Capii che se io avessi fatto la mia parte, lui avrebbe reso il film eccezionale. Così fu. (Malcolm Mcdowell).
Stanley dedicava molto tempo alle prove; spesso la troupe veniva convocata alle 6 del mattino e veniva congedata a mezzanotte.
“Non ho visto i miei figli per un sacco di tempo. Erano a letto quando uscivo e anche quando rientravo. Non c’era tregua. Non ci diceva mai: “stasera non si lavora”. Oppure: “Facciamoci una birra e parliamo del film”. (Bill Butler – Montatore)
Stanley voleva rendere il suo film il più realistico possibile; nella scena in cui Alex è sottoposto alla terapia dell’avversione, per mantenere gli occhi aperti dell’attore, decise di procurarsi le famose graffette di metallo.
Malcolm se ne stava seduto con la camicia di forza, con queste graffette che gli tenevano gli occhi spalancati. Dopo 30 Ciak, con gli occhi ancora bloccati dalle graffette, Malcolm fu preso dal panico; urlò e si arrabbiò e diede uno strattone con le braccia per cercar di liberarsi dalla camicia di forza, ma così facendo urtò contro una delle graffette. Si graffiò una cornea e si procurò un dolore infernale.
Nella scena in cui viene preso e brutalizzato dai suoi vecchi amici, la testa di Malcolm fu immersa in un abbeveratoio per maiali. Kubrick fece colorare l’acqua usando degli estratti di carne. Dopo 27 ciak in cui veniva inzuppato in questo schifoso brodo freddo, Malcolm esausto disse che il solo odore di quella roba, l’avrebbe disgustato per sempre.
La scena dell’aggressione nella villa dello scrittore Frank Alexander e di sua moglie, fu girata per 5/6 giorni di fila. Kubrick non era soddisfatto, credeva che la scena fosse piatta, statica e non funzionasse. Durante una conversazione con Malcolm Mc Dowell, chiese all’attore: “Conosci qualche canzone?” Malcolm rispose: “si,. Singin’ in the rain”. e Kubrick disse: “Ok aspetta un minuto”.
“Provammo questa sequenza per giorni ma non funzionava. Poi ad un tratto vidi Malcolm ballare e cantare “Singin’ in the rain” e allora dissi: Ma che facciamo? Che cos’è ? Un musical?.
In quel momento Stanley cominciò a filmare, io gli dissi: “Stanley dobbiamo chiedere il permesso, è una canzone famosa. E lui: “sali in macchina”.
Tornammo ad Abbot’s Mead e comprò i diritti di “Singin’ in the rain” per una cifra intorno ai 10.000 dollari per 30 secondi di scena. Comunque, comprò i diritti, tornammo sul set ed iniziammo le prove…fu la svolta.” (Bernard Williams produttore)
La musica di Beethoven e Rossini, non è una semplice colonna sonora a corredo di una storia, per sottolinearne magari alcuni toni e momenti. E’ uno strumento portante per definire e completare i contenuti, quanto mai legata e funzionale alle immagini, in totale simbiosi con esse.
Arancia Meccanica, come quasi tutti i film di Stanley Kubrick, ha segnato in maniera indelebile l’immaginario cinematografico. Sono molte le leggende intorno all’uscita di Arancia Meccanica. Quando uscì, fu largamente screditato e ritenuto estremamente sgradevole.
In Gran Bretagna nel 1974, Kubrick fu costretto a ritirare la pellicola per le continue minacce ricevute da chi lo accusava di aver creato una macchina che avrebbe solo alimentato la violenza. Chi acclama l’opera come un capolavoro si esalta di fronte al tentativo di Kubrick di difendere la libertà di scelta dell’uomo, anche di sbagliare.
Luis Buñuel ha detto di Arancia Meccanica che è “l’unico film in grado di spiegare davvero cosa sia il mondo moderno”. E a riguardarlo oggi, dopo quarantacinque anni, Arancia Meccanica sembra davvero il ritratto del nostro mondo.
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