Il varicocele è una patologia varicosa che interessa il sistema vascolare del testicolo, caratterizzata da dilatazione e incontinenza delle vene testicolari (o spermatiche) che hanno il compito di drenare il sangue dal testicolo. Ciò si manifesta in particolar modo a carico del testicolo sinistro (95%) e raramente nel testicolo destro (5%) a causa delle differenti caratteristiche anatomiche tra le due vie vascolari. La vena spermatica sinistra, infatti, è tributaria della vena renale che ha basso flusso rispetto alla vena cava nella quale refluisce la vena spermatica destra, questo perché la vena testicolare sinistra sfocia nella vena renale perpendicolarmente, a differenza della testicolare destra che sfocia nella vena cava ad angolo.Cause
Le cause dell’idrocele primario sono sconosciute; generalmente è una patologia congenita che si risolve autonomamente pochi mesi dopo la nascita. L’idrocele secondario può essere causato da ernia inguinale, da infezioni o traumi del testicolo o dell’epididimo, da occlusioni di fluido o di sangue nel funicolo spermatico, da cisti o tumori. Le cause del varicocele sono invece una congenita incontinenza delle vene testicolari, a cui si è associata spesso una grande attività sportiva, come ad esempio pesistica, in giovane età.Sintomi
Il sintomo principale dell’idrocele è un rigonfiamento non doloroso di uno o entrambi i lati dello scroto, che si presenta come un palloncino turgido pieno di fluido. Generalmente è difficile sentire il testicolo per via della massa fluida che lo circonda.
Un varicocele “piccolo” non dà sintomi, mentre quando diventa più grande si sente pesantezza o dolore al testicolo, che tende ad aumentare se si sta in piedi a lungo, si sollevano pesi o si compie una attività sportiva intensa e faticosa. Un varicocele abbastanza grande è visibile e palpabile anche dal paziente stesso, soprattutto se sta in piedi: sulla superficie dello scroto si nota un ammasso tortuoso che, al tatto, ha la consistenza di un sacchetto di vermi. Un varicocele modesto invece va diagnosticato solo da un medico, che in genere ricorrerà a un ecodoppler. Sempre si fa uno spermiogramma.Leggi anche:
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Diagnosi
In entrambi i casi è importante l’esame clinico, la transilluminazione e l’ecografia con doppler.
Diagnosi differenziale
Se le dimensioni del sacco scrotale variano a seguito di una pressione sull’addome o sul sacco stesso allora è facile che si tratti di un idrocele secondario a un’ernia inguinale. Se il rigonfiamento è doloroso allora può trattarsi di un idrocele secondario a una epididimite.
Trattamento
In entrambi i casi i trattamenti realmente efficaci sono quelli chirurgici.
Trattamento idrocele
- L’idrocele secondario a un’ernia inguinale va trattato il più presto possibile rimuovendo l’ernia e richiudendo il dotto peritoneo vaginale. L’idrocele primario causato dal dotto aperto va corretto allo stesso modo.
- Negli altri casi si procede all’asportazione dell’idrocele (idrocelectomia) in anestesia totale o spinale, con eversione della vaginale propria per facilitare il riassorbimento delle recidive.
- Un trattamento alternativo è l’aspirazione del fluido per mezzo di un ago, che però presenta rischi di infezione e di recidiva; questo trattamento è utilizzato solamente quando il trattamento chirurgico risolutivo presenta dei rischi e va abbinato con l’iniezione di medicinali sclerosanti che favoriscano la chiusura del dotto peritoneo vaginale per limitare le recidive.
Trattamento del varicocele
- Intervento chirurgico classico: si procede in anestesia totale o locale, si incide all’altezza dell’inguine o dello scroto, si seziona e si lega la vena spermatica interna e altre vene collaterali, per interrompere il reflusso del sangue.
- Terapia sclerosante: la tecnica anterograda, la più semplice e la più efficace, prevede l’inserimento di un catetere in una vena del funicolo alla radice dello scroto, preceduta da una leggera sedazione; quindi si inietta liquido di contrasto e poi lo sclerosante, che fa seccare le vene.
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