Daria: 5 motivi per vedere un cartone ancora attuale

MEDICINA ONLINE DARIA MTV CARTOON CARTONE ANIMATO STREAMING 20 ANNI DISTANZA FEMMINISTA STORIA BEAVIS BUTT HEAD MARINA MASSIRONI JANE AMICA.jpgNon ho poca stima di me. Ho poca stima per tutto il resto del mondo“: era il 3 marzo 1997 quando su Mtv Us debuttava Daria, la serie animata incentrata su Daria Morgendorffer, ragazza dotata di arguzia urticante, voce monotona e scarsa propensione alla socializzazione. In un’epoca in cui dominavano boyband, Britney Spears e tamagochi, questo personaggio rappresentava il giusto contraltare dark-adolescenziale in cui identificarsi. Nata originariamente come personaggio ricorrente in Beavis and Butt-head (era la studentessa che, con la propria intelligenza, esaltava l’idiozia dei due ragazzi, che in cambio la chiamavano “Diarrea“), è stata la protagonista di cinque stagioni e due lungometraggi, riscuotendo notevole successo anche in Italia, dov’era all’inizio doppiata da una bravissima Marina Massironi. A distanza di vent’anni Daria è ancora un personaggio modernissimo, il cui sarcasmo e il cui sguardo disincantato sulle cose dimostrano che essere controcorrente è possibile, e può essere anche decisamente cool.

Ma cos’è che più rimpiangiamo di lei?

1. Girl-power ma senza questioni di genere

A dimostrazione di quanto fosse avanti coi tempi, Daria è a tutt’oggi considerata un esempio di ragazza forte, indipendente e slegata dai modelli secondo cui la società vorrebbe costruire le donne. Ma nella serie la sua connotazione femminile non era affatto marcata: “Avevamo una specie di regola,” ha raccontato la supervisor director Karen a Variety. “Il personaggio di Daria doveva sempre essere scritto in modo neutro. In nessun episodio si parla del suo ciclo o di pigiama party“. Nel corso dei vari episodi si trova invece ad affrontare però avance indesiderate, standard estetici impossibili da sostenere, genitori dalle aspettative esagerate, compagni di scuola dai giudizi fin troppo facili. Ovvero tutto ciò che una ragazza (e non solo) di oggi affronta anche oggi ogni giorno.

2. Il mix di leggerezza e profondità

A livello superficiale può sembrare che una serie come Daria fosse troppo pesante per un intrattenimento da Mtv generation. Eppure la scrittura della serie, l’arguzia e il cinismo di cui erano permeati i dialoghi, ne fanno ancora oggi un esempio impareggiabile di dark humour. In mezzo a tanta negatività, ad esempio, c’è lo splendido rapporto che Daria sviluppa con la sua amica Jane Lane, con cui condivide l’amarezza della vita ma anche i momentanei entusiasmi. Per non parlare del rapporto-scontro con la sorella Quinn, la tipica liceale americana tutta bellezza e vanità. Perfino la famiglia insopportabilmente borghese di Daria alla fine si rivela un porto sicuro in cui approdare.

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3. Creatività al potere

Il creatore di Daria, Glenn Eichler ricorda quegli anni come un periodo di grande libertà: “C’era questa cosa fantastica – ma anche terribile – all’epoca a Mtv per cui qualsiasi cosa andava bene. Avevano un sacco di teorie sul branding ma nessuna sulla programmazione“. Ecco perché in Daria abbiamo assistito a episodi davvero folli. Dall’episodio musical, canonico in ogni serie degli anni Novanta che si rispetti, a quello che si rivela essere tutto un sogno e addirittura quello in cui Daria incontra le incarnazioni di alcune festività (San Valentino, il giorno di San Patrizio ecc.) e si chiede: “Dovrebbe interessarmi che nulla di tutto ciò abbia senso?“. Ma in mezzo a molte assurdità, soprattutto verso le stagioni finali, c’è anche spazio per temi più profondi come i disordini alimentari e la prevenzione sessuale.

4. Questo discorso

Il film del 2002 Is College Yet? servì come finale per l’intera serie e contiene uno dei momenti che più di qualsiasi altra cosa riassumono al meglio la filosofia della protagonista: “Nonostante il fatto inalterabile che le superiori facciano schifo, vorrei dire che se si è abbastanza fortunati da avere un buon amico e una famiglia a cui importa qualcosa, non fanno poi così schifo“, dice Daria nel suo discorso di accettazione del diploma. “E poi il mio consiglio è: rimanete fedeli a ciò in cui credete, finché logica ed esperienza non vi contraddicono; ricordate che quando il re sembra nudo vuol dire che lo è, e che verità e menzogna non sono quasi la stessa cosa“. Impressionante l’attualità di queste parole. Ma anche l’assoluta verità della conclusione: “Infine non c’è aspetto, risvolto o momento della vita che non possa essere migliorato con della pizza“.

5. Il messaggio politico

Pur non essendo uno show apertamente politico, nell’opinione dei suoi stessi creatori, Daria ci sembra anche oggi un modo estremamente efficace per far passare un certo tipo di messaggio. Andando fiera del suo essere un outsider, Daria impose la normalità dove comunemente si vedeva l’anormalità (essere riflessivi, lunari, introspettivi), e lo faceva su un canale che sarebbe diventato sinonimo del concetto stesso di mainstream. Lawndale, la città in cui sono ambientate le storie, è la quintessenza della whiteness americana, eppure la serie vent’anni fa ha anticipato tematiche come l’attenzione alle tematiche lgbt o alle minoranze. E poi c’era il femminismo: “Potrei dire che era una femminista“, ha dichiarato Eichler a Dazed, “perché riteneva di dover essere trattata come chiunque altro. Eppure io ho scritto il suo personaggio non avendo in mente una donna, ma una personalità“.

Nell’America di Trump, una ragazza come Daria che vuole migliorarsi pur rimanendo fedelissima a sé stessa e alle proprie convinzioni, in una società in cui sembra invece dominare l’assopimento e l’indifferenza, è una boccata d’aria fresca. Probabilmente non avrebbe mai voluto essere considerata come un modello, eppure la sua pervicace resistenza al mondo là fuori potrebbe essere quella di chiunque di noi.

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