La paura è un’emozione primaria, comune sia al genere umano sia al genere animale. Il Galimberti così la definisce:
“Emozione primaria di difesa, provocata da una situazione di pericolo che può essere reale, anticipata dalla previsione, evocata dal ricordo o prodotta dalla fantasia. La paura è spesso accompagnata da una reazione organica, di cui è responsabile il sistema nervoso autonomo, che prepara l’organismo alla situazione d’emergenza, disponendolo, anche se in modo non specifico, all’apprestamento delle difese che si traducono solitamente in atteggiamenti di lotta e fuga”.
Nelle paure c’è quindi la sensazione che qualcosa minacci la nostra esistenza o la nostra integrità biologica o quella delle persone a noi più vicine. L’emozione della paura si proietta nel futuro: qualcosa di brutto accadrà a noi o agli altri, pertanto spinge il soggetto ad aggredire per eliminare o allontanare l’oggetto della paura (condotte aggressive) o al contrario fuggire da questo per evitare il danno che potrebbe procurarci (condotte di evitamento dall’oggetto fobico).
Leggi anche:
- Paure fisiologiche e patologiche nei bambini
- Paura dei luoghi chiusi e claustrofobia: cos’è e come si cura
- Fobie specifiche o semplici: cosa sono ed esempi di fobia
- Terrore notturno: sintomi, diagnosi e terapia
- Sono un sonnambulo: cause, sintomi, diagnosi e terapie
- Attacchi di panico: cosa sono, come riconoscerli e curarli
Reazioni
La paura è un’emozione dominata dall’istinto (cioè dall’impulso) che ha come obiettivo la sopravvivenza del soggetto ad una suffragata situazione di pericolo; irrompe ogni qualvolta si presenti un possibile cimento per la propria incolumità, e di solito accompagna ed è accompagnata da un’accelerazione del battito cardiaco e delle principali funzioni fisiologiche difensive.
Principali controffensive alla paura possono essere:
- intensificazione delle funzioni fisiche e cognitive teoretiche con relativo innalzamento del livello di accortezza;
- difficoltà di applicazione intellettiva;
- fuga;
- protezione istintiva del proprio corpo (cuore, viso, organi genitali);
- ricerca di aiuto (sia articolato, sia racchiuso);
- calo della temperatura corporea;
- sudorazione;
- aumento adrenalinico;
- aumento dell’ansia.
La paura è talvolta causa di alcuni fenomeni di modifica comportamentale permanenti, identificati come sindromi ansiose: ciò accade quando la paura non è più scatenata dalla percezione di un reale pericolo, bensì dal timore che si possano verificare situazioni, apparentemente normalissime, ma che sono vissute dal soggetto con profondo disagio. In questo senso, la paura perde la sua funzione primaria, legata alla naturale conservazione della specie, e diventa invece l’espressione di uno stato mentale. La paura di oggetti o contesti può essere appresa; negli animali questo effetto è stato studiato e prende il nome di paura condizionata, che dipende dai circuiti emozionali del cervello.
Gradi della paura
La paura ha differenti gradi di intensità a seconda del soggetto: persone che vivono intensi stati di paura hanno sovente atteggiamenti irrazionali. La paura, come l’ira, può essere una risposta al dolore o alla sua percezione. Se un individuo impaurito è costretto ad attaccare, l’ira può prendere il sopravvento e la paura svanire. In tal senso alcuni atteggiamenti derivanti dagli stati di paura possono essere considerati pericolosi, quando si tramutano in rabbia. La paura può essere descritta con termini differenti a seconda del suo grado di intensità:
- timore;
- ansietà;
- paura;
- fobia;
- panico;
- terrore;
- orrore.
Timore
Il timore è la forma meno intensa della paura e si determina quando una situazione promette piacere ma, al tempo stesso, anche dolore: c’è la percezione della possibilità di perdere il piacere, ma ci si muove ancora verso di esso.
Ansia
In questo caso la minaccia del dolore e quella del piacere si equivalgono generando una situazione di conflitto nell’attesa di qualche indizio capace di far pendere la bilancia da una parte o dall’altra.
Paura
La paura emerge quando il contesto è dominato dalla minaccia del dolore o dalla sua percezione: in questo caso si è pervasi dal desiderio di scappare o comunque di allontanarsi dalla fonte di dolore, sia questa reale o immaginaria, di ogni tipo o forma essa sia.
Fobia
Quando l’ansia di fronte a un determinato oggetto, animale o evento è notevole e non può essere controllata dalla ragione si parla di fobia. Questa provoca una reazione notevolmente sproporzionata rispetto alla situazione che si sta affrontando. Per tale motivo il soggetto che presenta delle fobie evita accuratamente tutte le situazioni che potrebbero scatenare la sua ansia. Pertanto la sua vita sociale ne può risentire notevolmente. Ne sono un esempio la claustrofobia, l’agorafobia, la centrofobia.
Panico
Quando la paura è massima ed è carica di un presentimento di morte si definisce panico. Questo per Galimberti U. è un “episodio acuto d’ansia caratterizzato da tensione emotiva e terrore intollerabile che ostacola un’adeguata organizzazione del pensiero e dell’azione.” La situazione di panico è correlata alla claustrofobia.
Terrore
Il terrore è la forma estrema della paura, di intensità ancora maggiore al panico, dove l’impulso a scappare è talmente elevato da ricercare una soluzione immediata: in questo caso l’individuo sceglie di ritirarsi dentro se stesso. Il terrore è una vera propria fuga verso l’interno, la muscolatura si paralizza nel tentativo di ridurre la sensibilità dell’organismo durante l’agonia (immaginata o reale).
Orrore
Per orrore si intende un sentimento di forte paura e ribrezzo destato da ciò che appare crudele e ripugnante in senso fisico o morale. Per estensione, orrore può indicare un fatto, un oggetto o una situazione che desta tale sentimento.
Cause organiche
Secondo la concezione costituzionalistica vi sarebbero delle cause genetiche in quanto vi è una più elevata concordanza del disturbo nei gemelli omozigoti e una più elevata incidenza fra gli ascendenti e collaterali. Le indagini neurochimiche hanno messo in evidenza una disfunzione serotoninergica. Le neuroimmagini suggeriscono una disfunzione dei circuiti striato-talamo-corticali.
Cause affettivo – relazionali
Le paure possono essere legate a un trauma specifico. Ad esempio la paura del cane può essere legata a un episodio aggressivo da parte di questo animale, vissuto dal bambino. Tuttavia buona parte delle paure non sono legate ad alcun trauma specifico. Esse nascono da una sofferenza interiore del bambino, dovuta ad un’educazione non idonea o ad un ambiente particolarmente disturbato, stressante o che presenta o ha presentato in passato, scarsa attenzione e considerazione nei confronti dei suoi bisogni affettivo – emotivi. Questa sofferenza genera in lui un’immagine negativa e quindi paurosa, del mondo che lo circonda.
Le paure, inoltre, possono nascere da un contagio genitoriale o familiare nel senso che le ansie e le paure dei genitori o dei familiari si riversano sui figli generando anche in questi ansie e paure, sia per imitazione sia a causa di un ambiente particolarmente stressante e angoscioso, poco o nulla confacente ad un sano sviluppo nel quale i piccoli sono costretti a vivere.
Per la psicoanalisi le paure nascono quando sono presenti dei pensieri di tipo sessuale o aggressivo che vengono censurati. Questi pensieri minacciano di emergere dall’inconscio, per cui si attivano una serie di meccanismi di difesa, che determinano lo spostamento dell’ansia, dalla pulsione temuta verso un oggetto o una situazione esterna che presenta una qualche connessione simbolica con essa.
Leggi anche:
- Ho sempre paura e timidezza: ipersensibilità dell’amigdala ed adrenalina
- Emozioni: cosa sono, classificazione, importanza e stress
- Rabbia: differenza tra ira passiva ed ira aggressiva
- Disturbo d’ansia generalizzato: sintomi, diagnosi e terapia
- Vertigine e perdita di equilibrio: tipi, cause, diagnosi e cure
- Debolezza senza perdita completa di coscienza: la lipotimia
- Preoccuparsi troppo per la propria salute: l’ipocondria
- Quando mancano le emozioni: l’alessitimia
- Connessione tra corpo e mente: la psicosomatica
- Disturbo da somatizzazione: caratteristiche, diagnosi e decorso
- Disturbo di conversione o isteria di conversione
- Isteria: significato e visione moderna
- Psiconeuroendocrinoimmunologia
- Personalità sottomessa: caratteristiche e descrizione
- Cosa significa “andare in iperventilazione”?
- Amigdala: connessioni, anatomia e funzioni in sintesi
- Perdita della coordinazione muscolare: l’atassia
- Atassia ottica: cos’è e da cosa è causata?
- Test di Romberg: cos’è, a che serve, come si esegue
- Cos’è il labirinto dell’orecchio ed a che serve?
- Ippocampo: anatomia, funzioni e ruolo nella memoria
- Nervo trigemino: anatomia, decorso, branche e funzioni
- Nervo faciale: anatomia, funzioni e patologie in sintesi
- Paralisi periferica del nervo faciale: cause e sintomi
- Quando l’occhio non riesce a lacrimare: la xeroftalmia
- Quando la bocca è secca per mancanza di saliva: la xerostomia
- Locus ceruleus: anatomia, funzioni e connessioni in sintesi
- Talamo: anatomia, struttura, nuclei e funzioni in sintesi
- Diencefalo: anatomia, struttura e funzioni in sintesi
- Ventricoli cerebrali: anatomia e funzioni in sintesi
- Differenza tra neocorteccia omotipica ed eterotipica
- Differenza tra memoria a breve termine ed a lungo termine
- Differenza tra nucleo genicolato mediale e laterale
- Cortisolo: funzioni, produzione, chimica, patologie, glicemia e dieta
- Quando la malattia deperisce l’organismo: la cachessia
- Ritmo circadiano: caratteristiche, durata, luce e melatonina
- Sistema nervoso: com’è fatto, a che serve e come funziona
- Sistema nervoso autonomo simpatico e parasimpatico: anatomia e funzioni
- La Sindrome da abbandono: cos’è e come si supera
- Liberarsi dalla dipendenza affettiva e dalla paura dell’abbandono
- Dipendenza affettiva: riconoscerla, affrontarla e superarla
- Gelosia patologica e delirio di infedeltà: la possessività esclusiva
- Differenza tra gelosia normale e patologica
- Cervello maschile e femminile: quali sono le differenze?
- Autostima: come ritrovarla dopo un fallimento ed avere successo al tentativo successivo
- La tua vita è difficile? Ti spiego tutti i segreti per ritrovare la fiducia in te stesso ed aumentare la tua autostima
- Scopri come affronti la vita e le sue difficoltà, con il “Test del bosco”
- I dieci comportamenti che comunicano agli altri che sei una persona introversa
- Differenza tra afasia, disartria ed aprassia
- Area di Broca: funzioni ed afasia di Broca
- Area di Wernicke: funzioni ed afasia di Wernicke
- Differenza tra afasia di Broca e di Wernicke
- Cervelletto: anatomia esterna ed interna
- Cervelletto: le lesioni cerebellari più comuni
- Le funzioni del cervelletto: apprendimento e correzione dei movimenti del corpo
- Differenza tra area di Broca e Wernicke
- Perché si piange? Per quale motivo si piange di gioia, di dolore e dal ridere?
- Paralisi del sonno e allucinazioni ipnagogiche: cause, pericoli, rimedi
- Morbo di Parkinson: cause, sintomi, decorso, terapie
- Morbo di Alzheimer: cause, sintomi, decorso, terapie
- Differenza tra morbo di Alzheimer e morbo di Parkinson: sintomi comuni e diversi
- Differenza tra morbo di Alzheimer, demenza senile, vascolare e reversibile
- Demenza senile: cause, sintomi, decorso e cure
- Emorragia cerebrale: cause, sintomi premonitori, diagnosi e cura
- Emorragia subaracnoidea: cause, sintomi, diagnosi e cura
- Quanti caffè devi bere in un giorno per morire?
- Malformazioni artero-venose cerebrali: sintomi e cura
- Aneurisma cerebrale rotto e non rotto: cause, sintomi, diagnosi e cura
- Differenza tra emorragia cerebrale e subaracnoidea
- Differenza tra emorragia cerebrale ed aneurisma
- Differenza tra emorragia cerebrale ed ictus
- Differenza tra ictus cerebrale ed attacco ischemico transitorio (TIA)
- Cocaina: effetti a breve e lungo termine e loro durata
- Meccanismo d’azione della cocaina: il reuptake della dopamina
- Cocaina: trattamenti psicoterapici per contrastare la dipendenza
- Cocaina in gravidanza: effetti sul feto e sul bambino
- Cocaina: trattamenti farmacologici per contrastare l’astinenza
- Differenza tra cocaina e crack
- Differenza tra midollo spinale e allungato
- Differenza tra epifisi, diafisi, metafisi ed ipofisi
- Differenza tra acetilcolina e noradrenalina
- Noradrenalina: cos’è ed a cosa serve?
- Differenza tra dopamina e dobutamina
Lo staff di Medicina OnLine
Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!