Differenza tra caffeina e caffeina anidra

MEDICINA ONLINE CAFFE CAFFEINA THE TE TEINA ECCITANTE ASTINENZA GINSENG LUNGO CORTO ORZO MACCHIATO CALDO FREDDO TAZZA GRANDE VETRO DIFFERENZE COFFE ESPRESSO AMERICANO WALLPAPER PIC PICTURE HI RES PHOTOLa caffeina è una sostanza introdotta nell’organismo principalmente mediante l’assunzione di caffè o di tè, apprezzata per i sue proprietà energetiche ed utile per chi sta seguendo una dieta dimagrante, al punto che, soprattutto per chi va in palestra, ne è stato tratto un tipo di integratore alimentare, la caffeina anidra. Procedendo con ordine, vediamo quali sono gli effetti della caffeina e le sue caratteristiche, per poi passare ad analizzare la caffeina anidra, cercando di rendervi consci dei possibili rischi di un uso errato di questa sostanza, in termini di quantità, di modalità di utilizzo, di tempistica, di regime alimentare e di stile di vita in generale che ruotano intorno alla sua assunzione regolare, che siate sportivi o meno.

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La caffeina è presente nel caffè in quantità pari a 100 mg per una tazzina, si trova nel tè ed anche nel cacao. Dopo averla assunta, viene assorbita rapidamente fino al picco di presenza nel plasma intorno ai 120 minuti dopo ma con una durata degli effetti pari solo a 2-4 ore. Viene distribuita ai diversi tessuti e metabolizzata nel fegato in dimetilxantine. Gli effetti della sua introduzione nell’organismo sono i seguenti:

  • Aumento della concentrazione nel sangue degli acidi grassi, grazie alla stimolazione della lipolisi
  • Mediazione della vasodilatazione a livello muscolare
  • Rilascio della muscolatura bronchiale e facilitazione della respirazione
  • Miglioramento delle capacità cognitive e dello stato di veglia, anche notturna
  • Aumento della diuresi
  • Riduzione della sensazione di dolore, grazie alla limitazione dell’attivazione dei nocicettori
  • Rilascio di adrenalina e conseguente aumento del battito cardiaco
  • Vasodilatazione a livello muscolare e degli organi vitali
  • Aumento dei secondi messaggeri tipo l’AMPc e attivazione dei segnali intracellulari, atti al funzionamento delle cellule

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Per gli sportivi, la caffeina è utile a:

  • migliorare le prestazioni in termini di resistenza e di forza, grazie al risparmio del glicogeno muscolare in cambio di quello lipidico, ed al migliore afflusso di calcio nei muscoli scheletrici con una contrazione agevolata, oltre alla vasodilatazione muscolare;
  • ridurre il senso di affaticamento fisico, grazie al miglioramento del metabolismo ossidativo ed all’effetto analgesico
    ottenere un effetto ergogenico, utile sia negli sport di endurance, che intermettenti, che di forza.

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Viene spesso associata all’uso di altre sostanze, come ad esempio la taurina, e risulta determinante perché è essa che agisce anche nelle veci dell’altra sostanza implicata nei processi di miglioramento delle prestazioni dell’organismo, attivandosi nel produrre i benefici ricercati. La dose consigliata è tra i 2 ed i 4 mg/kg, fino ad un massimo di 300 mg/giorno(3-5 tazzine di caffè), sempre per uno sportivo (non per un lavoratore sedentario!). L’ideale, visti i tempi di assorbimento e di termine della sua efficacia, è tra due ed un’ora prima della prestazione o dell’allenamento. Assumere caffeina per tempi prolungati ne riduce l’effetto energizzante; per beneficiare nuovamente dell’effetto ergogenico è pertanto consigliabile eliminarne il consumo per una settimana, per poi riprenderlo. Se l’atleta, nelle urine del controllo antidoping, presenta un valore di caffeina superiore a 0,012 mg/ml, ossia circa 6-8 tazzine di caffè, viene considerato positivo e punibile con la squalifica.

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La caffeina si potrebbe associare a carboidrati a medio indice glicemico oppure a vitamine come la niacina, che sono ambedue presenti nel caffè in tazza. Non è utile invece associarvi un integratore come la creatina, poiché la presenza di caffeina riduce la biodisponibilità della sostanza. Bisogna fare attenzione al consumo eccessivo, che può condurre ad effetti quali tremori muscolari, ansia, tachicardia, insonnia, eccitazione; l’uso cronico può causare reflusso gastroesofageo, ulcere, esofagiti, ipertensione, tachicardia, emicrania, impedimento nell’assorbimento di calcio e ferro. Chi ha una malattia epatica, renale, cardiovascolare, è al di sotto dei 12 anni o è in stato di gravidanza, non ne dovrebbe assumere. Si possono verificare interazioni con sostanze quali farmaci antiepilettici e anticompulsivi, così come l’uso di contraccettivi ne aumenta l’efficacia del 50%.

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La caffeina anidra è un integratore alimentare presentato con l’aspetto di una polvere bianca, solubile in acqua bollente, in etere o etanolo anidro, è nociva se ingerita allo stato puro, è di grado farmacopea quindi non ha restrizioni in campo dermo-cosmetico, mentre per uno scopo dimagrante si deve necessariamente essere seguiti da un medico. Impiega circa 60 minuti per agire, contro i 45 della caffeina, e molto più tempo per mobilitare i grassi; si trova confezionata anche in pastiglie di 200 mg ciascuna, quindi la dose consigliata è di mezza tavoletta, dato che si tratta pur sempre di caffeina, ma senza acqua (anidra). Alcuni sportivi o “fissati” per la palestra la sniffano, saltando il metabolismo epatico, per raggiungere una maggiore concentrazione ematica, correndo così il rischio di intossicarsi, se per caso hanno aggiunto altre sostanze che ne favoriscono l’assorbimento; la dose di 800 mg che alcuni suggeriscono (pari a 10 tazzine di caffè) può essere talmente nociva da causare gravi danni a tutti i livelli.

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Spesso la caffeina viene usata nelle creme anticellulite, per trattare le adiposità localizzate favorendo la mobilitazione dei trigliceridi dell’adipe sottocutanea, e nelle diete dimagranti, in particolare 5-6 tazzine di caffè aumentano il metabolismo basale del 10-15%, con il consumo di 100-500 calorie in più al giorno, in relazione alla taglia ed alla massa muscolare dell’individuo (che deve essere perfettamente in forma e nutrirsi in modo corretto o superiore al necessario, quindi in sovrappeso, e non in sottopeso o normale).

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E’ importante sapere che il caffè dopo il pasto non facilita la digestione, ma la rallenta, soprattutto se vi si aggiunge molto zucchero, panna o alcolici, anche se la sensazione è quella di una digestione facilitata.

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