MCHC alto, basso, valori normali ed interpretazione

MEDICINA ONLINE LABORATORIO BLOOD TEST EXAM ESAME DEL SANGUE ANALISI CLINICHE GLOBULI ROSSI BIANCHI PIATRINE VALORI ERITROCITI LEUCOCITI ANEMIA TUMORE CANCRO LEUCEMIA FERRO FALCIFORME MEDITERRANEA EL’ MCHC è l’acronimo inglese per mean corpuscolar (o cell) hemoglobin concentration, ed indica la concentrazione media dell’emoglobina in tutti i corpuscoli (o cellule) del sangue, ovvero nei globuli rossi. MCHC, MCV e MCH sono i cosiddetti indici corpuscolari, cioè riguardano la valutazione delle singole cellule e sono usati per stabilire quale tipo di anemia sia presente in un paziente. Accanto a questi, si usano i valori di concentrazione di emoglobina e dell’ematocrito per stabilire la gravità di tale anemia. L’MCHC viene calcolato a partire da un prelievo di sangue venoso e per l’esame non serve alcuna preparazione.

Il calcolo viene effettuato da un contatore elettronico ma si può anche eseguire manualmente, dividendo il valore dell’emoglobina (per ogni decilitro di sangue) per l’ ematocrito. il valore dell’ematocrito è la percentuale di globuli rossi nel sangue.

Da un prelievo di sangue a cui viene aggiunto anticoagulante e poi centrifugato, si ottiene nella provetta la separazione dei suoi componenti. La porzione più leggera e abbondante è il plasma, che forma lo strato superiore e corrisponde circa al 55% del totale. Lo strato centrale è formato da globuli bianchi e piastrine, che costituiscono meno dell’1% del totale, mentre il sedimento che sta più in basso è formato dai globuli rossi, che sono circa il 45% del totale. In questo caso, si dice che l’ ematocrito è del 45%.

MCHC: i valori normali

Il valore normale dell’MCHC è compreso fra il 32-33% e il 36%. Il parametro non cambia fra uomini e donne, mentre ci possono essere delle differenze dovute all’età.

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Perché è importante il valore dell’MCHC

L’MCHC è un ottimo parametro per individuare alcuni tipi di anemie, come quelle che comportano ipocromia. Mentre l’MCH misura la quantità di emoglobina per ogni globulo rosso, dando quindi un valore assoluto che però non viene messo in relazione alla dimensione del globulo rosso, l’MCHC misura la percentuale di emoglobina all’interno del globulo rosso, facendo capire chiaramente, qualsiasi sia la dimensione del globulo rosso, se questo è ricco o povero di emoglobina. Per fare un esempio, un globulo rosso con una quantità di emoglobina normale ma una grande dimensione, risulterà più pallido: mentre con l’ MCH la quantità di emoglobina risulterà normale, l’MCHC segnalerà che invece la percentuale di emoglobina nel globulo rosso è troppo bassa.

MCHC: valori anormali e loro possibile significato

Se la percentuale di emoglobina nei globuli rossi è superiore o inferiore alla media, ciò può essere un segnale di diverse situazioni patologiche. Spesso, per ottenere una diagnosi certa si valuta non solo l’ MCHC ma anche altri parametri. Un valore troppo basso dell’MCHC sta ad indicare che il livello di emoglobina nei globuli rossi è troppo basso e ciò può essere causato da scarsa produzione di emoglobina o da una produzione di una quantità normale di emoglobina che però si associa a globuli rossi troppo grandi, in cui l’ emoglobina si “disperde”, dando globuli rossi dall’aspetto pallido (da qui il pallore di alcuni anemici). Viceversa, un livello troppo alto dell’MCHC può indicare che viene prodotta troppa emoglobina o che ne viene prodotta una quantità normale ma abbinata a globuli rossi troppo piccoli, in cui essa si concentra molto. Ecco gli esempi principali.

MCHC basso

Anemia sideropenica o anemia da carenza di ferro: è il tipo di anemia più diffuso in età pediatrica. Il fabbisogno di ferro varia durante la vita e vi sono diversi fattori che possono causare una sua carenza all’interno dell’organismo. Le donne sono più soggette ad anemia da carenza di ferro a causa del ciclo mestruale. Una causa abbastanza comune di emorragie da carenza di ferro è l’emorragia, ma per una descrizione approfondita si veda la voce “Carenza di ferro”, più avanti. Per una descrizione specifica dell’emorragia si rimanda alla voce successiva.

Emorragia: un’emorragia è una perdita di sangue. Solitamente, il sanguinamento avviene a seguito di un trauma, ad esempio quando ci si taglia: in questo caso la perdita di sangue è evidente perché col al di fuori del corpo. Altre volte l’emorragia è meno evidente perché il versamento di sangue è all’interno del corpo.

Le emorragie interne possono essere causate da traumi, come a seguito di un incidente stradale, o essere conseguenze di un intervento chirurgico o possono essere causate da una lesione interna di altra origine. Le ulcere allo stomaco possono causare sanguinamento all’interno dello stomaco stesso: in questo caso la persona colpita se ne accorge perché le feci sono nere, segno che contengono del sangue che è stato attaccato dai succhi gastrici.

Altre volte l’emorragia può avvenire nell’intestino, come nel caso del cancro al colon. In questo caso il sangue nelle feci è di colore rosso vivo. Un’emorragia interna può anche essere causata dall’assunzione di alcuni farmaci come l’aspirina o l’ibuprofene, che possono causare un sanguinamento dello stomaco.

Carenza di ferro: la carenza di ferro è la carenza alimentare più diffusa al  mondo. Tale carenza, se molto grave o prolungata, può causare anemia, poiché il ferro è un componente fondamentale dell’emoglobina e in mancanza di ferro si ha una produzione scarsa di emoglobina o la produzione di un’ emoglobina che non assolve correttamente alle sue funzioni.

Un mancato introito di ferro in quantità sufficiente con l’alimentazione, porta il corpo ad esaurire le scorte del minerale e a causare anemia. Oltre ad una corretta assunzione di ferro tramite gli alimenti, per evitare la carenza è bene integrare la dieta con alimenti ricchi di vitamina C, che ne facilita l’assorbimento, vitamina B12 e folati.

Le cause della carenza di ferro, oltre ad un apporto dietetico insufficiente possono essere:

  • assunzione di farmaci chelanti
  • aumentato fabbisogno di ferro
  • flusso mestruale abbondante
  • mancata assunzione di vitamina C in quantità sufficiente
  • malassorbimento nel tratto gastrointestinale

Gli effetti della carenza di ferro sono:

  • spossatezza
  • debolezza
  • fiato corto
  • sindrome da gambe senza riposo
  • pallore delle mucose (visibile nelle gengive)
  • mal di testa
  • capogiro
  • svenimento
  • sonnolenza
  • ingrossamento della milza
  • irregolarità del battito cardiaco
  • lingua ulcerata
  • sensazione di freddo

Per aumentare e migliorare l’assorbimento del ferro sono utili i seguenti alimenti e sostanze:

  • vitamina C
  • betacarotene
  • integratori di ferro

Le sostanze che invece diminuiscono l’assorbimento del ferro sono:

  • il calcio e gli integratori di calcio
  • i farmaci e le sostanze antiacide
  • i polifenoli (presenti ad esempio nel caffè e nel cacao)
  • gli ossalati (presenti in alcuni vegetali)
  • le uova

Ulcere o tumori del tratto gastrointestinale: queste condizioni possono casare una continua emorragia non visibile poiché il sangue viene riversato all’interno del corpo. Si veda il paragrafo emorragia, poco sopra.

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MCHC basso e MCH basso

Anemie ipocromiche: in questo caso, l’ emoglobina è bassa sia in percentuale sia in valore assoluto.

Anemie macrocitiche: i sintomi di queste anemie includono mal di testa, diarrea, affaticamento, atassia, lingua gonfia, problemi con i riflessi dei tendini profondi, tachicardia, dispnea. Sono anemie la cui caratteristica è la presenza di globuli rossi di dimensioni medie più grandi del normale.

MCHC alto

Sferocitosi: è una malattia ereditaria rara. Nel Nord Europa colpisce circa una persona ogni 15 mila e causa emolisi, cioè un’aumentata distruzione delle cellule del sangue. Poiché i sintomi della sferocitosi sono particolarmente gravi nel primo anno di nascita, nella maggior parte dei casi viene diagnosticata molto precocemente. Statisticamente, è presente nel 50% dei bambini che nascono con ittero.

I sintomi sono infatti un colorito giallastro della pelle che ad esami approfonditi mostra anemia in 6/7 pazienti su 10, e splenomegalia, ovvero un ingrossamento della milza (presente anche in altri tipi di anemie).

Carenza di acido folico: sono vitamine del gruppo B e vengono indicate col nome di B9. È essenziale per la prevenzione di alcune malformazioni del feto. Le anemie da carenza di folati sono solitamente causate da uno scarso consumo di frutta e verdura o da un malassorbimento intestinale, come nel caso della celiachia e della malattia di Crohn.

Può anche presentarsi durante la gravidanza, per l’aumentato fabbisogno di folati o nel caso di malattie autoimmuni. Infine può essere la conseguenza di assunzione di alcuni farmaci o di un eccesso di bevande alcoliche.

Carenza di vitamina B12: nei casi di carenza di vitamina B12, le anemie sono molto lente nel mostrare i loro sintomi e può esserci la presenza di subittero (tipico colore giallo delle mucose, si nota a livello della sclera dell’occhio). Possono anche derivare da problemi nella digestione.

Malattie al fegato: diverse malattie che colpiscono il fegato hanno come conseguenza l’insorgenza della cosiddetta anemia aplastica.

Ustioni gravi: le ustioni possono danneggiare i globuli rossi e causare anemia.

MCHC normale

Tratto talassemico: questa condizione è la seconda causa in Italia di anemia in età pediatrica. Si tratta della situazione di portatore sano della talassemia, che non presenta sintomi chiari e che non sviluppa la malattia vera e propria, ma che può trasmettere il proprio tratto ai figli. È una caratteristica ereditaria e indica che almeno uno dei due genitori ha almeno un tratto talassemico.

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