Con “Sindrome di Stendhal” (in lingua inglese Stendhal’s syndrome, hyperkulturemia, o Florence syndrome) in psicologia e medicina ci si riferisce ad un insieme di segni e sintomi che una persona può improvvisamente sviluppare quando guarda un’opera d’arte, ad esempio un dipinto od una statua, che la emoziona particolarmente. I sintomi sono principalmente ansia fisica ed emotiva, tachicardia, capogiro, vertigini, senso dissociativo, confusione, allucinazioni, fino addirittura lo svenimento. Le cause di tale sondrome non sono ancora del tutto chiare. La Sindrome di Stendhal viene anche chiamata “Sindrome di Firenze” proprio perché, in virtù della elevatissima quantità di splendide opere d’arte da essa possedute, spesso la sindrome si verifica proprio nella famosa città toscana ed i primi casi studiati furono proprio dei turisti in visita a Firenze.
Sindrome di Stendhal: i sintomi
La Sindrome di Stendhal si manifesta con tre differenti tipologie di disturbo. La prima tipologia è quella identificabile con crisi di panico ed ansia somatizzata, dove i soggetti accusano improvvisamente palpitazioni, difficoltà respiratorie, malessere al torace, la sensazione di essere sul punto di svenire e conseguentemente lo sviluppo di un vago senso di irrealtà. Tali condizioni portano ad avvertire un improvviso bisogno “di casa”, di tornare nella propria terra, di parlare la propria lingua. Le altre due tipologie sono invece più serie. Una riguarda prevalentemente i disturbi dell’affettività, e si manifesta con stati di depressione – crisi di pianto, immotivati sensi di colpa, senso di angoscia …- o all’opposto con stati di sovraeccitazione – euforia, esaltazione, assenza di autocritica… -; l’altra riguarda i disturbi del pensiero, con alterata percezione di suoni e colori e senso persecutorio dell’ambiente circostante: a differenza della altre due tipologie, questa si manifesta frequentemente in persone con precedenti di scompenso psicologico, che, tuttavia, si trovavano prima della partenza in uno stato di benessere.
Sindrome di Stendhal: perché si chiama così?
Il nome di questa sindrome è attribuito allo scrittore francese Stendhal divenuto famoso nei primi del 1800, pseudonimo di Marie-Henri Beyle, che ne fu personalmente colpito durante il suo Grand Tour effettuato nel 1817, che svenne davanti alla Sibille del Volterrano nella cappella Nardini di Firenze. Lo scrittore ne diede una prima descrizione che riportò nel suo libro Roma, Napoli e Firenze: «Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere.»
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Storia dello studio della Sindrome di Stendhal
Pur se descritto già nei primi del 1900, il disturbo venne individuato ed analizzato scientificamente per la prima volta solo nel 1977 dalla psichiatra fiorentina Graziella Magherini, che descrisse alcuni casi di turisti stranieri in visita a Firenze colpiti da episodi acuti di sofferenza psichica ad insorgenza improvvisa e di breve durata. Tali soggetti, quasi sempre maschi, di età compresa fra 25 e 40 anni e con un buon livello di istruzione scolastica, viaggiavano da soli, erano provenienti dall’Europa Occidentale o dal Nord-America e si mostravano molto interessati all’aspetto artistico del loro itinerario. L’esordio del disagio si presentò poco tempo dopo il loro arrivo a Firenze, e si verificò all’interno dei musei durante l’osservazione delle opere d’arte. I sintomi descritti all’esordio non furono ascrivibili ad uno specifico disturbo psichiatrico, bensì abbracciavano più aree della tradizionale psicopatologia, da quella psicotica a quella nevrotica/dissociativa. Dei 106 turisti descritti dalla Magherini, infatti, alcuni presentavano disturbi del contenuto e della forma del pensiero con intuizioni e percezioni deliranti associate a disturbi delle senso/percezioni con allucinazioni uditive, fenomeni illusionali e cenestofrenie; altri presentavano disturbi affettivi, con umore orientato in senso depressivo con contenuti olotimici di colpa e di rovina o, viceversa, in senso maniacale con euforia e manifestazioni di estasi. Altri ancora manifestavano sintomi riferibili agli attuali criteri diagnostici per il disturbo di panico, con crisi acute di ansia libera o situazionale.
La Sindrome di Stendhal: il film
“La sindrome di Stendhal” è anche un film thriller/horror – non troppo riuscito per la verità – del 1996, diretto da Dario Argento ed interpretato da Asia Argento, Paolo Bonacelli, Marco Leonardi, Thomas Kretschmann e Cinzia Monreale. Nel film Asia Argento interpreta una poliziotta che, sulle tracce di un serial killer., alla Galleria degli Uffizi sviene davanti a un’opera di Bruegel (Caduta di Icaro) in preda proprio alla Sindrome di Stendhal.
La Sindrome di Stendhal in musica
E’ relativamente recente, infine, la scoperta che anche la musica, di forte impatto psicologico ed emotivo, può essere causa di stati molto simili a deliri comuni e allucinazioni, la cui diagnosi è accostabile alla Sindrome di Stendhal.
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