Rottura delle acque: sintomi, colore, come riconoscerla, che fare?

MEDICINA ONLINE GRAVIDANZA INCINTA DIARREA FECI LIQUIDE FETO PARTO CESAREO DIETA FIBRA GRASSI ZUCCHERI PROTEINE GONFIORE ADDOMINALE MANGIARE CIBO PRANZO DIMAGRIRE PANCIA PESO INTESTINOLa rottura delle acque è uno dei vari sintomi che caratterizza il travaglio, cioè la prima fase del parto naturale che culmina con l’espulsione del neonato attraverso il canale del parto.

Quando inizia il travaglio? I sintomi che preannunciano l’inizio del travaglio

L’inizio del travaglio può avvenire improvvisamente o gradualmente ed è caratterizzato dalla comparsa di:

  • contrazioni uterine forti, regolari ed ingravescenti: sono inizialmente deboli, in seguito si fanno sentire a distanza di minuti e poi secondi l’una dall’altra con una durata che può variare sino ad avvertirle ogni trenta secondi. Le contrazioni uterine sono abbastanza caratteristiche e la futura mamma le riconosce facilmente, specie se ha già partorito altre volte;
  • modificazioni a carico della cervice (assottigliamento e dilatazione);
  • emissione del tappo cervicale caratterizzata dalla fuoriuscita di una sostanza bianca, densa, inodore e mucillaginosa, striata di sangue e talvolta seguita da una piccola perdita ematica;
  • rottura spontanea delle membrane (rottura delle acque) con emissione di un’ingente quantità di liquido caldo, normalmente inodore ed incolore.

Altri sintomi del fatto che il parto si sta rapidamente avvicinando, potrebbero essere:

  • perdite: alla fine della gravidanza si possono avere delle piccole perdite di liquido amniotico che sono trasparenti e inodori
  • respirazione facilitata: per tutta la gravidanza il peso del bambino e il volume dell’utero vi hanno causato una sensazione di pressione e costipazione a livello della respirazione, adesso invece il bambino è in posizione più inferiore e ciò regala un immediato sollievo ed una migliore facilità respiratoria;
  • sensazione di urinare: lo spostamento visto nel punto precedente, porta il bimbo a premere sulla vescica, e ciò può determinare uno stimolo impellente di urinare anche con la vescica è parzialmente vuota. In pratica “correte in bagno” per emettere una piccola quantità di urina.

Infine un altro sintomo che può annunciare l’imminente arrivo del travaglio è rappresentato dalla diarrea, sostenuta dal rilascio di ormoni endocrini e paracrini che preparano l’organismo della partoriente al lieto evento.

Tali sintomi si associano ad altri segni e sintomi che la futura mamma inizia a provare già diversi giorni prima del parto, come ad esempio:

  • abbassamento della pancia: ciò avviene perché il bambino, nelle ultime fasi di gravidanza, si trova generalmente a testa in giù e la pancia della donna che sta per partorire è chiaramente molto abbassata;
  • stanchezza o, al contrario, tanta energia: la stanchezza solitamente accompagna la donna per quasi tutta la gravidanza, ma alla fine si fa sentire ancora di più, soprattutto se abbiamo messo qualche chilo di troppo, ci impigriamo e anche fare una brevissima passeggiata ci stanca in maniera spropositata. In altre donne, invece, proprio gli ultimi giorni della gravidanza sono caratterizzati da un ritrovato vigore e maggiore energia, come non succedeva da mesi;
  • mal di schiena: le piccole contrazioni preparatorie possono contribuire a far venire il mal di schiena.

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Emissione del tappo cervicale

Durante la gravidanza, la cervice è occupata da un accumulo di materiale mucoso, che impedisce la risalita nell’utero di microrganismi patogeni, proteggendolo dalle aggressioni del mondo esterno. All’inizio del travaglio, quando la cervice inizia a dilatarsi in preparazione al parto, questo tappo scivola via e viene espulso. In tale occasione, la gestante avverte la fuoriuscita di una sostanza bianca, densa, inodore e mucillaginosa, striata di sangue e talvolta seguita da una piccola perdita ematica. Questo sintomo, quando viene percepito dalla donna, di per sé dice solamente che il travaglio è ormai prossimo, ma – se isolato dagli altri sintomi del travaglio – non fornisce alcuna indicazione sull’esatta distanza dal parto. L’evento può infatti insorgere anche qualche settimana prima dell’inizio del travaglio.

Rottura delle acque

Arriviamo ora all’argomento “principe” di questo articolo: la rottura delle acque. Cominciamo col dire che la “borsa delle acque” è una specie di sacco che contiene il feto ed il liquido amniotico in cui è immerso. Nella sua classica presentazione, alla rottura delle acque consegue la discesa in vagina di un’ingente quantità del contenuto della borsa delle acque, caratterizzato principalmente da liquido caldo, normalmente inodore ed incolore. Queste caratteristiche aiutano a differenziarlo dall’urina e dalle comuni perdite vaginali, più viscose, non continue e talvolta frammiste a sangue. La quantità di liquido amniotico che fuoriesce dalla vagina è comunque variabile; se ad esempio il sacco si fora in un solo punto anziché rompersi completamente, la perdita risulta modesta e non costante; pur tuttavia, si ripete nell’arco della giornata ed è in genere associata ai movimenti della mamma, cioè più la madre si muove e più elevate sono le possibilità che il fenomeno si ripresenti. Le membrane possono rompersi all’inizio del travaglio oppure senza che siano iniziate le contrazioni; nella maggioranza dei casi le acque si rompono durante il travaglio e qualora le contrazioni uterine non si presentino nelle successive 24 ore, vengono in genere stimolate medicalmente.

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Rottura delle acque: cosa deve fare la futura mamma?

Il nostro primo consiglio per la futura mamma è quello di cercare di restare tranquille e lucide, anche se ciò è più facile a dirsi che a farsi. Per tranquillizzarci ricordiamo che è un fenomeno assolutamente normale e che preannuncia uno dei momenti della nostra vita, seppur faticoso, più belli in assoluto. Il secondo consiglio è quello di cercare di assorbire il liquido con l’aiuto di un assorbente o alcuni fazzoletti e farsi trasportare subito in ospedale. Cercate di respirare in modo profondo ed evitate movimenti bruschi. Il travaglio sta per cominciare ma non è detto che sia doloroso e lunghissimo, come qualcuno pensa. Può durare poche o molte ore, essere più o meno doloroso, tutto dipende dal grado di dilatazione della cervice per il passaggio del piccolo.

Rottura delle acque: cosa deve fare il futuro papà?

In caso di rottura delle acque, il ruolo del futuro papà è ovviamente secondario, ma non meno importante affinché tutto vada per il verso giusto. E’ necessario che il partner si mantenga calmo e lucido come ed ancor di più della donna, dal momento che quasi sempre è lui che dovrà guidare per condurre la partoriente fino all’ospedale, velocemente ma in modo razionale, evitando manovre azzardate e pericolose. Durante il tragitto rassicurate la donna, ricordatele che sta per arrivare uno dei momenti più belli della vostra vita e rammendatele gli esercizi di respirazione che ha provato tante volte durante il corso pre-parto. Arrivati all’ospedale, aiutatela a scendere dall’auto e… auguri ai futuri neo-genitori!

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