La Tomografia ad emissione di positroni (anche chiamata “PET” acronimo dall’inglese “Positron Emission Tomography”) è una metodica di diagnostica per immagini che consente di individuare precocemente i tumori e di valutarne la dimensione e la localizzazione. L’esame si basa sulla somministrazione di radiofarmaci, caratterizzati dall’emissione di particelle chiamate positroni. Le indagini di Medicina Nucleare, come la PET, prevedono la somministrazione di una piccola quantità di una sostanza radioattiva (radiofarmaco), al fine di indagare le caratteristiche funzionali degli organi e degli apparati nei quali il radiofarmaco si localizza. La procedura inizia con l’iniezione di un radiofarmaco formato da un radio-isotopo tracciante con emivita breve, legato chimicamente a una molecola attiva a livello metabolico (vettore), ad esempio il fluorodesossiglucosio (18F-FDG). Dopo essere stato somministrato per via endovenosa, il radiofarmaco si distribuisce in particolari modi nel corpo del paziente permettendo di ottenere delle immagini diagnostiche.
In contrapposizione alla costosa PET è ora disponibile la meno costosa SPECT (Single Photon Emission Computed Tomography) la tomografia per emissione con fotoni singoli. Una apparecchiatura PET costa circa 10 volte più di una SPECT (0.5-1 ml euro) e non richiede la contemporanea presenza di un ciclotone; per questa ragione le prime sono molto meno presenti sul territorio Esistono differenze tra le tecnologie di acquisizione SPECT e PET. La diagnostica si esegue sempre con radiazioni gamma, però i metodi e le apparecchiature sono diverse a seconda del tipo di emissione. Nella SPECT, dopo iniezione di sostanze radioattive, un apparecchio in grado di rilevare le radiazioni gamma ruota attorno al paziente acquisendo immagini che vengono elaborate al computer. La SPECT è spesso impiegata per la diagnosi di malattie cerebrali e del sistema neuroendocrino.
Nella SPECT – basata su una tecnologia più semplice – si registrano solo le radiazioni dirette perpendicolarmente al rivelatore, nella PET due rivelatori colpiti contemporaneamente da fotoni con direzione obliqua rispetto all’asse del cilindro possono ugualmente registrare la radiazione. Questo complesso di condizioni rende la PET più veloce della SPECT e con una maggior risoluzione. La velocità di esecuzione è un requisito essenziale perché i radioisotopi usati in PET hanno generalmente emivita più breve di quelli usati in SPECT.
Analogamente alla PET, la SPECT (diversamente da TAC, ecografia e risonanza magnetica) permette di ottenere delle informazioni funzionali sull’intero corpo del paziente o su uno specifico organo. La radiazione interna è ottenuta per mezzo di un farmaco marcato con un isotopo radioattivo (tipicamente il tecnezio) che può essere iniettato, ingerito, o inalato. L’isotopo radioattivo decade mediante emissione dei raggi gamma che, in seguito alla rivelazione, forniscono un’immagine di ciò che avviene all’interno del corpo del paziente.
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