Fenciclidina (PCP o polvere d’angelo): effetti, dosi e danni

MEDICINA ONLINE ALLUCINOGENI PCP POLVERE ANGELO FUNGHI FUNGHETTI ECSTASY DROGA EFFETTI MDMA METABOLITA MDA DIPENDENZA ALLUCINAZIONI VISIONI ECCITAZIONE PILLS PILLOLA COMPRESSE PASTIGLIELa fenciclidina è una sostanza allucinogena di sintesi a base di piperidina, il principale precursore di alcune droghe ad azione oppiomimetica particolarmente diffusa negli anni settanta e ottanta, soprattutto negli Stati Uniti. E’ stata sviluppata negli anni ’50 e brevettata dalla compagnia farmaceutica Parke-Davis come anestetico endovenoso da utilizzare per gli interventi chirurgici. L’utilizzo è stato presto sospeso a causa degli effetti collaterali manifestati dai pazienti, come stati deliranti, agitazione e psicosi nel periodo post-operatorio. Sfruttata successivamente in campo veterinario, per poi diffondersi negli ’60 nel mercato illegale delle droghe con il nome di “PCP” (acronimo derivante dalla sua nomenclatura IUPAC, 1-(1-fenilcicloesil)piperidina) o anche come “polvere d’angelo”. Esistono nel mercato illegale attuale moltissime molecole varianti del PCP, analoghe a quella della fenciclidina ed in genere tutte hanno effetti simili, differenziandosi per la loro intensità. Un “parente stretto” del PCP è la ketamina che, pur avendo effetti di minore durata ed intensità, ha generalmente molti meno effetti collaterali della fenciclidina.

Come si presenta la fenciclidina?

Nella sua forma pura il PCP si presenta come una polvere cristallina bianca che si dissolve velocemente in acqua. Tuttavia la maggior parte del PCP sulla strada contiene un certo numero di contaminanti che causano una variazione del colore, con una consistenza che varia dalla polvere, alla massa gommosa, alle pillole. La fenciclidina può presentarsi in forma liquida o in polvere. Nel primo caso, si imbeve una sigaretta nel liquido per poi fumarla. Nel secondo viene generalmente sniffata (cioè aspirata dal naso con una cannuccia o direttamente con la narice).

Come si assume la fenciclidina?

Come già anticipato, il PCP può essere inalato, fumato, iniettato o masticato, in dosi generalmente di 5-10 mg. È venduto più comunemente sotto forma di polvere o di liquido ed è applicato su sostanze che vengono in seguito fumate, come tabacco, marijuana, origano, prezzemolo, o menta; il motivo di questa modalità d’assunzione è dovuto al fatto che in questo modo gli effetti della droga si manifestano prima rispetto agli altri metodi.

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Funzionamento della fenciclidina

La fenciclidina funziona principalmente come un antagonista dei recettori NMDA inibendo il loro funzionamento. Altre sostanze che bloccano questi recettori sono la ketamina e il destrometorfano. Il recettore NMDA è un recettore canale che regola il flusso di ioni sodio e calcio (Na+ e Ca++) in alcuni tipi di neuroni. È un recettore molto complesso, su cui sono presenti numerosi siti di binding, fra cui vi è un sito specifico per il legame della fenciclidina (chiamato, appunto, sito PCP) che si ritiene sia localizzato all’interno del canale ionico. La fenciclidina non solo è in grado di legarsi ai recettori NMDA, ma è anche in grado di esercitare un’azione agonista nei confronti dei recettori dopaminergici di tipo D2; azione dalla quale derivano, con molta probabilità, i suoi effetti schizofrenici. Inoltre, da alcuni studi è emerso che la fenciclidina è anche in grado di legarsi – ostacolandone l’attività – ad alcune proteine di trasporto deputate al reuptake della dopamina, portando così a un ulteriore aumento della biodisponibilità di questo neurotrasmettitore. Infine, da altri studi ancora è emerso che la fenciclidina è capace di legarsi ai recettori delle endorfine e delle encefaline (quindi ai recettori oppioidi) producendo un effetto di tipo analgesico.

Quando iniziano gli effetti e quanto durano?

Gli effetti iniziano in tempi diversi in base alla modalità di assunzione ed al dosaggio, ma generalmente si presentano dopo circa 10-20 minuti dall’assunzione. Gli effetti durano alcune ore, ma nonostante ciò, ci possono volere alcune settimane per eliminarla totalmente dal corpo.

Quali sono gli effetti della fenciclidina?

Gli effetti provocati sul Sistema Nervoso Centrale sono simili a quelli generati dagli allucinogeni, ma viene classificato come droga dissociativa a causa dei suoi effetti psichedelico-dissociativi. La fenciclidina è una sostanza potente in grado di alterare il sistema percettivo, fino a bloccarne il funzionamento, portando l’assuntore in una sorta di trance e a vivere un’esperienza “al di fuori dal corpo” chiamata “depersonalizzazione”, proprio perché questo non viene più avvertito. Altri effetti del PCP, sono:

  • allucinazioni uditive e visive;
  • euforia;
  • dissociazione;
  • sensazione di forza, invincibilità, maggiore resistenza.

Oltre a ciò, in letteratura sono stati riportati alcuni casi in cui si sono manifestati comportamenti violenti e in cui si sono verificate aggressioni. In altri casi ancora, invece, si sono manifestati impulsi suicidi. Tuttavia, è bene ricordare che poiché la fenciclidina è spesso assunta in associazione ad altre droghe, non è ben chiaro se queste manifestazioni violente e suicide siano provocate dalla singola PCP o dall’interazione fra quest’ultima e gli altri tipi di droga che si sono assunti.

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Effetti indesiderati e collaterali del PCP a bassi dosaggi

La fenciclidina è in grado di indurre molti altri effetti collaterali, il cui tipo e gravità variano di molto in funzione della dose assunta e dell’eventuale associazione sinergica con altre droghe come cocaina, MDMA e marijuana. La fenciclidina, generalmente, anche a bassi dosaggi (sotto i 5 mg) può determinare:

  • disorientamento;
  • delirio;
  • paranoia;
  • effetti paralizzanti sulla mente;
  • intorpidimento delle estremità;
  • tachipnea (aumento della frequenza respiratoria);
  • ipertensione (aumento della pressione arteriosa);
  • tachicardia (aumento della frequenza cardiaca);
  • aumento della temperatura corporea;
  • difficoltà a parlare;
  • movimenti scoordinati;
  • andatura instabile;
  • nausea e vomito;
  • malessere generale.

Effetti indesiderati e collaterali del PCP a dosaggi moderati/elevati

Dosi moderate e dosi elevate (5-10 mg o più) di fenciclidina possono portare all’insorgenza di effetti collaterali più severi, quali:

  • grave tachipnea (aumento della frequenza respiratoria);
  • grave ipertensione (aumento della pressione arteriosa);
  • grave tachicardia (aumento della frequenza cardiaca);
  • anestesia;
  • minore percezione del dolore (analgesia) che può determinare traumi come fratture non avvertiti dal soggetto, che non prende contromisure adeguate col rischio di peggiorare la lesione;
  • nausea e vomito;
  • grave confusione, delirio, paranoia;
  • vertigini;
  • contrazioni muscolari;
  • ipertermia;
  • convulsioni;
  • coma;
  • decesso.

Danni, dipendenza e tolleranza

Pur non determinando una dipendenza fisica, è bene non sottovalutare la capacità della fenciclidina di indurre dipendenza psichica e tolleranza: il soggetto, volendo ripetere l’esperienza, è spinto assumerne dosi ripetute ed in quantità che devono essere sempre maggiori per raggiungere gli effetti delle prime volte, fino ad arrivare al sovradosaggio che, casi più gravi, può portare a coma e morte. Non sono ben noti gli effetti specifici di un uso cronico di PCP, tuttavia si ipotizzano danni permanenti al sistema nervoso centrale.

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