Intolleranza al lattosio in adulti e bambini: sintomi e test

MEDICINA ONLINE NAUSEA MAL DI PANCIA REFLUSSO GE ESOFAGO STOMACO DUODENO INTESTINO TENUE DIGIUNO ILEO APPARATO DIGERENTE CIBO TUMORE CANCRO POLIPO ULCERA DIVERTICOLO CRASSO FECI VOMITO SANGUE OCCULTO MILZA VARICI CIRROSI FEGATOCon “intolleranza al lattosio” o “maldigestione di lattosio” in medicina ci si riferisce ad una condizione caratterizzata da disturbi gastrointestinali che insorgono dopo l’ingestione di alimenti contenenti lo zucchero disaccaride lattosio, generata dalla mancata produzione di lattasi da parte delle cellule del duodeno.
Il lattasi è un enzima lattasi deputato alla scissione del lattosio in glucosio e  galattosio che sotto questa forma possono essere assorbiti. Si stima che quasi la metà degli italiani abbiano cronicamente sintomi legati alla maldigestione del lattosio.

Cause e patogenesi dell’intolleranza al lattosio

Il nostro organismo, per assorbire il galattosio ed il glucosio, deve prima scindere il lattosio e per farlo ha bisogno dell’enzima lattasi. Se l’enzima manca o è deficitario, il paziente si dice “intollerante al lattosio“. La permanenza del lattosio non digerito nell’intestino determina fermentazione ed essendo il lattosio una sostanza osmoticamente attiva, richiama nel colon acqua e sodio impedendo la formazione delle feci solide. Ciò determina i tipici fastidiosi sintomi dell’intolleranza al lattosio. Quella appena descritta è la forma “primaria” di intolleranza, cronica e spesso diffusa tra i componenti famigliari del paziente. Esiste anche una forma “secondaria” di intolleranza al lattosio che si manifesta in seguito alla presenza di disturbi intestinali di altro genere, tipicamente infezioni come ad esempio nel caso di diarrea acuta infettiva, per esempio da rotavirus o da giardia: in questo caso l’intolleranza non è cronica ma invece è di tipo transitorio, regredisce in 3-4 mesi e può manifestarsi all’inizio della diarrea o durante il suo decorso. La forma secondaria è sporadica, al contrario della forma primaria che tende a colpire tutti i componenti famigliari.

Forma congenita di intolleranza al lattosio

La forma primaria tende a verificarsi quando l’enzima lattasi inizia a diminuire, in genere all’età di due anni (o più tardi), ma i sintomi si manifestano solo in adolescenza o in età adulta quando le quantità residue sono molto scarse. In casi rari, la forma primaria è già presente alla nascita e prende il nome di “intolleranza congenita”: in questa forma l’enzima lattasi per cause genetiche è assente fin dalla nascita e ciò determina i sintomi fin da quando il bimbo assume il latte la prima volta. In tale caso il neonato dovrà quindi essere nutrito con formule senza lattosio.

Leggi anche:

Intolleranza al lattosio transitoria nei bambini

Esiste una forma “transitoria” di intolleranza al lattosio, particolarmente frequente in età pediatrica. In questi casi, una causa primitiva (per esempio una gastroenterite infettiva) può provocare un deficit temporaneo di lattasi. Per questo motivo è buona norma, in pediatria, evitare di somministrare latte nel primo giorno di una gastroenterite in quanto essendoci un deficit di lattasi il lattosio non digerito può peggiorare la diarrea. In alcuni casi la forma transitoria si verifica in bimbi prematuri.

Intolleranza al lattosio allergia al latte

Nell’uso comune spesso l’intolleranza al lattosio viene confusa spesso con una allergia al latte, che invece è una patologia in cui il sistema immunitario reagisce in maniera anomala contro alcune proteine del latte. I sintomi di allergia ed intolleranza, per certi versi, sono sovrapponibili e questo contribuisce spesso a creare confusione tra i pazienti.
È importante ricordare che l’allergia alle proteine del latte vaccino è una condizione più frequente durante i primi mesi di vita del bambino, quindi a parità di sintomi è più probabile che un neonato/lattante abbia una allergia al latte e non una intolleranza al lattosio. E’ infine utile ricordare che, nonostante entrambe le condizioni producano un quadro sintomatologico simile, di norma l’allergia alle proteine del latte vaccino provoca anche orticaria e/o rash cutanei, non presenti nell’intolleranza al lattosio, fatto questo che aiuta il medico a formulare la diagnosi differenziale.

Sintomi di intolleranza al lattosio in adulti e bambini

L’intolleranza al lattosio si manifesta in adulti e bambini con sintomi simili:

  • flatulenza;
  • meteorismo;
  • dolori addominali;
  • crampi addominali;
  • gonfiore addominale;
  • tensione addominale;
  • malessere;
  • nausea;
  • vomito;
  • senso di eccessiva pienezza;
  • diarrea (a volte alternata con stitichezza);
  • dimagrimento.

Test e diagnosi per l’intolleranza al lattosio

La diagnosi è possibile con il “breath test”, cioè il “test del respiro” ed attraverso uno specifico esame del sangue. In alcuni casi potrebbe rendersi necessaria una biopsia duodenale.
Il test del respiro è un test non invasivo in cui si somministra lattosio ad un soggetto e, se nel suo respiro si rileva una quota di idrogeno superiore rispetto a quella riscontrata prima della somministrazione, il test è positivo ed quindi probabilmente intollerante al lattosio. Il test richiede di norma 2-3 ore di tempo per essere portato a termine ed è semplicemente necessario somministrare per via orale (bere) una soluzione di lattosio.
Grazie a tali strumenti, il medico riesce a fare diagnosi differenziale con altre patologie caratterizzate da sintomi simili, come:

  • celiachia;
  • sindrome del colon irritabile;
  • malattie infiammatorie intestinali.

Per approfondire:

Diagnosi per l’intolleranza al lattosio nei neonati

Nei neonati spesso si usa un test che misura l’acidità delle feci: se il neonato è intollerante, l’acidità delle feci sarà aumentata a causa della presenza di di acido lattico che si forma a partire dal lattosio assunto con l’alimentazione.

Terapia dell’intolleranza al lattosio

La terapia è alimentare e prevede la riduzione oppure l’esclusione totale dalla dieta dei cibi contenenti il lattosio (latte e derivati), principalmente:

  • latte vaccino;
  • latte di capra;
  • latticini freschi (ricotta, formaggi, mozzarelle…);
  • gelati;
  • panna;
  • dolci, biscotti ed altri alimenti contenenti latte o suoi derivati.

Altri rischi possono presentarsi con l’assunzione di cibi come prosciutti cotti o insaccati dove il lattosio viene aggiunto come additivo al fine di mantenere una giusta morbidezza delle carni. Anche altri alimenti come i cibi precotti, alcuni tipi di pane in cassetta e perfino molti farmaci (circa 1 su 10 di tutti i farmaci esistenti) ed integratori alimentari possono contenere lattosio. Tra i cibi di cui bisogna sempre controllare bene l’etichetta degli ingredienti, ricordiamo:

  • margarina;
  • carni;
  • insalata;
  • caramelle;
  • merendine;
  • miscele per frittelle;
  • biscotti ;
  • torte;
  • pane;
  • prodotti da forno;
  • cereali;
  • insaccati;
  • purè di patate istantaneo;
  • surgelati.

Esistono comunque prodotti trattati quasi privi di lattosio, in particolare il latte ad alta digeribilità. Oltre a questo in farmacia si possono trovare delle compresse specifiche per permettere agli intolleranti di assumere il lattosio (vedi paragrafo “Farmaci contro l’intolleranza alimentare”).

Leggi anche:

Intolleranza al lattosio: conseguenze sulla salute

Se si elimina il lattosio dalla dieta si potrebbe andare incontro a un peggioramento nell’assorbimento del calcio e vitamina D, con la conseguenza di un peggioramento della mineralizzazione ossea; per questo motivo in caso di accertata intolleranza è buona norma includere nella dieta formaggi a basso contenuto di lattosio (quando tollerati) ed altri cibi ricchi di calcio. Qualora non si possano assumere, per varie ragioni, nemmeno gli alimenti con molto calcio, potranno essere prese in considerazione integrazioni di calcio se prescritte dal medico.

Intolleranza al lattosio: come prevenire i sintomi?

Ecco alcuni consigli utili:

  • evitare di mangiare cibi, farmaci ed integratori che contengono lattosio;
  • imparare a leggere con attenzione le etichette di alimenti, farmaci ed integratori alla ricerca di latte e lattosio;
  • alcuni soggetti intolleranti riescono a volte a tollerare lo yogurt, che presenta naturalmente un basso contenuto di lattosio;
  • usare alimenti “ad alta digeribilità” diminuisce il rischio di provare i fastidiosi sintomi.

Farmaci contro l’intolleranza alimentare

In farmacia si possono trovare delle compresse specifiche per permettere agli intolleranti di assumere il lattosio: tali compresse sono a base di galattosidasi e vanno assunti insieme all’alimento contenente lattosio per facilitarne l’assimilazione, anche se nei soggetti più sensibili non sono sufficienti a prevenire la comparsa di sintomi.

Intolleranza al lattosio o intolleranza al latte?

Molti le confondono, ma sono cose differenti.

Come già più volte affermato in questo articolo, l’intolleranza al lattosio deriva dall’assenza nel sistema digerente dell’enzima preposto alla digestione del latte, chiamato “lattasi“. L’intolleranza al lattosio si manifesta con flatulenza, meteorismo, crampi addominali, diarrea e dimagrimento. Per evitare tali sintomi, il paziente dovrà evitare tutti i tipi di latte che contengono lattosio. Molti intolleranti al lattosio pensano – sbagliando – che un altro tipo di latte animale, ad esempio quello di capra, non dia i fastidiosi sintomi. In realtà, analizzando la componente glucidica, il latte di capra apporta la medesima quantità di lattosio data dal latte vaccino, quindi un intollerante avrà i sintomi anche usando un latte caprino: chi è intollerante al lattosio dovrà necessariamente valutare un latte vegetale (ad esempio quello di soia) per risolvere il problema.

Nell’intolleranza alimentare al latte o “intolleranza da latte” o ancora “cattiva digestione del latte“, invece, l’enzima lattasi è presente, ma il soggetto non si riesce a digerire bene il latte a causa di proteine come la caseina, fortemente presente nel latte. I sintomi sono sovrapponibili a quelli di una intolleranza al lattosio e perciò alcuni individui intolleranti alle caseine del latte, pensa erroneamente di essere intollerante al lattosio. In realtà, al contrario degli intolleranti al lattosio, gli intolleranti al latte potrebbero avere un miglioramento dei sintomi usando un latte che contiene meno caseina. Il latte di capra, ad esempio, rispetto al latte vaccino contiene una percentuale inferiore di caseina di tipo alfa S-1 (la proteina che in genere aggrava i sintomi di un’intolleranza).

Ricapitolando:

  • un intollerante al lattosio non ha miglioramenti cambiando tipo di latte animale, e dovrà necessariamente usare un latte vegetale;
  • un intollerante al latte potrebbe avere miglioramenti usando il latte caprino al posto del vaccino.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!