Va precisato innanzitutto che ci sono due tipi di tapis roulant: quelli magnetici, poco adatti per la corsa e più per la camminata, e quelli motorizzati più diffusi ed adatti alla corsa. Spesso, ma non è una regola, l’uso del tapis roulant è meno gradito agli sportivi rispetto alle uscite all’aperto, perché gli allenamenti «al chiuso» risultano generalmente più noiosi, più faticosi e meno «rivitalizzanti», allenanti e soddisfacenti. La corsa all’aperto, essendo vario l’ambiente circostante risulta ovviamente meno monotona, specie se gli allenamenti sono lunghi e sono svolti in ambienti piacevoli. Tuttavia anche la corsa all’aperto ha vari svantaggi da non sottovalutare: il paesaggio può essere bellissimo, ma se piove a dirotto? Correre sul tapis roulant è senza dubbio più pratico, in questo senso. Ma vi siete mai chiesti quale dei due tipi di corsa sia più faticoso e dispendioso dal punta di vista calorico?
Spinta del corpo in avanti
Correre sul tappeto è, per certi versi, innaturale e difficoltoso e per alcuni può risultare più faticoso; per altri è invece più facile rispetto a correre all’aperto, specie se il terreno è ricco di asperità e con condizioni ambientali difficili e/o con inquinamento. L’uso del tapis roulant può risultare più faticoso perché viene a mancare la spinta del corpo in avanti, poiché il movimento del tappeto porta indietro il piede proprio nel momento in cui l’avampiede dovrebbe spingere in avanti il corpo. Mancando la spinta in avanti si lavora di più coi quadricipiti e – per evitare il contatto col nastro – si tende a sollevare di più il piede, con maggior sforzo del muscolo tibiale anteriore. Ciò può comportare infiammazione di alcuni tendini e maggior affaticamento muscolare, specie a velocità elevate del tappeto. In realtà, in base al vostro tipo di corsa e di movimento, potrebbe essere invece più faticosa la corsa all’aperto.
Caldo, umido e sudorazione
Gli ambienti chiusi di una palestra, specie se poco areata, se da un lato hanno il vantaggio di consentire la pratica della corsa anche quando fuori è buio e a dispetto di ogni condizione atmosferica, dall’altro spesso sono eccessivamente caldi ed umidi, col risultato di avere una sudorazione elevata (determinata anche dall’assenza della resistenza dell’aria tipica invece della corsa open, che raffredda il corpo) ed una maggiore difficoltà nel mantenere una bassa temperatura corporea (l’umidità elevata impedisce una corretta dispersione di calore tramite sudorazione). Tali condizioni possono rendere la corsa su nastro più “pesante” per il corridore abituato a correre open.
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Resistenza dell’aria
Correre sul tapis roulant è però, per altri aspetti, più facile: manca la resistenza dell’aria e, grazie all’elasticità del tappeto, si riduce l’impatto del corpo all’appoggio, con conseguente minor lavoro dell’apparato cardiorespiratorio a parità di velocità e pendenza. Per avere una sollecitazione sull’apparato cardiovascolare simile a quella della corsa su strada, infatti, si dovrebbe correre sul tapis roulant con una pendenza di circa l’uno per cento.
Irregolarità del terreno
A meno che non corra su un asfalto perfetto, chi corre all’aperto sa bene quanto le asperità del terreno influiscano nella sessione: provate a correre all’aperto su un asfalto ben levigato ed a fare lo stesso percorso nello stesso tempo su una superficie totalmente irregolare, come ad esempio una stradina di campagna. Perfino i percorsi dei parchi predisposti alla corsa possono essere pieni di radici, sassi e piante che rendono il piano d’appoggio al piede molto meno prevedibile: ciò costringe il corridore open ad un surplus di energie necessarie per micro-correggere i movimenti per mantenere l’equilibrio, cosa che invece manca nel corridore indoor.
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Psicologia
E ancora, sotto il profilo psicologico, alcuni trovano sia di sprone, correndo sul tapis roulant, poter leggere in tempo reale sul display la distanza coperta/ancora da coprire, la stima del consumo calorico, la frequenza cardiaca, poter variare la velocità di corsa e la pendenza creando un tragitto anche in salita la cui difficoltà può essere decisa momento per momento: ciò può rendere psicologicamente più facile la corsa sul tapis roulant, un luogo anche sicuro, dove in ogni momento si può premere stop e chiedere l’assistenza del trainer e dove, volendo, col tuo smartphone e le cuffie ti puoi perfino vedere un film mentre corri. Allo stesso tempo correre in un parco ricco di verde, con altri colleghi corridori a proprio fianco, lontano dagli accumuli di anidride carbonica ed illuminati da un bel sole, può rendere psicologicamente più semplice correre all’aperto. Il “dispendio psicologico” dipende unicamente da te, dal modo di correre, dal tuo modo di rapportarti con lo spazio intorno a te e non è da sottovalutare: e tutti noi sportivi sappiamo bene quanto la psicologia può influenzare la prestazione sportiva e la percezione della fatica.
Movimento delle braccia
A conti fatti, per il sottoscritto è lievemente più “pesante” correre all’aperto, specie se immersi in una natura che offre un terreno accidentato. Un ultimo fattore che, tra i tanti, mi ha fatto propendere per questa scelta, è la mia abitudine – a media velocità – di poggiare le mani sugli appositi sostegni del tapis roulant: ciò mi fa tenere le braccia praticamente quasi immobili durante la corsa al chiuso. Quando corro all’aperto, invece, sposto con una certa energia le braccia e avanti ed indietro, attivando ritmicamente vari muscoli, soprattutto deltoidi, pettorali, tricipiti e bicipiti brachiali: ciò influisce e non poco sul dispendio calorico totale alla fine della mia sessione.
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