Con “comorbilità” (o “comorbidità“, i due termini sono sinonimi) in campo medico si indica per definizione la coesistenza di più patologie diverse in uno stesso individuo. Il termine può riferirsi alla coesistenza di due o più patologie:
- che sono comparse in tempi diversi;
- che sono comparse contemporaneamente;
- che sono totalmente indipendenti l’una dall’altra (ad esempio che interessano apparati diversi);
- che sono in parte collegate (ad esempio che interessano lo stesso apparato);
- nella quale una malattia (detta primaria) si è verificata per prima ed è stata causa diretta o indiretta dell’altra o delle altre (chiamate “secondarie”).
Indice di comorbilità di Charlson
La conoscenza della comorbilità è utile per valutare il rapporto costi/benefici nel trattamento di una particolare condizione morbosa: per tale motivo è stato elaborato il “Charlson Index” un indice che permette di calcolare la probabilità di sopravvivenza a 10 anni in un paziente in cui fossero contemporaneamente presenti due o più patologie. Per ogni patologia (su un totale di 22) veniva assegnato al paziente un punteggio di 1, 2, 3 o 6 e la somma dei punteggi determinava l’aspettativa di vita. Il Charlson Index è stato sottoposto negli anni a numerose revisioni e variazioni ed è stato trasformato in un questionario da sottoporre al paziente stesso, ma è comunque rimasto uno standard di riferimento negli studi clinici di sopravvivenza. I punteggi relativi a ciascuna condizione morbosa sono i seguenti:
- 1 punto: infarto miocardico, scompenso cardiaco congestizio, vasculopatia periferica, vasculopatia cerebrale, demenza, broncopneumopatia cronica, connettivite, ulcera peptica, epatopatia cronica, diabete mellito non complicato;
- 2 punti: emiplegia, insufficienza renale moderata o grave, diabete mellito con danno d’organo, tumori, leucemie, linfomi;
- 3 punti: epatopatie moderate o gravi;
- 6 punti: tumori maligni, metastasi, AIDS.
Questo punteggio permette di prendere una decisione prima di intraprendere una terapia particolarmente aggressiva, ad esempio trattare una neoplasia maligna in un paziente con scompenso cardiaco e diabete. In questo caso, i rischi e i costi di una terapia aggressiva sono superiori ai vantaggi che il paziente può ottenere ed il medico può trarre delle importanti considerazioni relativamente alla terapia.
Comorbilità in psicologia e psichiatria
In psicologia e psichiatria il concetto di comorbilità non indica obbligatoriamente due malattie distinte, come avviene sempre in campo medico, bensì anche la possibilità di più diagnosi nello stesso paziente in base ai sintomi presentati.
Comorbilità nei DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento)
La comorbidità nel campo dei disturbi specifici dell’apprendimento, può essere distinta in due grossi gruppi:
- comorbilità omotipica: quando sono contemporaneamente presenti due o più disturbi specifici dello sviluppo (dello “stesso tipo”), come ad esempio dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia;
- comorbilità eterotipica: quando il disturbo dell’apprendimento si associa a disturbi psicopatologici internalizzanti o esternalizzanti di “tipo diverso”, come problemi significativi della sfera emozionale, sociale e comportamentale.
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Lo Staff di Medicina OnLine
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