Prima che un nuovo farmaco venga immesso sul mercato, è necessario verificare la sua efficacia e che non arrechi danni alla salute. Per comprendere le sue proprietà, quantificare il rapporto tra gli eventuali rischi ed i benefici che se ne traggono dalla sua assunzione, la molecola chimica che aspira a diventare un farmaco è sottoposta a una lunga serie di studi, condotti prima in laboratorio e su animali e poi sull’uomo. Queste ricerche, la cui durata oscilla in genere tra i sei ed i dieci anni, sono molto dispendiose e sono a carico dell’industria farmaceutica. Le ricerche si articolano in diverse fasi:
- sperimentazione preclinica: studi “in vitro” ed “in vivo” sugli animali;
- sperimentazione clinica: studi cosiddetti di fase I, di fase II, di fase III, e di fase IV eseguiti sull’uomo.
Per ragioni di sicurezza, tutti i trials clinici (cioè le “prove cliniche”) sono progettati per escludere donne in età fertile, gravide e le donne che diventeranno gravide durante lo studio. In alcuni casi i partner maschili di quelle donne sono esclusi o è loro richiesto di prendere provvedimenti per il controllo delle nascite.
Fase I (sicurezza del farmaco)
Gli studi clinici di Fase I sono i primi studi su un nuovo principio attivo condotti nell’uomo, con lo scopo di fornire una valutazione preliminare sulla sicurezza ed un primo profilo dell’attività farmacologica nell’uomo. Normalmente per la prima fase viene selezionato un piccolo gruppo di volontari sani (circa 20-60 persone), vi sono comunque alcune circostanze in cui sono utilizzati pazienti reali, come pazienti in fase terminale o persone che non hanno altre opzioni terapeutiche e che hanno accettato di sottoporsi alla sperimentazione. Queste eccezione avvengono spesso nei trial con pazienti oncologici o con AIDS. Questa fase include trials designati per misurare la sicurezza, farmacovigilanza, tollerabilità, farmacocinetica e la farmacodinamica di un farmaco. Misurano farmacocinetica e metabolismo del farmaco, il suo meccanismo di azione e la sua farmacodinamica. Il soggetto che riceve il farmaco è normalmente tenuto in osservazione per un tempo multiplo di parecchie emivite del farmaco.
I trial in fase I normalmente includono il dose-ranging, normalmente chiamato studio dose escalation, cosicché si possa trovare la dose appropriata per uso terapeutico.
Il dosaggio testato è normalmente una frazione della dose che causa danno nella sperimentazione su animali. I volontari ricevono un indennizzo economico (che a volte può raggiungere cifre di diverse migliaia di euro) per il disagio causato dal loro tempo passato in un centro apposito e dagli eventuali effetti collaterali causati dal farmaco stesso.
Fase II (effetto del trattamento iniziale)
Gli studi clinici di Fase II sono invece studi terapeutici pilota il cui scopo è quello di dimostrare l’attività e di valutare la sicurezza di un principio attivo in pazienti affetti da una malattia per la quale il principio attivo è proposto. Gli studi vengono condotti su un numero limitato di soggetti e spesso, in uno stadio più avanzato, secondo uno schema comparativo, con altri farmaci o placebo.
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Fase III (valutazione generale)
Gli studi clinici di Fase III sono condotti su gruppi di pazienti più numerosi (da centinaia a migliaia di individui) per confrontare l’effetto del nuovo trattamento rispetto al trattamento standard utilizzato nella pratica clinica od al placebo. Inoltre, di solito, le ricerche cliniche di Fase III sono randomizzate e in doppio cieco. In quest’ultima fase sperimentale l’andamento e le caratteristiche delle più frequenti reazioni avverse devono essere indagati e si devono esaminare le caratteristiche del medicinale sperimentale, come ad esempio le interazioni clinicamente rilevanti con altri farmaci, la risposta in funzione di fattori particolari, quali l’età o il sesso.
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Fase IV (sorveglianza Post-Marketing)
I trials in fase IV sono anche chiamati come trials di sorveglianza Post-Marketing. Essi coinvolgono la sorveglianza sulla sicurezza farmacovigilanza e supporto tecnico in corso per un farmaco dopo che ha ricevuto il permesso di essere venduto. Gli studi in fase IV possono essere richiesti dall’autorità regolatrice o possono essere sottoposti dalla compagnia farmaceutica per ragioni di competitività (trovare un nuovo mercato per la molecola) od altre ragioni (per esempio il farmaco potrebbe non essere stato prestato sull’interazione con altre molecole o in certi gruppi di popolazione, come ad esempio donne gravide, che difficilmente si sottoporrebbero da sole al test). La sorveglianza sulla sicurezza è progettata per trovare ogni evento avverso raro od a lungo tempo, su una più grande popolazione di pazienti ed un periodo più lungo di quello possibile durante le fasi I-III. Effetti pericolosi scoperti nella Fase IV possono esitare in un ritiro dal commercio del farmaco o la restrizione dello stesso.
Autorizzazione all’immissione al commercio
Quando infine il nuovo farmaco ha dimostrato di avere un’efficacia sufficiente in rapporto agli eventuali rischi (rapporto rischio/beneficio), tutti i dati derivati dalle valutazioni precliniche e cliniche sono raccolti in un dossier che viene sottoposto all’autorità competente (per l’Italia l’AIFA), per richiederne la registrazione e l’autorizzazione alla commercializzazione. La fase successiva sarà l’immissione in commercio del farmaco.
Fase 0 (studi su umani con microdosi)
Recentemente è stata introdotta anche una fase precedente alla prima, progettata per accelerare lo sviluppo di farmaci promettenti o per stabilire in tempi rapidi se il farmaco agisca sui soggetti umani come si ritiene in base agli studi preclinici. Gli studi in fase 0 non forniscono dati su sicurezza ed efficacia, essendo, per definizione ad una dose troppo bassa per poter fornire qualunque effetto terapeutico. Le compagnie farmaceutiche portano avanti studi in fase 0 in modo da classificare i farmaci candidati, per decidere chi ha i migliori parametri farmacocinetici e chi può proseguire per ulteriori sviluppo e sperimentazione. Ciò permette di decidere di proseguire o no, basandosi su modelli umani pertinenti invece di che farlo su dati talvolta inconsistenti tratti da animali.
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Lo Staff di Medicina OnLine
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