Con leucemia aleucemica (una volta chiamata anche pseudoleucemia) si indica rarissimo tipo di leucemia acuta che si caratterizza in particolare per l’assenza di blasti leucemici nel sangue periferico, che pertanto appare del tutto normale alle analisi ematologiche di routine (emocromo) in mancanza spesso anche della leucocitosi tipica delle leucemie: i globuli bianchi possono quindi apparire normali o solo lievemente ridotti. La diagnosi, al contrario di quello che avviene nella maggioranza delle leucemie, può pertanto essere effettuata solo grazie all’analisi di un campione di midollo osseo, ottenuto con biopsia o con agoaspirato.
La leucemia aleucemica può essere distinta in due sottotipi fondamentali:
- pseudoleucemia mieloide: detta anche mielosi aleucemica, è una forma molto rara, caratterizzata dalla negatività del reperto ematico, che è normale quantitativamente e qualitativamente, nonostante esista una iperplasia sistemica generalizzata del tessuto mieloide, come risulta dall’esame anatomopatologico: una vera mielosi iperplastica sistemizzata quindi, ma senza manifestazioni ematiche. I leucociti, difatti, risultano in numero normale o assai leggermente aumentato (qualche volta diminuito) e qualitativamente sono tutti polimorfonucleati maturi; talvolta solo transitoriamente possono comparire dei mielociti. Clinicamente domina il tumore di milza, che è considerevole e si accompagna agli stessi disturbi della mielosi leucemica, per quanto più lievi e di più lunga durata: peso, tensione e dolori all’ipocondrio sinistro, astenia, lievi disturbi dispeptici e nervosi, pallore e dimagrimento lentamente progressivi fino alle gravi manifestazioni terminali anemiche e cachettiche. Lo stato aleucemico del sangue può durare per tutto il decorso della malattia o anche soltanto per un lungo periodo di tempo, determinandosi in questo caso il passaggio dalla varietà aleucemica alla varietà leucemica della mielosi;
- pseudoleucemia linfatica: anche detta linfoadenosi aleucemica è meno rara della mielosi aleucemica; più lenta e più benigna della forma leucemica, essa presenta in genere lo stesso quadro clinico di quest’ultima, per quanto con maggiore frequenza si manifesti come forma ghiandolare circoscritta e sia più spesso caratterizzata da estese manifestazioni cutanee. La differenza principale è dovuta al numero dei leucociti, che è normale o quasi, con cifre di 5000 a 10.000 elementi e in genere con linfocitosi relativa o anche assoluta (dal 40 al 90% di linfociti), non mancando i casi di cosiddetta linfomatosi alinfemica (con percentuale normale di linfociti) o per lo meno fasi alinfemiche che precedono quelle linfemiche. Talvolta si osservano linfociti immaturi.
Entrambe le forme possono progredire diventando leucemiche.
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Lo Staff di Medicina OnLine
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