Ernia ombelicale: intervento, quando operare, convalescenza

MEDICINA ONLINE ERNIA OMBELICALE PARAOMBELICALE INGUINALE SCROTALE VAGINALE CRURALE SCROTO FEMORALE ADDOMINALE VISCERI INTERVENTO CHIRURGIA POST CONVALESCENZA TEMPI RISCHI COMPLICANZE STROZZATA QUANDO OPERARECon “ernia” si intende la fuoriuscita di un viscere dalla cavità del corpo che normalmente lo contiene, attraverso un orifizio o un canale anatomico fisiologicamente esistente nell’organismo. L’ernia ombelicale è un tipo specifico di ernia in cui si verifica la protrusione di una porzione di intestino attraverso i muscoli addominali, facendosi strada attraverso l’orifizio ombelicale. Si manifesta tipicamente nella regione ombelicale e, salvo complicazioni, si tratta di un disturbo di facile soluzione. Può diventare anche molto voluminosa creando tumefazioni addominali evidenti. Se presente alla nascita, tende a regredire spontaneamente, in caso contrario (o se dovesse comparire in età adulta) potrebbe essere necessario un intervento chirurgico per evitare le complicazioni che potrebbero insorgere qualora rimanesse “strozzata”: in questo caso l’interruzione del flusso di sangue nel tessuto erniato potrebbe determinare pericolose ischemie e necrosi del tessuto e determinare rotture della parete intestinale, emorragie ed infezioni.

Diffusione

L’ernia ombelicale rappresenta la terza in ordine di frequenza tra le ernie addominali, dopo quelle inguinali e crurali. Può essere presente alla nascita o comparire a qualsiasi età, anche se è diffusa maggiormente tra i bambini. Tra gli adulti è prevalente nel sesso femminile. Tra i neonati è prevalente nei bimbi prematuri e/o nati sottopeso.

Tipi di ernia ombelicale

Si distinguono varie forme di ernia ombelicale:

  • ernia embrionale e fetale: sono entrambe di natura congenita essendo legate ad un difetto di chiusura della parete addominale presente alla nascita. L’ernia embrionale è detta “onfalocele“.
  • ernia neonatale: si osserva nel neonato per un difetto di chiusura dell’ombelico dopo la caduta del cordone ombelicale. Tende a regredire in modo spontaneo entro il primo anno di vita, in caso contrario va trattata chirurgicamente. L’operazione è eseguita in genere entro i 3 anni di vita.
  • ernia dell’adulto: è una tipica ernia da debolezza e si può manifestare a tutte le età e nei due sessi con prevalenza per quello femminile. Nelle forme inveterate sono frequenti fenomeni aderenziali tra il sacco e la cute che può presentare edemi e piccole ulcere. L’ernia ombelicale può essere irriducibile ed andare incontro, sia pure raramente, a strozzamento. Si accompagna in qualche caso a disturbi di tipo dispeptico e a dolori vaghi irradiati a fascia.

Le prime forme elencate sono dette ernie ombelicali primarie, mentre la forma dell’adulto è detta ernia ombelicale secondaria.

Cause dell’ernia ombelicale congenita o neonatale

Durante la gravidanza il cordone ombelicale passa attraverso una apertura presente fra i muscoli addominali del bambino che fisiologicamente si chiude subito dopo la nascita. Se i muscoli non si uniscono completamente è possibile che il bambino nasca con o sviluppi un’ernia ombelicale.

Cause e fattori di rischio dell’ernia ombelicale nell’adulto

L’ernia ombelicale in età adulta è generalmente causata da sforzi eccessivi uniti a debolezza costituzionale della muscolatura dell’addome. Altro fattore di rischio è una eccessiva pressione intra-addominale, che a sua volta può essere causata da:

  • sovrappeso e obesità (specie di 2° e 3° grado);
  • pasti cronicamente abbondanti;
  • tumori di organi addominali;
  • gravidanza (specie le gravidanze multiple);
  • ascite.

L’ascite indica la presenza di una raccolta di liquido nella cavità peritoneale, causata a sua volta da:

  • ritenzione di fluidi;
  • patologie renali;
  • alterazione ormonale di aldosterone e renina;
  • sindrome epatorenale;
  • peritonite batterica spontanea (SBP);
  • ipertensione portale (ad esempio in caso di cirrosi epatica).

Altri fattori di rischio possibili, sono:

  • pregressi interventi chirurgici addominali in laparotomia;
  • dieta ipercalorica;
  • debolezza della muscolatura addominale;
  • scarsa attività fisica;
  • tosse intensa e prolungata;
  • uno sforzo eccessivo effettuato durante l’esercizio fisico (come ad esempio il sollevamento pesi);
  • tensione durante la defecazione (ad esempio in caso di stipsi);
  • età avanzata > 50 anni;
  • fumo di sigaretta.

Leggi anche: Ascite: cura, addominale, tumore, sintomi iniziali, paracentesi

Sintomi dell’ernia ombelicale nel bambino

Un’ernia ombelicale in alcuni casi potrebbe essere del tutto asintomatica (cioè non dare alcun sintomo) oppure presentare una tumefazione di grandezza variabile a livello ombelicale. Nel bambino può capitare che tale tumefazione possa essere evidente solo quando assume comportamenti che elevano la pressione addominale, come pianto, tosse o quando si stiracchia; viceversa, quando il bimbo si calma o si sdraia a pancia in su, l’ernia ombelicale tende a diminuire di dimensione o a sparire del tutto. Nel paziente pediatrico l’ernia ombelicale è generalmente indolore.

Sintomi dell’ernia ombelicale nell’adulto

Un’ernia ombelicale nell’adulto potrebbe essere del tutto asintomatica (cioè non dare alcun sintomo) oppure manifestarsi sotto forma di una tumefazione di grandezza e tensione variabili a livello ombelicale. La tumefazione potrebbe diminuire o sparire quando il paziente assume determinate posizioni. L’ernia potrebbe determinare fastidio anche se generalmente non è dolorosa. Diventa dolorosa in modo acuto, con possibile arrossamento della cute, nel caso si verificano complicazioni come lo strozzamento. Altri sintomi sono generalmente:

  • malessere;
  • nausea;
  • vomito;
  • senso di pesantezza;
  • costipazione.

Diagnosi

La diagnosi si basa sull’anamnesi, sull’esame obiettivo e su indagini strumentali come RX, TAC ed ecografia, importanti specie in caso di complicazioni. La diagnosi clinica è relativamente semplice nelle forme conclamate, in cui la tumefazione è evidente. La diagnosi differenziale si pone verso altre neoformazioni, ad esempio tumori. In caso di ernia ombelicale secondaria ad ascite, per il medico sarà importante determinare la causa a monte che l’ha determinata e potrà concentrarsi su vari esami (del sangue, ecografie…) che riguardano, ad esempio, fegato e reni.

Ernia ombelicale: può rientrare?

Come già accennato precedentemente, di solito le ernie ombelicali pediatriche tendono a risolversi spontaneamente entro l’anno di età, se ciò non accade (o se sono presenti altre condizioni, vedi paragrafo “quando operare”) si programma l’intervento entro i 3 anni. Nell’adulto l’ernia di solito NON si risolve in modo autonomo (a meno che l’ernia non si sia verificata in gravidanza: in tal caso tende a risolversi autonomamente in alcune settimane). Alcuni pazienti credono che l’ernia possa guarire completamente da sola o con semplici manovre, fino a scomparire del tutto, senza intervento chirurgico: ciò purtroppo è falso. L’ernia, pur essendo in alcuni casi “riducibile” (con manovre che SOLO IL MEDICO può eseguire), non guarisce con semplici “spinte” manuali: essa richiede l’intervento chirurgico finalizzato a riparare la parete addominale. Senza chirurgia il rischio è che l’ernia si ingrandisca e si complichi, con esiti anche gravi. L’ernia ombelicale comparsa in gravidanza va operata quando, dopo 10 mesi dal parto, sia ancora presente.

Complicazioni

Possibili complicazioni di un’ernia ombelicale, sono:

  • ernia strozzata;
  • interruzione del flusso di sangue nel tessuto erniato;
  • ischemie e necrosi del tessuto;
  • rotture della parete intestinale con fuoriuscita del materiale intransito;
  • emorragie (con rischi correlati, ad esempio anemia);
  • ostruzione intestinale (blocco del transito del materiale alimentare digerito);
  • infezioni.

Terapie nei bambini

Come già anticipato, l’ernia ombelicale nel neonato e nel lattante, cioè nel primo anno di vita, nella maggior parte dei casi non richiede nessun trattamento e tende a scomparire da sola. In tal caso il medico può cercare di farla rientrare esercitando una piccola pressione sull’addome.

ATTENZIONE: non tentare MAI da soli di spingere in dentro l’ernia, poiché ciò potrebbe determinare danni anche gravi all’intestino del bimbo.

Chirurgia dell’ernia ombelicale nel bambino: quando operare?

Nei bambini l’intervento chirurgico è riservato ai casi in cui:

  • non scompare tra il primo ed il terzo anno di vita;
  • l’ernia è sintomatica, cioè produce dolore al bimbo;
  • tende ad ingrandirsi;
  • supera il centimetro e mezzo di diametro;
  • si verifichino complicanzioni (ad esempio rimane intrappolata nella parete addominale).

Solitamente basta anche una sola delle condizioni appena elencate per dare indicazione alla chirurgia.

Terapia dell’ernia ombelicale in gravidanza

Un’ernia ombelicale in seguito alla gravidanza solitamente rientra spontaneamente in poche settimane dal parto: nel caso invece che l’ernia non rientrasse dopo 10 mesi dal parto, è possibile considerare la chirurgia come ipotesi di trattamento.

Terapie negli adulti

Negli adulti il trattamento chirurgico è sempre raccomandato, anche se l’ernia non è particolarmente fastidiosa o dolorosa: in questo modo si evitano possibili complicazioni, che come abbiamo visto possono essere anche molto gravi. L’intervento consiste in una semplice incisione alla base dell’ombelico attraverso cui il tessuto erniato viene riportato all’interno dell’addome.

Intervento operatorio

Il trattamento chirurgico è, salvo complicazioni, generalmente semplice e di routine. L’intervento chirurgico in laparotomia o laparoscopia, comprende varie fasi:

  1. anestesia locale o generale;
  2. incisione chirurgica;
  3. ricollocazione del viscere erniato;
  4. ricostruzione dell’orifizio ombelicale;
  5. saturazione chirurgica delle fasce addominali;
  6. utilizzo di reti di materiale biocompatibile permanente per rafforzare la parete addominale.

La chirurgia laparoscopica ha tempi chirurgici mediamente più lunghi e richiede una conoscenza specifica della tecnica da parte del chirurgo, ma ha grande vantaggi come ad esempio quello di essere molto meno invasiva, di accorciare i tempi di convalescenza post intervento e di residuare in cicatrici e rischio di infezione minori. Per approfondire: Differenza tra laparotomia e laparoscopia

Rischi legati all’intervento

I rischi legati all’operazione, se eseguita da chirurgo esperto, sono molto bassi. Le possibili complicazioni aumentano in caso di età avanzata o di paziente con altre patologie (diabete, ipertensione, cardiopatia, malattie della coagulazione…). I rischi legati all’operazione sono:

  • allergia alle sostanze usate per l’anestesia;
  • formazione di coaguli sanguigni, embolia e trombosi;
  • infezioni del campo operatorio;
  • lesioni all’intestino tenue.

Normali sintomi post-operatori

La comparsa di alcuni sintomi non deve preoccupare il paziente:

  • un leggero gonfiore nella zona operata;
  • lievi ecchimosi nella zona operata;
  • dolore post-operatorio;
  • cute insensibile o ipersensibile nella zona operata;
  • prurito.

In presenza dell’aggravarsi di tali sintomi, consultate subito il vostro medico.

Convalescenza post intervento per l’ernia ombelicale: cosa fare

Nei primi giorni dopo l’intervento, è importante seguire questi consigli:

  • dopo l’intervento è necessario il riposo, ma ciò non vuol dire che il paziente deve restare immobile a letto per 24 ore al giorno, anzi è importante mobilizzarsi precocemente, camminando lentamente per 10 minuti ogni 2 ore di riposo, da soli o con l’aiuto di un’altra persona;
  • a letto è preferibile stare sdraiati con la testa ed il tronco leggermente sollevati;
  • assumere adeguate quantità di acqua;
  • evitare bevande gassate, caffè ed alcolici;
  • è possibile assumere succhi di frutta;
  • evitate pasti troppo abbondanti;
  • preferite pasti leggeri, poveri di grassi;
  • assolutamente NON fumare;
  • evitate stress anche mentale.

Quando riprendere le normali attività?

Salvo diversa raccomandazione da parte dei medici:

  • dopo circa 10 giorni: si può riprendere l’attività lavorativa (ma solo se essa non comprende sforzi fisici);
  • dopo circa 20 giorni: si può riprendere una leggera attività sportiva;
  • dopo le tre settimane: si può riprendere una attività sportiva professionistica e l’attività sessuale.

E’ comunque necessario interpellare il medico prima di svolgere qualsiasi attività.

Consigli per la prevenzione dell’ernia ombelicale e delle recidive durante la convalescenza

Non sono note strategie specifiche per prevenire a monte la comparsa di un’ernia ombelicale o di recidiva dopo rimozione chirurgica, tuttavia il rischio di soffrire di tale patologia tende a diminuire eliminando i fattori di rischio prima elencati. Il nostro consiglio è quello di:

  • smettere di fumare;
  • perdere peso se si è in sovrappeso o obesi;
  • curare eventuale costipazione;
  • fare attività fisica adeguata;
  • mangiare in modo corretto;
  • evitare sforzi intensi, specie sollevamenti, piegamenti e torsioni;
  • usare una pancera.

Per approfondire i vari tipi di ernia, leggi:

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