Con ascesso (anche chiamato apostema) in medicina ci si riferisce ad una raccolta di essudato (edema infiammatorio) purulento (pus) in una cavità neoformata (ad esempio ascesso cerebrale ed epatico), fatto questo che differenzia l’ascesso dall’empiema in quanto quest’ultimo è invece una raccolta di pus in una cavità già presente nell’organismo (ad esempio cavità pleurica, pericardio e peritoneo). Esistono varie forme di ascesso a seconda del luogo dove si manifesta la raccolta di pus: ad esempio pustole e foruncoli sono tipi di ascesso che spesso coinvolgono i follicoli piliferi. Frequenti sono gli ascessi dentali. Gli ascessi cutanei sono molto comuni e sono diventati più frequenti negli ultimi anni.
Cause
Gli accessi sono determinati da infezioni causate generalmente da batteri. Tipi di batteri diversi possono anche essere coinvolti contemporaneamente in una singola infezione. La suppurazione è causata da infezione soprattutto da batteri detti piogeni (streptococchi o stafilococchi). I piogeni sono batteri che provocano infiammazioni suppurative, cioè con produzione di pus ovvero di essudato (edema infiammatorio) estremamente ricco in granulociti neutrofili. Il batterio che causa più comunemente gli accessi è lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina. Raramente i parassiti possono causare ascessi, anche se tale eventualità non è impossibile, specie nei paesi in via di sviluppo.
Fattori di rischio
I fattori di rischio includono l’uso di drogheper via endovenosa con i tassi del 65%. Nel 2005, negli Stati Uniti 3,2 milioni di persone hanno dovuto far ricorso al pronto soccorso per un ascesso. In Australia circa 13.000 persone sono state ricoverate nel 2008 per questa condizione.
Sintomi e segni
L’ascesso è caratterizzato da un decorso rapido e doloroso, con tutte le caratteristiche tipiche di una infiammazione e cioè:
- arrossamento: l’area di arrossamento spesso si estende nelle zone limitrofe;
- dolore: il dolore è generalmente molto intenso;
- calore;
- gonfiore: l’ascesso può apparire, alla palpazione, come pieno di liquido;
- limitazione funzionale della parte interessata.
Altri sintomi possono essere presenti, in base alla gravità ed alla localizzazione dell’ascesso, tra cui:
- malessere generale;
- astenia (stanchezza);
- facile affaticabilità;
- brividi;
- dispnea;
- febbre;
- mal di testa;
- tosse.
Caratteristiche
Un ascesso è caratterizzato da una regione centrale necrotica ricca di leucociti neutrofili morti e cellule necrotiche del tessuto, intorno alla quale vi è una zona di neutrofili vitali. All’esterno, la proliferazione di fibroblasti e di cellule parenchimali, unitamente a una vasodilatazione periferica, indicano l’inizio dei processi riparativi. I fibroblasti infatti creano con il tempo una parete di tessuto connettivo che limiterà la diffusione del processo infettivo. Si tratta della membrana piogenica, costituita da fibre di collagene prodotte dai fibroblasti.
Diagnosi
La diagnosi di un ascesso viene fatta a seguito di anamnesi e soprattutto esame obiettivo: il dubbio è instillato in base alla semplice osservazione ed è confermato da ecografia e/o apertura mediante taglio. Negli ascessi formatisi intorno all’ano, la tomografia computerizzata (TAC) può essere importante per la diagnosi differenziale.
Terapia
Il trattamento standard per la maggior parte degli ascessi della pelle o dei tessuti molli è il taglio e il drenaggio. Non sembra che ci sia alcun beneficio con l’uso di antibiotici per questo tipo di ascesso nella maggior parte delle persone che godono di un buono stato di salute. La chiusura del taglio, dopo aver drenato il liquido, anziché tenerlo aperto può accelerare la guarigione senza aumentare il rischio di recidiva. L’aspirazione del pus con un ago spesso non è sufficiente.
Evoluzione e complicanze
La progressiva necrosi del tessuto determina l’aumento di volume dell’ascesso, che così facendo preme sui tessuti circostanti. Lo svuotamento può essere naturale o artificiale (indotto chirurgicamente). Gli esiti possibile sono:
- maturazione: ovvero lo svuotamento dell’ascesso verso l’esterno o verso una cavità;
- flemmone: il pus si diffonde nei tessuti circostanti seguendo le linee di minor forza, ad esempio in cavità preformate o guaine;
- fistola: soluzione di continuo a forma di canale che mette in comunicazione l’ascesso con l’esterno o altra cavità;
- piemia: pus che penetra nel torrente sanguigno portando con sé residui di materiale necrotico e particelle di microrganismi patogeni.
Nel caso di mancato svuotamento dell’ascesso questo può, se di modesta entità, essere riassorbito con formazione di una cicatrice; se di entità maggiore non si può avere riassorbimento e si avrà la formazione di una cisti.
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