Flemmone: definizione, cause, sintomi, diagnosi e terapia

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO OSPEDALE ANAMNESI ESAME FONENDOSCOPIOCon flemmone in medicina si intende una dispersione di pus o essudato purulento (formato da neutrofili, cellule necrotiche e liquidi) non circoscritta, che si forma per un processo di suppurazione (infezione) all’interno di tessuti cellulari lassi e celluloadiposi interposti fra i vari piani anatomici o attorno ai vari organi. Il flemmone è una delle possibili conseguenze di un ascesso, una raccolta di essudato purulento (pus) in una cavità neoformata, fatto questo che differenzia l’ascesso dall’empiema in quanto quest’ultimo è invece una raccolta di pus in una cavità già presente nell’organismo. Gli altri possibili esiti di un ascesso sono lo svuotamento, la fistola o la piemia.

Etimologia

La parola flemmone deriva dal greco ϕλεγμονή (flegmone) che significa “calore ardente” ad indicare il calore che si avverte nella zona dell’infezione.

Tipi di flemmone

Esistono svariate tipologie di flemmoni, una prima distinzione è tra:

  • flemmoni superficiali: cioè del tessuto sottocutaneo;
  • flemmoni profondi: sottoaponeurotici, intermuscolari, peritendinei, paraosteali, perighiandolari, pararenali, properitoneali, pelvici, parauterini.

Secondo il tipo di flogosi si distinguono flemmoni suppurativi e necrotici o cancrenosi:

  • flemmoni suppurativi: sono causati da batteri piogeni (specialmente da stafilococchi) che possono raggiungere i detti tessuti connettivali o per ferite infette o per diffusione da focolai microbici esistenti nell’organismo;
  • flemmoni necrotici o cancrenosi: sono provocati o da vari batteri, ad esempio streptococchi, che per il loro alto potere tossico determinano un essudato intenso, tale da determinare compressione, ipossia e necrosi dei tessuti circostanti, o formazione di gas. Nei tipici flemmoni cancrenosi non s’ha produzione alcuna di pus, ma rammollimento dei tessuti, che può giungere sino allo sfacelo e alla formazione di una poltiglia o liquame simile a feccia di vino, d’odore acre, talora fetido, con più o meno intensa formazione di bollicine gassose, specialmente accentuata nei flemmoni da germi anaerobi.

Sia i flemmoni suppurativi che quelli cancrenosi possono essere:

  • circoscritti: il processo infiammatorio è ben circoscritto dalla reazione dei tessuti;
  • diffusi: il processo infiammatorio non è circoscritto ed assumere carattere invasivo.

Alcuni flemmoni provocati da germi anaerobi, possono presentare tendenza diffusiva talmente elevata, da culminare in una forma osservata specialmente in guerra e definita “cancrena gassosa”.

Sintomi

Nel flemmone circoscritto i segni dell’infiammazione sono:

  • tumefazione
  • rossore
  • aumento di temperatura locale
  • dolore.

Tali segni non oltrepassano la regione nella quale la flogosi si è iniziata. Nel flemmone diffuso, invece, tali segni si estendono alle regioni vicine, con possibili manifestazioni generali:

  • malessere;
  • febbre continua, anche alta;
  • delirio;
  • mal di testa;
  • cefalea;
  • lingua secca;
  • disappetenza.

Nella fase suppurativa, che si può delineare verso la 4ª-5ª giornata, o anche dopo una settimana, nel flemmone circoscritto s’avranno i sintomi caratteristici dell’ascesso, mentre nel flemmone diffuso persisterà l’indurimento diffuso dato dall’ingorgo infiammatorio e dalla forte tensione dei tessuti e si potranno solo qua e là constatare punti o aree di rammollimento. La febbre poi, pur presentando delle remittenze, non assume quasi mai nel flemmone diffuso quel tipo fortemente remittente o intermittente caratteristico della febbre suppurativa. Nei flemmoni cancrenosi, prevalendo i fenomeni di asfissia locale dei tessuti, il colorito sarà rosso fosco, tendente, nei giorni consecutivi, al bluastro o violaceo, e perfino verdastro, se, coinvolgendo il processo cancrenoso anche la cute, si stabiliscono in essa fatti putrefattivi; la tumefazione e la tensione dei tessuti potranno essere accentuatissime per la presenza di gas; l’aumento locale di temperatura è minore che nelle forme suppurative, e, in caso di cancrena avanzata, può mancare, anzi la pelle può presentarsi più fredda di quella delle parti vicine; modico e talora anche mancante può essere il dolore alla pressione. Nelle forme gassose si potrà apprezzare alla palpazione un caratteristico crepitio (crepitio enfisematoso) e l’esame radiologico potrà dimostrare la presenza d’aree trasparenti ai raggi X dovute alle bolle gassose. Notevoli le manifestazioni tossiche generali, non tanto per la temperatura, che spesso è meno accentuata che nelle forme suppurative diffuse, quanto per l’alterazione del sensorio, per la notevole frequenza del polso, per l’insorgenza talora d’ittero, specialmente in talune forme di cancrena gassosa.

Diagnosi

La diagnosi di flemmone viene effettuata principalmente in base a:

  • anamnesi;
  • esame obiettivo;
  • diagnostica per immagini (RX, TAC, ecografia);
  • esami di laboratorio (emocromo, antibiogramma).

Terapia

La cura nei flemmoni suppurativi circoscritti consiste nell’affrettare mercé impacchi caldi la colliquazione di tutto l’infiltrato infiammatorio e incidere l’ascesso quando esso s’è perfettamente costituito. Nei flemmoni suppurativi diffusi e in quelli cancrenosi bisogna intervenire precocemente con ampie incisioni per decomprimere i tessuti ed evitare l’estendersi del processo infettivo e della necrosi. Nelle forme di cancrena gassosa bisogna aprire sistematicamente e quanto più precocemente possibile le singole guaine aponeurotiche, dando esito agli essudati e ai prodotti di colliquazione, cauterizzando estesamente i tessuti e zaffando con garza imbevuta di sostanze antisettiche (ipoclorito di calcio). Sono utilissime le iniezioni di sieri immunizzanti antistafilococcici, antistreptococcici e contro i varî microrganismi anaerobî delle forme cancrenose, oltre a tutte le altre cure disintossicanti. In taluni casi di cancrena gassosa è necessaria l’amputazione.

Flemmone ligneo

Viene chiamato “flemmone ligneo” l’infiammazione subacuta o cronica del connettivo sottocutaneo o dei connettivi profondi, caratterizzata da ispessimento e indurimento di essi per formazione di tessuto sclerotico.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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