Infiammazione purulenta e pus: cause, tipi, sintomi e terapie

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO LABORATORIO MICROSCOPIOUn’infiammazione purulenta è un’infiammazione caratterizzata principalmente da un essudato cellulare granulocitario, chiamato “pus“, formato a causa della presenza di batteri piogeni. I piogeni sono batteri che provocano infiammazioni suppurative, cioè con produzione di essudato (edema infiammatorio) estremamente ricco in granulociti neutrofili (il pus, appunto).

Cause

Tra i batteri piogeni che provocano più spesso infezioni purulente, includiamo numerose classi di batteri:

  • gram positivi: staphylococcus aureus, streptococcus pyogenes, streptococcus pneumoniae;
  • gram negativi: neisseria meningitidis, neisseria gonorrhoeae, enterobatteri (Escherichia Coli, Yersinia Pestis).

L’infezione è a sua volta causata da varie patologie e condizioni, ad esempio:

  • traumi;
  • interventi chirurgici;
  • sepsi;
  • perforazione di un viscere (ad esempio esofago)
  • pratiche mediche invasive (ad esempio toracentesi).

Pus

Il pus, un essudato caratteristico di questo tipo di infiammazione. È un materiale viscoso di aspetto denso e cremoso, di un colore giallastro, dato dalla mieloperossidasi, enzima presente nei neutrofili coinvolti per primi nella risposta infiammatoria. La viscosità del pus è dovuta all’alto contenuto di DNA che deriva dal disfacimento dei granulociti. Il pus è formato da: leucociti morti o morenti, altri componenti dell’essudato infiammatorio (liquido d’edema e fibrina), microrganismi e prodotti del disfacimento dei tessuti (acidi nucleici e lipidi). Il pus si forma poiché i granulociti non vengono lisati durante la reazione infiammatoria ed attaccano i tessuti, causando un’infiammazione per disfacimento o colliquazione  o suppurazione cellulare. Il termine “pus” deriva dal latino pus puris e dal greco πύον (puon) che significano “marciume”.

Sintomi e segni

Nell’infiammazione purulenta si osserva la continua produzione di essudato e il riassorbimento di sostanze tossiche, a cui spesso è associata un’amiloidosi secondaria (accumulo di amoloide nei tessuti) a carico del rene, della milza e del fegato. I sintomi di una infezione purulenta dipendono dalla sua gravità e dalla sua localizzazione specifica. I sintomi più diffusi sono:

  • brufolo;
  • arrossamento;
  • calore nella zona;
  • limitazione funzionale;
  • malessere generale;
  • astenia (stanchezza);
  • facile affaticabilità;
  • difficoltà digestive;
  • brividi;
  • calo ponderale (perdita di peso);
  • dispnea;
  • nausea;
  • vomito;
  • diarrea;
  • dolore;
  • febbre;
  • cefalea.

Tipi

Ci sono diversi tipi di infiammazione purulenta:

  • ascesso o apostema;
  • flemmone;
  • patereccio;
  • foruncolo;
  • favo;
  • pustola;
  • idrosadenite;
  • erisipela;
  • fistola.

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Diagnosi

La diagnosi di infezione purulenta, viene effettuata principalmente in base a:

  • anamnesi;
  • esame obiettivo;
  • diagnostica per immagini (RX, TAC, ecografia);
  • esami di laboratorio (emocromo ed analisi colturale).

Terapia

La terapia specifica mira a curare l’infezione e contemporaneamente la causa a monte che l’ha determinata. Nei casi più gravi di infezione è necessario ricorrere a farmaci antibiotici ed antinfiammatori. Utili sono gli impacchi caldo-umidi, la detersione antisettica e la disinfezione locale; quando si verifica la colliquazione (fluidificazione) è possibile e spesso utile praticare un’incisione con successivo drenaggio del materiale purulento colliquato.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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