Il termine “diuresi” in medicina per definizione si riferisce al processo di formazione dell’urina nel rene ed alla sua emissione all’esterno. Lo stesso termine si usa anche per indicare il volume urinario eliminato nelle 24 ore.
L’urina, prodotta nei reni e convogliata nella vescica urinaria attraverso i due ureteri, si raccoglie nella vescica fino a che la pressione non stimola i nervi che si trovano nelle sue pareti, il che avviene quando la vescica contiene tra i 250 e i 450 ml di urina. A questo punto, provando lo stimolo, il soggetto sano (quindi non incontinente) può decidere di trattenere l’urina attendendo il momento adatto per espellerla attraverso l’uretra ed il suo meato.
Urina nelle 24 ore
Nelle 24 ore giornaliere un adulto produce una quantità di ultrafiltrato glomerulare (urina primaria o preurina) pari a circa 180 litri, i quali vengono poi riassorbiti nei tubuli renali fino ad arrivare ad un volume urinario realmente espulso pari a circa l’1% dell’ultrafiltrato, cioè 1.000 – 2.000 ml/die (1 – 2 litri al giorno). La diuresi risulta fisiologicamente condizionata da tre fattori principali:
- flusso ematico renale: la quantità di sangue che arriva ai reni (circa 700 ml al minuto) condizionata da vari fattori come volemia e pressione arteriosa;
- filtrato glomerulare: quantità di sangue filtrato nell’unità di tempo (circa 150 ml al minuto);
- riassorbimento tubulare: la capacità dei tubuli renali di riassorbire il 99% della preurina filtrata, “concentrando” l’urina ed impedendo all’organismo di perdere 180 litri di liquidi al giorno.
Fattori che influenzano la diuresi
La diuresi ha una forte variabilità individuale, dipendente da una lunga serie di fattori, come ad esempio:
- età ed il sesso del paziente;
- funzionalità renale;
- quantità di acqua bevuta;
- quantità di sale nella dieta;
- tipi di cibo inseriti nella dieta;
- ormoni (vasopressina, aldosterone e peptide natriuretico atriale);
- quantità di acqua persa con le feci (che aumenta con la diarrea);
- quantità di acqua persa con il sudore;
- quantità di acqua persa con eventuale vomito;
- alterazioni della volemia (il volume di sangue circolante, che diminuisce ad esempio in caso di copiosa emorragia);
- eventuali patologie (cardiopatie, alterazioni ormonali, insufficienza renale, calcoli, ustioni, diabete mellito, diabete insipido, polipi vescicali, infezioni, prostatite, iperplasia prostatica benigna…);
- stress psico-fisico;
- condizioni ambientali.
Fabbisogno idrico giornaliero
Il fabbisogno idrico giornaliero di un adulto medio risale a 2500 ml di liquidi, assunti tramite liquidi (1500 ml) e cibo (vegetali 90%, frutta 85%, carni 60%). Il fabbisogno idrico, come anche la diuresi, varia anche di molto tra individuo ed individuo, specie in funzione del metabolismo basale e della ritenzione idrica.
Di cosa è fatta l’urina?
L’urina di un soggetto sano è costituita per circa il 95% da acqua ed in essa sono disciolte parecchi tipi di sostanze, le più importanti sono gli elettroliti (sodio e potassio) e gli acidi. In caso di patologia nell’urina possono essere contenuti batteri, virus, tracce di sperma, cellule morte, sangue ed altri componenti che, indagati attraverso l’analisi di laboratorio delle urine assieme ad altre caratteristiche urinarie (pH, colore, odore, trasparenza, torbidità…) possono dare importanti indicazioni sulla diagnosi della patologia.
Quali ormoni regolano la diuresi?
La diuresi è regolata soprattutto da fattori ormonali, tra cui di elevata importanza troviamo:
- vasopressina (ADH od ormone antidiuretico ipofisario): riduce la diuresi;
- aldosterone: prodotto dal surrene, aumenta il riassorbimento del sodio nel tubulo distale ed accelera l’eliminazione di potassio, con effetto di inibizione della diuresi;
- peptide natriuretico atriale (ANP): rilasciato dal miocardio quando la pressione arteriosa è troppo alta, aumenta la diuresi con l’effetto di diminuire la volemia e di conseguenza la pressione arteriosa.
Diuresi oraria
La diuresi oraria normale oscilla tra 0,5 e 1 ml/h/kg il che significa che in un adulto normopeso generalmente si attesta tra i 50 ed i 70 ml/h. La diuresi oraria può essere anormale in virtù di varie patologie e condizioni come infezioni (cistiti, uretriti, prostatiti), eccesso o diminuzione dell’apporto di liquidi, patologie della prostata (ipertrofia, tumore maligno) o altre patologie come insufficienza renale, stipsi, diarrea, diabete e calcoli.
Possibili alterazioni relative alla diuresi:
- oliguria: eliminazione nelle 24 ore di una quantità di urina inferiore a 400 ml;
- anuria: sospensione quasi totale della emissione di urina, con diuresi inferiore a 100 ml nelle 24 ore;
- poliuria: eliminazione nelle 24 ore di una quantità di urina superiore a 2000 ml (2500 ml o 3000 ml secondo alcune fonti);
- pollachiuria: emissione con elevata frequenza (a meno di 4 ore di distanza) di piccole quantità di urina;
- ematuria: presenza macroscopica di sangue nelle urine;
- emazie: presenza di sangue microscopicamente visibile;
- uretrorragia: emissione di sangue dall’uretra, indipendente dalla minzione;
- nicturia: ripetuto bisogno di urinare durante il riposo notturno;
- enuresi: perdita involontaria di urina durante la notte;
- disuria: difficoltà ad urinare;
- stranguria: dolore durante la minzione;
- colica renale: dolore acuto intermittente provocato dal tentativo spasmodico dell’organismo di rimuovere un calcolo che ostruisce il deflusso delle urine;
- proteinuria: presenza di proteine nelle urine;
- glicosuria (o mellituria): presenza di zuccheri nelle urine: glucosio, galattosio, fruttosio, lattosio e pentosi;
- piuria: presenza di pus nelle urine;
- leucocituria: presenza di globuli bianchi nelle urine in concentrazione anomala;
- batteriuria: emissione di batteri con l’urina;
- urine torbide: segno di probabile infezione lungo le vie urinarie;
- polidipsia: sete intensa che porta il paziente a ingerire notevoli quantità di liquidi, maggiore di 6 litri/die o di 100 mL/kg/die;
- ritenzione urinaria (o iscùria): accumulo di urina nella vescica, come conseguenza dell’incapacità – parziale o totale – della vescica di svuotarsi;
- incontinenza urinaria: incapacità di trattenere l’urina che porta a perdita involontaria di urina;
- urgenza minzionale: improvviso ed insopportabile bisogno di urinare con urgenza, spesso associato a difficoltà a ritenere l’urina e perdita involontaria di alcune gocce di urina;
- svuotamento incompleto: è la sensazione che la vescica, dopo aver urinato, non sia stata del tutto svuotata;
- gocciolamento post-minzionale: perdita di alcune gocce di urina che si verifica subito dopo aver urinato;
- tenesmo vescicale: contrazione spasmodica e dolorosa, dello sfintere vescicale accompagnata da pressione e fastidio in regione uretrale o sovrapubica e stimolo minzionale urgente, con emissione minima di urina. Anche subito dopo aver urinato, il paziente avverte ancora lo stimolo di urinare ma nel tentativo di minzione spesso non riesce ad emettere urina;
- globo vescicale: aumento di volume della vescica che può arrivare a contenere fino a 4000 ml (4 litri) di urina.
Per approfondire i singoli argomenti:
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Cause di alterazione della diuresi
Cause comuni dirette ed indirette di alterazione della diuresi, sono:
- insufficienza renale acuta o cronica (da cause renali, pre-renali e post-renali);
- emorragia copiosa;
- disidratazione severa;
- ustioni gravi;
- insufficienza cardiaca;
- ipotensione arteriosa severa;
- shock circolatorio in corso di infezione o di reazione allergica;
- mieloma multiplo;
- trombosi delle vene e arterie renali;
- nefropatia acuta tubulo-interstiziale;
- ipertensione arteriosa;
- fecaloma e costipazione;
- glomerulonefriti;
- vasculiti;
- peritonite;
- infezioni batteriche e virali di reni, ureteri, vescica e uretra;
- reazioni ai farmaci che causano uno shock circolatorio;
- malattie metaboliche come ipercalcemia e iperuricemia;
- insufficienza epatica;
- terapie con farmaci chemioterapici, antibiotici o anti-infiammatori;
- mancata irrorazione sanguigna (ischemia) dei reni a causa di emorragie o di esiti di interventi chirurgici;
- tumori delle vie urinarie;
- diabete mellito;
- diabete insipido;
- malattie endocrine;
- danni ai nervi che controllano la vescica;
- intossicazioni da sostanze chimiche o metalli pesanti;
- prostatite;
- iperplasia prostatica benigna;
- cancro alla prostata;
- cistite;
- uretrite.
Diagnosi
Per diagnosticare una alterazione della diuresi e, soprattutto, determinare la patologia a monte che l’ha determinata, il medico utilizza vari strumenti diagnostici:
- anamnesi (raccolta dei dati del paziente);
- esame obiettivo (visita vera e propria con, ad esempio palpazione dell’addome ed ispezione dei genitali);
- ecografia renale;
- ecografia della vescica;
- ecografia dell’addome;
- ecografia transrettale della prostata;
- PSA;
- esplorazione digitale rettale della prostata;
- esame del sangue (emocromo);
- VES;
- esame delle urine;
- esame per valutare la funzionalità renale;
- clearance della creatinina;
- azotemia;
- cistoscopia;
- cistografia;
- biopsia prostatica;
- biopsia vescicale;
- biopsia renale;
- radiografia, TAC e/o risonanza magnetica;
- uro-TAC;
- scintigrafia;
- uroflussometria;
- urinocultura.
Non tutti gli esami sono sempre necessari per raggiungere una diagnosi.
Terapia
Non esiste una cura unica che vada bene in tutti i casi di alterazione della diuresi. La terapia dipende infatti dalla patologia a monte che l’ha determinata: solo dopo che il medico avrà identificato la causa specifica dell’alterazione della diuresi, sarà in grado di impostare una terapia efficace.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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