Glomerulonefrite a depositi mesangiali di IgA

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma FILTRAZIONE GLOMERULARE RIASSORBIMENTO SEC Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari A PeneLa glomerulonefrite a depositi mesangiali di IgA o nefropatia di Berger è la più comune forma di glomerulonefrite primitiva nel mondo. Essa è caratterizzata dall’associazione di episodi ricorrenti di ematuria, macroscopica o microscopica, con la presenza di depositi di IgA nel mesangio dei glomeruli renali.

Diffusione

La malattia di Berger ha la sua massima incidenza nei Paesi asiatici, in particolare Singapore, Hong Kong e Giappone e in Australia; è invece poco frequente negli Stati Uniti. In percentuale, la frequenza della patologia tra le diagnosi effettuate su biopsia renale raggiunge il 50% nei Paesi asiatici, contro una frequenza del 35% sulle biopsie praticate in Italia.

Sintomi

L’esordio classico della glomerulonefrite di Berger è rappresentato dall’ematuria macroscopica (urine scure per la presenza di sangue) in concomitanza con un episodio infettivo, quest’ultimo frequentemente localizzato alle vie aeree superiori. La contemporaneità fra il processo infettivo e l’ematuria (che dura generalmente da poche ore ad alcuni giorni) può aiutare a differenziare la glomerulonefrite da IgA dalla glomerulonefrite post-streptococcica, nella quale di solito vi è un intervallo di 7-14 giorni tra l’infezione e l’ematuria. Negli intervalli fra più episodi è frequente osservare microematuria (tracce di sangue rilevabili all’esame microscopico del sedimento urinario), associata o meno a proteinuria. In una minoranza di pazienti possono manifestarsi edema, ipertensione e oliguria o anuria, configurando il quadro della sindrome nefritica. Raramente la malattia può presentarsi con sindrome nefrosica.

Diagnosi

La diagnosi si serve dei seguenti dati di laboratorio:

  • proteinuria: di entità variabile in rapporto alla gravità del danno renale;
  • microematuria: evidente già all’esame urine standard e caratterizzabile come glomerulare mediante la conta di Addis;
  • cilindri ematici nel sedimento urinario;
  • elevati livelli sierici di IgA (presenti nel 30-50% dei pazienti);
  • aumento degli immunocomplessi circolanti, soprattutto nella fase acuta della malattia.

Terapia

La terapia della glomerulonefrite è basata sull’uso di corticosteroidi per bloccare il processo infiammatorio e di ACE inibitori per controllare la proteinuria. Generalmente la scelta dell’approccio terapeutico, subito dopo la diagnosi, è condizionata dall’esito della biopsia renale. In particolare, nelle forme lievi, in assenza di proteinuria o di ipertensione e con funzione renale conservata, è consigliabile non praticare alcuna terapia; in presenza di proteinuria si ricorre agli ACE inibitori o, in caso di proteinuria maggiore di 3 g/die, ai corticosteroidi come il prednisone per os, al dosaggio di 1 mg/kg per 6 mesi. Nelle forme moderate si utilizzano i corticosteroidi secondo lo schema descritto sopra, associati ad ACE inibitori con dosaggi crescenti. Nelle forme gravi generalmente è consigliabile l’uso dei soli ACE inibitori, per rallentare la naturale progressione del danno renale verso l’insufficienza renale cronica.

Prognosi

La malattia di Berger, pur avendo un decorso solitamente lento, non sempre evolve verso l’insufficienza renale cronica. Fattori prognostici sfavorevoli per la progressione del danno renale sono:

  • presenza (evidenziabile con biopsia renale) di glomerulosclerosi estesa e di fibrosi interstiziale;
  • presenza di proteinuria (da moderata ad elevata) al momento della biopsia;
  • creatinina sierica superiore a 1.5 mg/dl o clearance della creatinina minore di 70 ml/min;
  • Ipertensione arteriosa.

La prognosi è inoltre meno favorevole nei soggetti di sesso maschile e quando la diagnosi è posta in età avanzata.

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