Con “proteinuria” in medicina si indica la presenza di proteine nell’urina. Normalmente le proteine presenti nel sangue (come globuline ed albumine), a causa delle loro dimensioni, non riescono a oltrepassare il filtro renale e passare nelle urine, ma in varie condizioni patologiche che coinvolgono il rene (conseguenti a reazioni allergiche, a intossicazioni da farmaci o droghe o a glomerulopatie primitive) l’apparato di filtrazione del rene stesso non è più in grado di trattenerle, consentendone il passaggio nelle urine ed andando così a delineare un quadro di proteinuria.
Valori normali e patologici
Una lieve escrezione urinaria di proteine è fisiologica ed è inferiore a 150 mg nelle 24 ore (proteinuria “fisiologica”). Una escrezione urinaria di proteine superiore a 150 mg al giorno viene definita proteinuria “patologica” o, più semplicemente “proteinuria”. Valori entro i 3 g nelle 24 ore (sindrome nefritica) sono considerati di grado moderato, mentre oltre i 3 mg (sindrome nefrosica) al giorno una proteinuria è considerata grave.
Classificazione e cause
La classificazione della proteinuria si basa principalmente sulla durata e sulle condizioni e patologie in grado causare la perdita proteica; in base a tali criteri la proteinuria può essere classificata in tre categorie:
- transitoria (o intermittente);
- ortostatica;
- persistente.
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Proteinuria transitoria (intermittente)
- La proteinuria transitoria è di gran lunga la forma più comune. Si riscontra nel 4 % degli uomini e nel 7 % delle donne ad un singolo esame scompare pressoché in tutti i pazienti alle successive valutazioni. Lo stress, come in caso di febbre o l’esercizio fisico, può essere responsabile di un incremento transitorio dell’escrezione di proteine. Per esempio, con l’esercizio intenso l’escrezione proteica può superare i 2 g/die).
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Proteinuria ortostatica
- La proteinuria ortostatica (posizione eretta) si riscontra principalmente negli adolescenti. L’escrezione proteica di un individuo aumenta in posizione eretta, ma è normale quando è disteso (inferiore a 50 mg per 8 ore). La proteinuria ortostatica è presente nel 2 – 5% degli adolescenti ma è insolita in individui al di sopra dei 30 anni. Non si sa il motivo per cui si verifichi questo tipo di proteinuria, ma si pensa possa essere dovuta a delle normali risposte dell’organismo ai cambiamenti di posizione, ad una lieve anormalità dei glomeruli o ad un’esagerata risposta del sistema circolatorio ai cambiamenti di posizione. La proteinuria ortostatica viene diagnosticata attraverso una raccolta delle urine divisa in 2 campioni: uno ottenuto mentre il paziente è in posizione eretta e uno ottenuto di notte mentre è disteso da alcune ore ed ha vuotato la vescica prima di distendersi. La proteinuria ortostatica generalmente scompare con l’età, studi hanno dimostrato che la funzione renale in questi pazienti rimane normale anche dopo i 50 anni di osservazione.
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Proteinuria persistente
- Indica in genere la presenza di una malattia renale o generale. Ad esempio, l’insufficienza cardiaca è spesso associata a moderata proteinuria. Altri pazienti con proteinuria possono avere una malattia glomerulare (malattia dei glomeruli), che può essere una malattia primitiva dei glomeruli come la glomerulopatia a lesioni minime, la glomerulosclerosi segmentaria e focale e la glomerulonefrite membranosa od una malattia secondaria dei glomeruli causata da una malattia generale (sistemica) come ad esempio il diabete (nefropatia diabetica).
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Sintomi e segni associati
Ad una proteinuria, a seconda della causa a monte che l’ha determinata, possono associarsi varie tipologie di sintomi diversi. Ad esempio se si verifica in un paziente con glomerulonefrite, i sintomi correlati saranno appunto quelli di una patologia renale; se si verifica in un paziente con insufficienza cardiaca, i sintomi saranno quelli di una patologia cardiaca e così via, con quadri clinici estremamente diversi in base alla patologia specifica a monte che ha determinato la perdita di proteine, tuttavia le proteinurie – a prescindere dalla causa – sono frequentemente correlate ad alcuni segni e sintomi, tra cui:
- edema agli arti inferiori;
- disuria: difficoltà ad urinare;
- stranguria: dolore durante la minzione;
- ematuria: presenza macroscopica di sangue nelle urine;
- piuria: presenza di pus nelle urine;
- tenesmo vescicale: contrazione spasmodica e dolorosa, dello sfintere vescicale accompagnata da pressione e fastidio in regione uretrale o sovrapubica e stimolo minzionale urgente, con emissione minima di urina. Anche subito dopo aver urinato, il paziente avverte ancora lo stimolo di urinare ma nel tentativo di minzione spesso non riesce ad emettere urina;
- urine torbide: segno di probabile infezione lungo le vie urinarie;
- oliguria: eliminazione nelle 24 ore di una quantità di urina inferiore a 400 ml;
- anuria: sospensione quasi totale della emissione di urina, con diuresi inferiore a 100 ml nelle 24 ore;
- pollachiuria: emissione con elevata frequenza (a meno di 4 ore di distanza) di piccole quantità di urina;
- emazie: presenza di sangue microscopicamente visibile;
- uretrorragia: emissione di sangue dall’uretra, indipendente dalla minzione;
- nicturia: ripetuto bisogno di urinare durante il riposo notturno;
- enuresi: perdita involontaria di urina durante la notte;
- ritenzione urinaria (o iscùria): accumulo di urina nella vescica, come conseguenza dell’incapacità – parziale o totale – della vescica di svuotarsi;
- incontinenza urinaria: incapacità di trattenere l’urina che porta a perdita involontaria di urina;
- urgenza minzionale: improvviso ed insopportabile bisogno di urinare con urgenza, spesso associato a difficoltà a ritenere l’urina e perdita involontaria di alcune gocce di urina;
- svuotamento incompleto: dopo aver urinato, è la sensazione che la vescica non sia stata del tutto svuotata;
- gocciolamento post-minzionale: perdita di alcune gocce di urina che si verifica subito dopo aver urinato.
Non tutti questi segni e sintomi sono necessariamente presenti nello stesso momento.
Diagnosi
La proteinuria viene diagnosticata tramite un esame delle urine raccolte nelle 24 ore. Per determinare la patologia a monte che determinato il passaggio di proteine nelle urine, il medico si può servire di vari strumenti diagnostici:
- anamnesi (raccolta dei dati del paziente con particolare attenzione al tipo di dolore avvertito ed alla sua irradiazione);
- esame obiettivo (visita vera e propria con, ad esempio, manovra di Giordano e palpazione dei punti ureterali);
- ecografia renale;
- ecografia transrettale della prostata;
- PSA;
- esplorazione digitale rettale della prostata;
- esame del sangue (emocromo);
- VES;
- esame delle urine;
- esame per valutare la funzionalità renale;
- clearance della creatinina;
- azotemia;
- cistoscopia;
- cistografia;
- biopsia della prostata;
- biopsia renale;
- radiografia, TAC e/o risonanza magnetica;
- uro-TAC;
- scintigrafia;
- uroflussometria;
- urinocultura.
Non tutti gli esami sono sempre necessari per raggiungere la diagnosi: generalmente una buona anamnesi con esame obiettivo ed ecografia sono sufficienti. Si programma a volte una biopsia renale in pazienti proteinuria elevata oppure se è moderata (inferiore a 2 g/L) ma persistente ed in presenza di sintomi o segni di malattia progressiva grave del rene.
Proteinuria e sindrome nefrosica
Pazienti con grave proteinuria possono avere un insieme di segni che costituiscono la cosiddetta sindrome nefrosica, caratterizzata da
- proteinuria > di 3 grammi nelle 24 ore;
- stato anasarcale;
- ipoalbuminemia;
- lipiduria;
- dislipidemia;
- ipercoagulabilità.
Quando andare dal medico?
Una proteinuria lieve, transitoria e non correlata a segni o sintomi particolari, non deve destare allarmismi e potrebbe risolversi da sé. Una proteinuria elevata, cronica e/o correlata ad altri sintomi, necessita invece di valutazione medica, perché potrebbe essere la spia di malattie, anche gravi.
Terapia e prognosi
La proteinuria ortostatica e la proteinuria transitoria sono condizioni benigne e non è necessario alcun trattamento. In quei pazienti con proteinuria persistente, deve essere trattata la causa a monte che l’ha determinata, ad esempio patologia cardiaca, infezione o nefropatia. Pazienti con proteinuria persistente isolata, (non associata a una riduzione della funzione renale o a malattia sistemiche), con valori inferiori a 2 grammi nelle 24 ore, hanno solitamente un decorso benigno anche senza terapia specifica. Molti nefrologi trattano questi pazienti con ACE inibitori (captopril, enalapril, fosinopril), comuni farmaci antiipertensivi ben tollerati dalla gran parte dei pazienti. La progressione verso l’insufficienza renale è più probabile in pazienti con proteinuria superiore a 3 g/die. Il trattamento è specifico delle cause sottostanti e viene generalmente associato alla somministrazione di un ACE-inibitore.
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Lo Staff di Medicina OnLine
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