Con “urgenza minzionale” (anche chiamata “minzione imperiosa“) in medicina si intende un improvviso, impellente, incontrollabile ed insopportabile bisogno di urinare con urgenza, spesso associato a difficoltà a ritenere l’urina nel momento in cui si avverte lo stimolo, con perdita involontaria di alcune gocce di urina. È spesso associata, sebbene non necessariamente, a incontinenza urinaria, disuria, stranguria, pollachiuria, nicturia, cistite e vescica iperattiva. La sintomatologia tende sovente ad aumentare con l’età e, quando incontrollabile e non affrontata per tempo con l’aiuto di un urologo, può provocare incontinenza da urgenza. Una urgenza minzionale cronica è capace di incidere negativamente sulla qualità di vita del paziente che – nei casi più gravi – finisce con il vivere in un perenne stato di ansia quando si trova in pubblico, soprattutto se non si trova in immediata prossimità di un bagno o se è in situazioni in cui non può usarlo.
Cause e fattori di rischio
La causa più comune di minzione frequente o urgente è, nelle donne e nei bambini, un’infezione delle vie urinarie (cistite e/o uretrite), mentre nell’uomo adulto ed anziano è una patologia prostatica (prostatite, ipertrofia prostatica benigna e cancro alla prostata). Altre patologie e condizioni capaci di determinare o favorire l’urgenza minzionale, sono:
- eccessiva assunzione di liquidi;
- eccessiva assunzione di bevande a base di caffeina o bevande alcoliche;
- polidipsia e tutte le patologie che la causano (psichiatriche, endocrine, neurologiche…);
- vescica iperattiva;
- diabete mellito;
- diabete insipido;
- età > 50 anni;
- incontinenza urinaria;
- uso o abuso di farmaci diuretici;
- gravidanza, in particolare in fase avanzata (terzo trimestre), quando le aumentate dimensioni dell’utero generano pressione sulla vescica;
- endometriosi;
- infezioni ai genitali femminili (specie vaginite);
- infezione ai genitali maschili (specie balanite);
- cistocele;
- cancro della vescica;
- calcoli;
- disturbo d’ansia;
- emozioni improvvise (paura, terrore, sorpresa…);
- attività sportive;
- disostruzione di globo vescicale;
- trattamento radioterapico effettuato in regione pelvica;
- processi infiammatori a carico dell’intestino (ad esempio diverticolite);
- disturbi del sistema nervoso di tipo ischemico (ictus cerebrale);
- disturbi degenerativi del sistema nervoso;
- traumi;
- danni da operazione chirurgica recente;
- senescenza;
- sovrappeso e obesità;
- ritardo mentale;
- Alzheimer.
Sintomi e segni associati
L’urgenza minzionale stessa è – spesso – il sintomo di una patologia, specie se è cronica. Ad essa, a seconda della causa a monte che l’ha determinata, possono associarsi varie tipologie di sintomi diversi. Ad esempio se si verifica in un paziente con cistouretrite, i sintomi correlati saranno appunto quelli di una infiammazione di vescica ed uretra, se si verifica in un paziente con ipertrofia prostatica, i sintomi saranno quelli di una patologia prostatica e così via, con quadri clinici estremamente diversi in base alla patologia specifica a monte che l’ha determinata, tuttavia spesso l’urgenza minzionale – a prescindere dalla causa – è correlata ad alcuni segni e sintomi, tra cui:
- disuria: difficoltà ad urinare;
- stranguria: dolore durante la minzione;
- ritenzione urinaria (o iscùria): accumulo di urina nella vescica, come conseguenza dell’incapacità – parziale o totale – della vescica di svuotarsi;
- incontinenza urinaria: incapacità di trattenere l’urina che porta a perdita involontaria di urina;
- svuotamento incompleto: dopo aver urinato, è la sensazione che la vescica non sia stata del tutto svuotata;
- gocciolamento post-minzionale: perdita di alcune gocce di urina che si verifica subito dopo aver urinato;
- tenesmo vescicale: contrazione spasmodica e dolorosa, dello sfintere vescicale accompagnata da pressione e fastidio in regione uretrale o sovrapubica e stimolo minzionale urgente, con emissione minima di urina. Anche subito dopo aver urinato, il paziente avverte ancora lo stimolo di urinare ma nel tentativo di minzione spesso non riesce ad emettere urina;
- urine torbide: segno di probabile infezione lungo le vie urinarie;
- colica renale: dolore acuto intermittente provocato dal tentativo spasmodico dell’organismo di rimuovere un calcolo che ostruisce il deflusso delle urine;
- oliguria: eliminazione nelle 24 ore di una quantità di urina inferiore a 400 ml;
- anuria: sospensione quasi totale della emissione di urina, con diuresi inferiore a 100 ml nelle 24 ore;
- poliuria: eliminazione nelle 24 ore di una quantità di urina superiore a 2000 ml (2500 ml o 3000 ml secondo alcune fonti);
- pollachiuria: emissione con elevata frequenza (a meno di 4 ore di distanza) di piccole quantità di urina;
- ematuria: presenza macroscopica di sangue nelle urine;
- emazie: presenza di sangue microscopicamente visibile;
- uretrorragia: emissione di sangue dall’uretra, indipendente dalla minzione;
- nicturia: ripetuto bisogno di urinare durante il riposo notturno;
- enuresi: perdita involontaria di urina durante la notte;
- leucocituria: presenza di globuli bianchi nelle urine in concentrazione anomala;
- batteriuria: emissione di batteri con l’urina;
- proteinuria: presenza di proteine nelle urine;
- glicosuria (o mellituria): presenza nelle urine di zuccheri: glucosio, galattosio, fruttosio, lattosio e pentosi;
- piuria: presenza di pus nelle urine;
- polidipsia: sete intensa che porta il paziente a ingerire notevoli quantità di liquidi, maggiore di 6 litri/die o di 100 mL/kg/die;
- globo vescicale: aumento di volume della vescica che può arrivare a contenere fino a 4000 ml (4 litri) di urina.
Non tutti questi segni e sintomi sono necessariamente presenti.
Diagnosi
Il disturbo è normalmente diagnosticato sulla base di un’attenta anamnesi e di un esame obiettivo. Quest’ultimo dovrebbe essere particolarmente focalizzato sulla ricerca di lesioni compatibili con una malattia sessualmente trasmissibile. Nei pazienti di sesso maschile riveste particolare importanza l’esame rettale che viene eseguito per valutare le dimensioni e la consistenza della prostata, nonché il tono rettale. Nelle donne l’esame pelvico deve essere orientato alla ricerca di segni indicativi di vaginite o altre infezioni dei genitali esterni e di un possibile cistocele. Per la ricerca delle cause è fondamentale l’esecuzione di un esame urine completo. Gli esami di cui il medico si può servire soprattutto per indagare le cause a monte che hanno determinato l’urgenza minzionale, sono:
- anamnesi (raccolta dei dati del paziente);
- esame obiettivo (visita vera e propria con, ad esempio palpazione dell’addome ed ispezione dei genitali);
- ecografia renale;
- ecografia transrettale della prostata;
- PSA;
- esplorazione digitale rettale della prostata;
- esame del sangue (emocromo);
- VES;
- esame delle urine;
- esame per valutare la funzionalità renale;
- clearance della creatinina;
- azotemia;
- cistoscopia;
- cistografia;
- biopsia della prostata;
- biopsia renale;
- radiografia, TAC e/o risonanza magnetica;
- test genetici;
- uro-TAC;
- scintigrafia;
- uroflussometria;
- urinocultura.
Non tutti gli esami sono sempre necessari per raggiungere la diagnosi.
Trattamento
Non esiste una cura unica che vada bene in tutti i casi di urgenza minzionale; la terapia dipende dalla patologia a monte che l’ha determinata: solo dopo che il medico avrà identificato la causa specifica, sarà in grado di impostare una terapia efficace. Se ad esempio la causa è riconducibile ad una infezione batterica, la terapia probabilmente includerà antibiotici; se la causa è un cancro prostatico, la terapia sarà chirurgica, e così via. Nella gran parte dei casi un semplice ciclo di terapia antibiotica è sufficiente a risolvere la minzione imperiosa associata a infezione delle vie urinarie. In alcune persone anche l’utilizzo di farmaci ad azione anticolinergica può contribuire ad un miglior controllo della sintomatologia. Se il problema è di origine psicologica, alcuni farmaci contro l’ansia e la psicoterapia possono aiutare a risolverlo.
Consigli
Seguire alcuni consigli può, in alcuni casi, diminuire o risolvere il problema:
- diminuire il caffè bevuto al giorno;
- eliminare gli alcolici;
- perdere peso se obesi o sovrappeso;
- bere meno liquidi (solo se l’apporto idrico giornaliero è attualmente eccessivo)
- smettere di fumare;
- controllare ansia e stress.
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Lo Staff di Medicina OnLine
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