Miosi: sintomi, causa, da farmaci, droghe, cura, etimologia

MEDICINA ONLINE MIOSI OCCHIO.jpgCon miosi (o “pupilla a capocchia di spillo”) in medicina si indica la diminuzione del diametro della pupilla determinata dalla contrazione del muscolo costrittore della pupilla. La miosi si può verificare per cause fisiologiche (in risposta a stimoli luminosi intensi, per evitare che troppa luce giunga alla retina) ma anche per cause patologiche e farmacologiche. Questo riflesso è fisiologicamente “consensuale“: ciò significa che la presenza di uno stimolo luminoso diretto ad un solo occhio causa costrizione di entrambe le pupille (miosi bilaterale) e non solo dell’occhio colpito dalla luce; una miosi unilaterale, cioè il restringimento della pupilla di un solo occhio e non di entrambi, è un fenomeno patologico. Una miosi bilaterale che si verifica in assenza di stimoli luminosi è da considerare patologica e può essere determinata da varie patologie o dall’assunzione di farmaci o droghe.

La diseguaglianza (asimmetria) del diametro delle due pupille a riposo oppure in seguito ad una stimolazione, prende genericamente il nome di anisocoria e può indicare una lesione traumatica o vascolare a livello del mesencefalo.

Etimologia

Il termine miosi deriva dal greco μείωσις (pronuncia “meiosis”) che significa “diminuzione”, a descrivere la diminuzione del diametro pupillare tipico della miosi.

Miosi e midriasi

Il fenomeno opposto alla miosi prende il nome di midriasi, cioè l’ingrandimento del diametro pupillare. Miosi e midriasi insieme formano il “riflesso pupillare alla luce“.

Miosi fisiologica

La miosi è un fenomeno fisiologico, che si verifica nei soggetti sani in risposta a stimoli luminosi intensi. La miosi si realizza per azione nervosa parasimpatica mesencefalica sul muscolo costrittore della pupilla, seguendo tale percorso:

  1. lo stimolo luminoso viene registrato dalla retina;
  2. il segnale – attraverso il tratto ottico accessorio – giunge al nucleo pretettale
  3. il nucleo pretettale invia fibre ai nuclei di Edinger-Westphal sia omolaterale che controlaterale (questo fatto spiega la consensualità del riflesso di miosi spiegata all’inizio dell’articolo);
  4. il nucleo di Edinger-Westphal invia fibre parasimpatiche pregangliari, che decorrono nel nervo oculomotore comune per giungere al ganglio ciliare;
  5. le fibre contraggono sinapsi con i neuroni del ganglio, il quale invia fibre postgangliari parasimpatiche che – attraverso i nervi ciliari brevi – giungono sino al muscolo costrittore della pupilla;
  6. il muscolo costrittore della pupilla si contrae determinando la miosi.

Cause patologiche di miosi

La miosi, sia bilaterale che monolaterale, quando si verifica in assenza di stimoli luminosi, è segno di patologia o di assunzione di sostanze come farmaci o droghe. Alcune cause di miosi patologica sono:

  • paralisi del sistema simpatico cervicale;
  • lesioni neurologiche;
  • fattori tossici;
  • gas nervino;
  • intossicazione da farmaci, in particolare oppiacei e derivati;
  • uso, abuso ed overdose da eroina o morfina;
  • intossicazione micotica come la sindrome Muscarina;
  • lesioni oculari;
  • contusioni del bulbo oculare;
  • lesioni alle ossa che costituiscono l’orbita;
  • traumi al collo ed alla colonna vertebrale;
  • trauma cranico;
  • paralisi inferiore del plesso brachiale (sindrome monolaterale di Horner);
  • coma ipoglicemico in fase avanzata.

Miosi da droghe

Mentre l’assunzione di alcuni tipi di sostanze stupefacenti, come cocaina, anfetamina o MDMA determina midriasi (dilatazione pupillare), l’assunzione di oppiacei, eroina e morfina determinano invece miosi (costrizione pupillare), .

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Cause farmacologiche di miosi

La miosi può essere provocata in modo farmacologico, a scopo terapeutico o diagnostico, mediante l’instillazione nel sacco congiuntivale di collirio di pilocarpina, eserina o altri farmaci miotici.

Terapia

La miosi patologica è il segno di una malattia o una condizione a monte che l’ha provocata: la diagnosi di quest’ultima, che si serve di vari strumenti diagnostici (anamnesi, TAC…), permette quindi al medico di intraprendere il corretto iter terapeutico per la cura della patologia che ha determinato la miosi.

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