L’infarto fulminante è una forma estremamente grave di infarto del miocardio, con necrosi di ampie porzioni di miocardio determinata dall’ischemia che consegue ad una severa ostruzione delle due arterie coronarie principali. L’occlusione di una o entrambe le arterie coronarie principali rappresenta, rispetto all’occlusione dei rami coronarici più piccoli, un evento molto più grave nelle conseguenze per il paziente: a causa di tale grave danno, si instaura infatti una severa insufficienza cardiaca che può determinare rapidamente la morte del paziente. Fortunatamente gli infarti fulminanti sono più rari degli episodi di infarto del miocardio “classici” che dipendono invece dall’occlusione dei rami coronarici più piccoli.
IMPORTANTE: se sospettate che voi o un’altra persona stiate avendo un infarto, non andate oltre nella lettura e chiamate invece immediatamente il Numero Unico per le Emergenze 112 per chiedere un intervento medico rapido.
Cause
L’infarto fulminante è causato da una ostruzione a livello delle arterie coronarie principali determinato da un embolo derivante da un trombo o un ateroma. Più più raramente è causato da una stenosi (restringimento) dovuto ad uno spasmo coronarico, determinato dall’uso di droghe quali cocaina, anfetamine o metanfetamine. Gli emboli che causano gli episodi di infarto fulminante (e più in generale di infarto del miocardio) possono derivare dalla frammentazione di trombi o placche aterosclerotiche (dette anche ateromi). Per approfondire: Differenza tra trombo, embolo, coagulo, embolia e trombosi
Fattori di rischio
Tra i fattori di rischio dell’infarto fulminante, rientrano gli stessi tipici dell’infarto del miocardio::
- aterosclerosi;
- uso di droghe come cocaina, anfetamine e metanfetamine;
- vita sedentaria;
- fumo di sigaretta;
- ipertrigliceridemia;
- sovrappeso e obesità;
- diabete mellito;
- sforzo fisico improvviso, specie in soggetti non allenati;
- stress psico-fisico prolungato;
- ipertensione arteriosa, specie se non controllata;
- ipercolesterolemia;
- dieta ricca di sodio e grassi.
Per approfondire: Fattori di rischio cardiovascolare modificabili e non modificabili
Sintomi e segni
I sintomi e segni che caratterizzano l’infarto fulminante sono generalmente intensi ed insorgono all’improvviso. Tra questi ricordiamo:
- dolore toracico irradiato al braccio sinistro;
- senso di oppressione al torace;
- fame d’aria;
- tachicardia;
- angoscia;
- affaticamento;
- sudorazione fredda;
- vertigini.
Un infarto fulminante determina un danno estremamente grave in tempi rapidi, tale per cui il paziente giunge in ospedale già con possibili complicanze, tra cui:
- grave scompenso cardiaco (grave insufficienza cardiaca);
- arresto cardiaco;
- rottura del cuore;
- decesso.
Diagnosi
La diagnosi di un infarto del miocardio “classico” è basata sull’uso di vari strumenti diagnostici, tra cui:
- anamnesi;
- esame obiettivo cardiaco;
- misurazione della pressione arteriosa;
- elettrocardiogramma (ECG);
- holter ECG 24 ore;
- radiografia del torace;
- enzimi cardiaci;
- coronarografia (angiografia coronarica), con possibile angioplastica;
- ecografia cardiaca (ecocolordoppler);
- ecocardiogramma per via transesofagea;
- ecocardiogramma da stress (ecostress).
Per approfondire i singoli enzimi cardiaci usati nella diagnosi di sindrome coronarica acuta, vi invitiamo a leggere i seguenti articoli:
- creatina fosfochinasi (CK o CPK), in particolare la CK-MB;
- lattato deidrogenasi (LDH);
- mioglobina;
- troponine (TnI e TnT);
- aspartato aminotransferasi (AST o GOT).
Diagnosi rapida
Gli strumenti prima elencati sono usati generalmente negli infarti “classici”, tuttavia, una condizione grave come l’infarto fulminante, spesso non lascia spazio a indagini diagnostiche approfondite: perdere tempo in queste ultime paradossalmente ridurrebbe ulteriormente le speranze di salvare la vita del paziente. Quindi la diagnosi di infarto fulminante, quando sospettata dal medico, si basa quasi sempre esclusivamente su una rapida anamnesi e sull’esame obiettivo, ossia sulla visita e sui sintomi riferiti dal paziente.
Terapie
Il trattamento dell’infarto fulminante usa le stesse cure che richiede l’infarto del miocardio “classico”, che sono:
- angioplastica coronarica con o senza applicazione di stent;
- farmaci atti a dissolvere eventuali coaguli sanguigni (trombolitici)
- farmaci atti a prevenire la formazione di nuovi coaguli sanguigni (antiaggreganti ed anticoagulanti)
- farmaci contro il dolore;
- farmaci deputati per facilitare l’attività del cuore (come ACE-inibitori e beta-bloccanti);
- chirurgia (bypass coronarico).
Cosa fare in attesa dei soccorsi
Se avete contattato il 112, in attesa dei soccorsi:
- slacciare delicatamente gli indumenti stretti (cintura, cravatta) del paziente per agevolare la respirazione;
- coprire il paziente con una coperta se necessario;
- restare vicino al paziente;
- osservare attentamente il paziente e notare eventuali cambiamenti;
- incoraggiare e rassicurare il paziente;
- se possibile mettere delicatamente il paziente nella Posizione laterale di sicurezza;
- chiamare nuovamente il 112 se le condizioni della persona che ha bisogno dei soccorsi peggiorano rispetto alla prima telefonata (ad esempio perde i sensi o non ha più respiro/pulsazioni cardiache);
- se possibile eseguire manovra di rianimazione (massaggio cardiaco, respirazione bocca a bocca, uso di defibrillatore…).
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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