Ipoglicemia: valori, sintomi, diabete, cosa fare, notturna, conseguenze

MEDICINA ONLINE DUODENO PANCREAS DIGESTIONE GLICEMIA DIABETE ANALISI INSULINA ZUCCHERO CARBOIDRATI CIBO MANGIARE DIETA MELLITO TIPO 1 2 CURA TERAPIA FARMACI STUDIO ANALISI SANGUECon “ipoglicemia” si intende una diminuzione della glicemia al di sotto della soglia di normalità. La glicemia corrisponde alla quantità di glucosio nel sangue e si misura tramite un semplice esame del sangue venoso. I valori di glicemia dipendono fortemente sia dall’assunzione recente di cibo (aumenta dopo il pasto e diminuisce a digiuno), sia dalla regolazione ormonale ad opera di ormoni pancreatici:

Valori di glicemia normali e patologici

  • glicemia a digiuno (nessuna assunzione di nutrienti nelle 8 ore precedenti al prelievo): oscilla tra 70 e 99 mg/dl (è da notare che l’OMS indica ancora valori di glicemia normali fino a 110 mg/dl);
  • glicemia post prandiale (entro due ore dall’ultima assunzione di nutrienti): è normale se inferiore a 140 mg/dl, anche se abbondanti pasti serali possono essere seguiti da valori glicemici fino a 180 mg/dl.

Durante la giornata oscillazioni temporanee che vanno dai 60 ad 160 mg/dl potrebbero essere del tutto normali, in relazione al consumo di cibi e bevande. Il valore di soglia al di sotto del quale si può parlare di ipoglicemia o crisi ipoglicemica, oscilla tra 60-70 mg/dl. Quando la glicemia rimane stabilmente al di sotto dei 55-50 mg/dl l’ipoglicemia viene solitamente considerata abbastanza grave e può determinare sintomi e conseguenze importanti. Se non trattata rapidamente l’ipoglicemia al di sotto dei 20 mg/dl può determinare coma ipoglicemico.

Conseguenze

L’ipoglicemia prolungata provoca una nutrita serie di effetti e sintomi, la maggior parte dei quali originata da uno scarso afflusso di glucosio al cervello, che ne riduce le funzioni cognitive (neuroglicopenia): questa diminuzione della funzione cerebrale può andare da un vago senso di malessere al coma e in rari casi alla morte se la glicemia rimane per lunghi periodi sotto i 20 mg/dl.

Sintomi

L’ipoglicemia viene percepita dal paziente, generalmente quando la glicemia scende al di sotto dei 55-50 mg/dl, anche se ciò è molto soggettivo e dipende da molti fattori. Persone abituate a lunghi digiuni, giovani, in forma e senza particolari patologie possono soffrire meno i sintomi di una ipoglicemia, mentre persone anziane, malate, abituate a pasti regolari ed abbondanti e con contemporanea ipotensione, possono avvertire maggiormente i sintomi di ipoglicemia. I sintomi sono inoltre avvertiti in modo tanto più intenso quanto rapido è stato il calo della glicemia: cali graduali della glicemia determinano sintomatologia minore rispetto a cali repentini.
Quando la glicemia scende stabilmente al di sotto dei 50 mg/dl, vengono rilasciati una serie di ormoni che, dopo la comparsa di un generale senso di debolezza dovuto alla sofferenza del sistema nervoso centrale, stimolano il corpo a reagire. I sintomi classici di ipoglicemia, sono:

  • malessere generale;
  • pallore;
  • vertigini;
  • mal di testa;
  • sonnolenza;
  • astenia (mancanza di forza);
  • facile affaticabilità;
  • ansia;
  • nausea;
  • sensazione di “testa vuota e leggera”;
  • formicolii, specie a mani e piedi;
  • tremori, specie agli arti inferiori;
  • difficoltà a mantenere la posizione eretta;
  • palpitazioni;
  • fame intensa;
  • scialorrea (salivazione abbondante);
  • convulsioni;
  • visione offuscata;
  • diminuzione della vista, specie notturna;
  • parziale remissione di alcuni sintomi quando si assume la posizione sdraiata;
  • sudorazione abbondante;
  • difficoltà nella concentrazione e memoria;
  • difficoltà nel parlare;
  • scarsa lucidità;
  • irritabilità;
  • allucinazioni;
  • alterazioni del comportamento;
  • perdita di coscienza;
  • coma;
  • morte (nei casi più gravi).

Leggi anche: Differenza tra calo di zuccheri e calo di pressione: sono la stessa cosa?

Cause

Le cause di ipoglicemia possono essere estremamente varie. Quella più comune, in individui altrimenti sani, è la mancata assunzione di nutrienti per un prolungato periodo di tempo (digiuno di 16-24 ore), tempo occorrente per esaurire le riserve di glicogeno epatico della maggioranza dei pazienti. A tal proposito, leggi anche: Glicogeno: cos’è, dove si trova, esaurimento, sintesi, cibi
Una grave causa di ipoglicemia è l’insulinoma, un tumore delle cellule beta delle isole di Langerhans del pancreas: questo tumore causa una superproduzione di insulina che si riversa nel sangue in dosi massicce. Dai livelli di peptide C nel sangue si può capire se l’insulina prodotta è di origine esterna o pancreatica. Si parla di ipoglicemia funzionale quando la causa è un problema del metabolismo, e di ipoglicemia idiopatica quando invece non è possibile individuare una causa fisiologica definita per il basso valore di glicemia.

Ipoglicemia in caso di diabete e senza diabete

Una causa di ipoglicemia iatrogena frequente nei diabetici è l’accidentale sovradosaggio di farmaci antidiabetici o di insulina, oppure il non mangiare quando necessario dopo aver preso questi medicinali. L’ipoglicemia nei diabetici è piuttosto comune, ma in genere non molto grave, si risolve velocemente con un moderato rapporto di carboidrati semplici, tuttavia se non si interviene può portare alla perdita di coscienza. Nei non diabetici si differenzia l’ipoglicemia in due casi:

  • ipoglicemia reattiva (postprandiale): si verifica circa 4 ore dopo aver mangiato il pasto;
  • digiunale (postassorbitiva): si diagnostica con un esame del sangue che mostri una glicemia sotto i 54 mg/dl dopo una notte a digiuno, fra i pasti o dopo esercizio fisico.

L’ipoglicemia reattiva può essere, se particolarmente severa, segno di prediabete in persone predisposte e con parenti malati. L’ipoglicemia digiunale invece può essere sintomo di iperproduzione insulinica o di ridotta disponibilità delle riserve di glicogeno e alcune tra le cause possono essere l’assunzione di alcuni farmaci o di tossine, gravi malattie, alcuni tipi di tumori, carenze ormonali, alcolismo o alcune condizioni ricorrenti durante l’infanzia.

Cause di ipoglicemia neonatale transitoria

  • Prematurità;
  • Ritardo di crescita intrauterina;
    • Minore di due gemelli;
  • Sindrome da stress respiratorio grave;
  • Tossiemia materna;
  • Asfissia perinatale;

Inedia e malassorbimento

  • Digiuno;
  • Grave malnutrizione;
  • Kwashiorkor;
  • Anoressia nervosa;
  • Stenosi ipertrofica del piloro;
  • Carenza di vitamina B6;
  • Carenza di Biotina;
  • Diarrea;
  • Glicosuria renale;
  • Difetto di trasporto dei monosaccaridi intestinali combinati;

Insufficienze organiche e patologie gravi

  • Insufficienza cardiaca congestizia;
  • Difetto cardiaco congenito cianotico;
  • Insufficienza renale, soprattutto cronica;
    • Dialisi;
  • Malattie del sistema nervoso centrale;
    • Trauma cranico;
    • Ictus;
    • Gravi encefalopatie;
    • Tumori dell’ipotalamo;
  • Malattie del fegato;
    • Gravi epatiti acute dovute a infezioni o tossine;
    • Insufficienza epatica cronica;
    • Sindrome di Reye;
    • Sindrome HELLP (emolisi, elevati enzimi del fegato, trombocitopenia);
  • Insulinomi;
  • Pancreatiti croniche;
  • Sepsi;
  • Ipotermia;
  • Ipertermia maligna;

Tumori extrapancreatici

  • Meccanismi;
    • Aumentato utilizzo da parte di un tumore attivo o molto grande;
    • Cachessia ed esaurimento delle riserve di glicogeno;
    • Peptidi insulinosimili (soprattutto IGF-II);
    • Inibizione della glicogenolisi o della gluconeogenesiepatica;
    • Ridotta risposta ormonale controregolatoria;
    • Autoimmune (vedi sotto);
  • Tumori associati con l’ipoglicemia;
    • Mesotelioma benigno e maligno;
    • Neurofibroma;
    • Fibrosarcoma;
    • Rabdomiosarcoma;
    • Leiomiosarcoma;
    • Liposarcoma;
    • Disembrioma sarcomatoso;
    • Sarcoma a cellule reticolate;
    • Emangiopericitoma;
    • Sarcoma a cellule ad ago;
    • Pseudomixoma peritoneale (sindrome di Rosenfeld);
    • Epatoma (sindrome di Nadler Wolfer Elliott);
    • Carcinoma adrenale (sindrome di Anderson);
    • Carcinoma pancreatico non insulare;
    • Ipernefroma;
    • Adenocarcinoma di prostata, colon, dotto biliare, stomaco;
    • Fibroma semplice;
    • Leucemia;
    • Linfoma e malattia di Hodgkin;
    • Mieloma multiplo;
    • Tumore di Wilms;
    • Apudoma;
    • Tumori carcinoidi;
    • Feocromocitoma (soprattutto dopo l’asportazione);
    • Melanoma;
    • Teratoma;
    • Neuroblastoma;
    • Paraganglioma;

Iperinsulinismo

  • Iperinsulinismo neonatale transitorio;
    • Dovuto a fattori materni;
      • Diabete materno;
      • Eritroblastosi fetale;
      • Eccesso di glucosio endovenoso durante il parto;
      • Sulfanilurea materna;
      • Medicinali tocolitici simpatomimetici (p.es. ritodrina);
    • Dovuto a fattori infantili;
      • Ritardo di crescita intrauterina;
      • Asfissia perinatale;
      • Errato posizionamento del catetere ombelicale;
  • Iperplasia delle cellule beta o errata regolazione infantile;
    • Nesidioblastosi;
    • Adenomatosi delle cellule beta;
    • Sindrome di Beckwith-Wiedemann;
  • Sindrome di Donohue (leprechaunismo);
  • Tumori che secernono insulina (insulinomi);
    • Adenoma delle cellule beta;
    • Carcinoma delle cellule insulari;
    • Sindrome adenomatosica endocrina multipla;
  • Ipoglicemia sensibile alla leucina;
  • Sindrome pluriglandolare di iperplasia insulare, pituitaria, paratiroidea;
  • Insulina esogena e secretori di insulina;
    • Insulina;
      • Terapia del diabete, iperglicemia;
        • Eccessivo dosaggio di insulina o assorbimento accelerato;
        • Eccessiva attività;
        • Alimentazione errata o assorbimento ridotto o ritardato;
        • Alcolismo;
        • Medicinali che interagiscono sinergicamente;
        • Sviluppo di altre malattie;
        • Endocrinopatie acquisite;
        • Insufficienze renali, cardiache o epatiche;
      • Terapia dell’iperalcalemia;
      • Terapia della depressione e della psicosi (shock insulinico);
    • Vaccino contro la pertosse;

Carenze ormonali

  • Cortisolo;
    • Malattia di Addison;
    • Carenza di ACTH;
    • Insensibilità all’ACTH;
    • Ipoplasia adrenale congenita;
    • Iperplasia adrenale congenita;
  • Ormone della crescita (GH);
    • Carenza GH isolata;
    • Sindrome di Laron (insensibilità al GH);
  • Epinefrina e catecolamine;
    • Insensibilità adrenomedullare;
  • Glucagone;
  • Deficienze combinate;
    • Ipopituitarismo (varie cause);
    • Sindrome da deprivazione psicosociale (ipotalamica);
    • Ormone tiroideo (deprime la produzione di GH e ACTH);

Difetti del metabolismo

  • Glicogenolisi difettosa o accumulazione di glicogeno;
    • Insufficienza di glucosio-6-fosfatasi (malattia di von Gierke);
    • Pseudoglicogenosi di tipo I;
    • Insufficiente amino-1,6-glucossidasi (glicogenosi di tipo III);
    • Insufficiente fosforilasi epatica (glicogenosi di tipo VI);
    • Insufficiente fosforilasi-chinasi epatica (glicogenosi di tipo IXb);
    • Insufficiente glicogeno-sintasi (glicogenosi di tipo O);
  • Galattosio-1-fosfato-uridiltransferasi (galattosemia);
  • Difetti della gluconeogenesi e alimentazione del substrato;
    • Deficit di Fruttosio 1,6-difosfatasi;
    • Acidemia isovalerica;
    • Ipoalaninemia;
    • Fosfoenolpiruvato-carbossichinasi;
    • Insufficiente piruvato-carbossilasi (sindrome di Leigh);
    • Insufficiente fruttosio-1-fosfato-aldolasi;
  • Difetti della beta-ossidazione mitocondriale e del metabolismo degli acidi grassi;
    • Carenza sistemica di carnitina;
      • Carenze enzimatiche;
      • Carnitina-palmitolotransferasi I;
      • Carnitina-palmitolotransferasi II;
      • Carnitina-aciltransferasi;
    • Butirril-CoA-deidrogenasi;
    • Idrossimetilbutaril-CoA-liasi;
    • Metilcrotonil-CoA-carbossilasi;
    • Acil-CoA-deidrogenasi a catena media;
    • Acil-CoA-deidrogenasi a catena corta;
    • Acil-CoA-deidrogenasi a catena lunga;
    • Acil-CoA-deidrogenasi multipla (aciduria glutarica di tipo II);
    • 3-idrossiacil-CoA-deidrogenasi a catena lunga;
    • 3-idrossiacil-CoA-deidrogenasi a catena corta;
    • Carnitina/acilcarnitina-translocasi;
  • Enoil-CoA-idratasi;
  • Chetotiolasi;
  • Succinil-CoA: acetoacetato-transferasi;
  • Difetti del metabolismo degli amminoacidi;
    • Malattia dell’urina a sciroppo d’acero;
    • Acidemia metilmalonica;
    • Aciduria idrossimetilglutarica;
    • Tirosinosi;
    • Fenilchetonuria;
    • Acidemia propionica;
  • Difetti vari del metabolismo;
    • Difetto del trasporto tipo I del glucosio nel cervello;
    • Aciduria metilglutaconica;
    • Sucrosuria;
    • Intolleranza al glicerolo;
    • Varianti rare dell’intolleranza al galattosio;
    • Altri difetti metabolici rari o congeniti e scarsamente documentati;

Medicinali e tossine

  • Insulina e altri agenti antidiabetici;
  • Medicinali e sostanze associate con ipoglicemia;
    • Etanolo;
    • Betabloccanti, come il propranololo;
    • Salicilati;
    • Acetaminofene;
    • Acetazolamide;
    • Idrossido di alluminio;
    • Clorochina;
    • Clorpromazina;
    • Cimetidina, ranitidina;
    • Difenidramina e altri antistaminici;
    • Propossifene;
    • Disopiramide;
    • Doxepina;
    • Golitelia (nella sindrome di ostruzione intestinale distale nella fibrosi cistica);
    • Imipramina;
    • Indometacina;
    • Isoxsuprina;
    • Fattore della crescita I insulinosomile;
    • Lidocaina;
    • Litio;
    • Pentamidina;
    • Propranololo, nadololo, nabetololo, metoprololo;
    • Orfenadrina;
    • Ossitetraciclina;
    • Chinino e chinidina;
    • Perexidrina;
    • Ritodrina;
    • Aloperidolo;
    • Agenti chelanti (BAL e EDTA);
    • THAM;
    • Colchicina;
    • Acido paraaminobenzoico, acido paraaminosalicilico;
    • Colestiramina aggiunta durante terapia con glucocorticoidi(riduce l’assorbimento);
  • Sostanze e farmaci che abbassano la glicemia nei diabetici;
    • Enlapril e captopril;
    • Coumarina;
    • Fenilbutazone;
    • Antistaminici;
    • Solfoantibiotici, compresi SMX/TMP (soprattutto in caso di insufficienza renale);
    • inibitori delle monoamminossidasi (IMAO);
    • Azapropazone;
    • Buformina;
    • Carbutamide;
    • Cibenzolina;
    • Cicloeptolamide;
    • Glibornuride;
    • Gliclazide;
    • Mebanazina;
    • Metaexamide;
    • Perexilina;
    • Sulfadimidina;
    • Sulfafenazolo;
  • Tossine;
    • Veleno di amanita falloide;
    • Estratto di Abractilis gommifera (una pianta del Mar Mediterraneo);
    • Ipoglicina da frutti tropicali (malattia del vomito giamaicana);
    • Paratione;
    • Vacor (veleno derattizzante);

Cause idiopatiche e varie

 

  • Ipoglicemia chetotica;
    • Carenze ormonali ed enzimatiche identificabili;
  • Cause idiopatiche;
    • Ipoglicemia idiopatica ad eziologia sconosciuta;
    • Autoimmune;
    • Anticorpi anti-insulina;
    • Anticorpi contro i recettori dell’insulina;
    • Stimolazione di anticorpi contro le cellule delle isole di Langerhans nel pancreas;
    • Tirotossicosi (estremamente raro);
    • Infezioni;
      • Parotite epidemica;
      • Varicella;
      • Pertosse;
      • Malaria;
      • Morbillo;
    • Superallenamento;
    • Cause di apparente ipoglicemia;
      • Consumo di glucosio in vitro dopo il prelievo del campione di sangue;
      • Globuli bianchi leucemici possono consumare molto glucosio in vitro;
      • Policitemia o infanzia (consumo in vitro da parte dei globuli rossi);
      • Prelievo di sangue per analisi inaccurato;
      • Intervalli di prelievo troppo brevi;

Ipoglicemia reattiva (o postprandiale)

L’ipoglicemia reattiva (o postprandiale) è quella che può manifestarsi con tempistica variabili in conseguenza all’assunzione di zuccheri o cibi glucidici. Si possono distinguere vari tipi di ipoglicemia reattiva:

1) Ipoglicemia alimentare (o “Sindrome da accelerato svuotamento gastrico”)

Dovuta a disturbi conseguenti a un’operazione all’apparato digerente, come:

  • Una fundoplicatio per la terapia del reflusso gastroesofageo;
  • Sindrome da scarico dopo una gastrectomia;
  • Sindrome da viscere corto.
Può esservi, in rari casi, anche un disturbo idiopatico della motilità gastrointestinale.
Nell’ipoglicemia alimentare, il cibo ingerito viene rilasciato nel duodeno troppo in fretta, rispetto ai tempi fisiologici; questo causa un’abnorme secrezione di insulina, e quindi, ipoglicemia.
Si distinguono una “early dumping syndrome”, quando i sintomi si manifestano dopo circa mezz’ora dopo il pasto, e una “late dumping syndrome”, quando si manifestano nell’arco delle restanti cinque ore successive al pasto.

2) Stato di prediabete

Stato iniziale di un diabete mellito di tipo II caratterizzato da una sintomatologia di tipo adrenergico 4-5 ore dopo i pasti, con forte abbassamento della glicemia dopo una fase iniziale di iperglicemia Disordini del metabolismo dei carboidrati.

3) Ipoglicemia dovuta a cause ormonali (ad esempio, ipotiroidismo)

4) Gastrite causata da Helicobacter pylori

5) Deficienze enzimatiche congenite

Disordini del metabolismo dei carboidrati. Caratteristiche della prima o della seconda infanzia:

  • Intolleranza ereditaria al fruttosio;
  • Galattosemia;
  • Ipersensibilità alla leucina dell’infanzia.

6) Ipoglicemia reattiva idiopatica o funzionale

Altre cause possono essere:

  • Ipoglicemia dopo una iniezione endovenosa di glucosio;
  • Improvvisa interruzione di nutrizione per via parenterale o di glucosio per endovena;
  • Dopo una trasfusione con sangue conservato, in neonati;
  • Terapia di ormoni della crescita a giorni alternati.

Terapia

A tal proposito, leggi questo articolo: Crisi ipoglicemiche: cosa fare per aumentare la glicemia?

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