La respirazione è il fisiologico atto con cui si introduce ossigeno nell’organismo e nel contempo si emette biossido di carbonio. Con “tachipnea” si intende un aumento della frequenza respiratoria rispetto alla norma.
Etimologia
Il termine “tachipnea” è composto dal greco takis, “veloce” e pnèa, “respiro”.
Frequenza respiratoria: valori normali e patologici
La frequenza respiratoria normale negli adulti (eupnea) si attesta in un intervallo di valori tra i 16 ed i 20 atti respiratori al minuto a riposo (sotto sforzo i valori aumentano). Sotto i 16 atti respiratoti al minuto si parla di bradipnea, mentre sopra i 20 si parla di tachipnea. Ricordiamo che un “atto respiratorio” di un adulto a riposo dura generalmente circa 3-4 secondi ed è fondamentalmente costituito da:
- inspirazione (circa 1,3 – 1,5 secondi di durata);
- espirazione (circa 2,5 – 3 secondi di durata);
- breve pausa che si verifica fra inspirazione ed espirazione (circa 0,5 secondi).
Nel respiro spontaneo di un soggetto normale le fasi inspiratorie durano circa la metà del tempo delle fasi espiratorie. Nell’anziano gli atti respiratori normali potrebbero essere lievemente diversi (spesso aumentati). Ad alte quote (ad esempio in montagna) la frequenza respiratoria tende ad aumentare all’aumentare dell’altitudine a causa della progressiva maggiore rarefazione dell’ossigeno: ciò non è una patologia, anzi è segno di efficace capacità compensatoria dell’organismo.
Frequenza respiratoria nei neonati, bambini ed adolescenti
I valori fin qui espressi valgono per gli adulti: all’atto della nascita e per i primi anni di vita del bambino essa è anche di molto superiore arrivando fisiologicamente anche al di sopra dei 30 respiri al minuto. Nel neonato e per tutto il primo anno di età, la frequenza respiratoria è infatti mediamente di circa 45 atti al minuto; successivamente diminuisce in maniera progressiva, tanto che a 5 anni è pari a circa 20-25 respiri al minuto, arrivando ad attestarsi tra i 16 ed i 20 atti respiratori al minuto negli adolescenti durante la pubertà, valore che permane nell’età adulta. Ecco una pratica tabella con tutti i range normali per età:
- da 30 a 60 atti respiratori per un neonato d’età compresa fra 0 e 6 mesi;
- da 24 a 30 atti respiratori per un neonato d’età compresa fra 6 e 12 mesi;
- da 20 a 30 atti respiratori per un bambino d’età compresa fra 1 e 5 anni;
- da 12 a 20 atti respiratori per un bambino d’età compresa fra 6 e 11 anni;
- da 12 a 18 atti respiratori per gli individui sopra i 12 anni d’età.
Tachipnea
Con il termine tachipnea si intende un grande aumento della frequenza respiratoria rispetto alla norma, al di sopra dei 20 atti respiratori al minuto nelle persone adulte a riposo. L’aumento della frequenza respiratoria può essere:
- fisiologico: se compare in caso di emozioni forti (come paura o terrore, espressione del “combatti o fuggi“) o grandi sforzi, ma anche in caso di sforzi lievi ma protratti nel tempo, o ancora ad alte quote, quando l’aria è rarefatta. In questi casi la tachipnea non solo è normale, ma anche auspicabile, perché rappresenta il segno della capacità compensatoria dell’organismo;
- patologico: se compare a riposo e/o è determinato da patologie.
La tachipnea patologica si osserva a volte nei neonati prematuri (tachipnea transitoria del neonato) ed in molte altre patologie. Cause di tachipnea patologica, sono:
- insufficienza respiratoria;
- insufficienza cardiaca;
- stati febbrili;
- polmoniti;
- patologie della pleura;
- sindrome da distress respiratorio (ARDS);
- sepsi (grave infezione diffusa);
- cancro polmonare;
- shock (grave ipotensione arteriosa prolungata);
- patologie della parete toracica.
Questo è un elenco non esaustivo: la tachipnea può essere infatti provocata da un elevatissimo numero di condizioni e patologie.
Tachipnea transitoria del neonato
Con “tachipnea transitoria del neonato” (anche chiamata “sindrome del polmone umido neonatale”) si intende un disturbo respiratorio del neonato caratterizzato da respirazione accelerata e cianosi (colorito bluastro della pelle del bimbo). La diagnosi viene effettuata tramite radiografia del torace e la terapia consiste nella somministrazione di ossigeno o – nei casi più gravi – nella ventilazione meccanica. Il respiro tende a normalizzarsi alcuni giorno dopo il verificarsi della sindrome.
Sintomi e segni associati
In base alla patologia a monte che l’ha determinata, la tachipnea può essere associata a vari altri segni e sintomi, tra cui:
- dispnea (difficoltà respiratorie con “fame d’aria”);
- crepitii, rumori sibilanti, rantoli sparsi all’auscultazione polmonare;
- astenia (mancanza di forze);
- malessere generale;
- respiro affannoso, rapido e superficiale;
- cianosi (comparsa di chiazze o colorazione bluastra sulla cute);
- tachicardia (aumento della frequenza cardiaca);
- aritmie cardiache;
- confusione mentale;
- letargia;
- ipossia;
- ipercapnia.
Diagnosi
La tachipnea è un segno clinico che può essere ricondotto a molte patologie e condizioni: la diagnosi e la diagnosi differenziale si basano quindi su una accurata raccolta dei dati del paziente (anamnesi), sulla visita vera e propria (soprattutto auscultazione del torace) e su vari altri esami di laboratorio e di diagnostica per immagine, come:
Terapia
La terapia è subordinata alla causa a monte che ha determinato la tachipnea, ad esempio potrebbe includere antibiotici in caso di polmonite batterica o chirurgia in caso di tumore polmonare. Per correggere l’eventuale ipossia, può essere utile l’O2 terapia, cioè la somministrazione di ossigeno tramite una maschera facciale o per via nasale o, se queste non sono efficaci nella correzione della riduzione dei livelli di ossigeno nel sangue, la ventilazione meccanica.
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