Eupnea, eupnoico, bradipnea, tachipnea, atto respiratorio: significato ed etimolgia

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO RESPIRAZIONE POLMONI DIAFRAMMA ATTI RESPIRATORI NORMALI EUPNEA EUPNOICO DISPNEA TACHIPNEA BRADIPNEA INSPIRAZIONE ESPIRAZIONE BAMBINI ADULTI ANZIANI PNEUMOLOGIA

Eupnea

Con il termine “eupnea” si intende una frequenza respiratoria normale, che nell’adulto si attesta in un intervallo di valori tra i 16 ed i 20 atti respiratori al minuto a riposo (sotto sforzo i valori aumentano). Quando un medico parla di “respirazione eupnea” o “respirazione eupnoica” o “frequenza respiratoria eupnoica” o “frequenza eupnoica” intende quindi una respirazione che rientra in questa gamma di frequenze respiratorie normali. Il termine “eupnea” è composto dal greco εὖ (“èu”, che significa “bene”) e πνέα (“pnèa”, che significa “respiro”) ad indicare appunto un “buon respiro”.

Paziente eupnoico

Si dice “paziente eupnoico” quando il paziente ha una frequenza respiratoria normale, compresa in un intervallo di normalità tra 16 ed 20 atti respiratori al minuto. Si dice “paziente eupnoico a riposo” quando la frequenza respiratoria è compresa entro tale range quando viene misurata col paziente a riposo. Se il paziente è “non eupnoico“, non ha una frequenza respiratoria normale. Una frequenza respiratoria al di fuori dell’intervallo di normalità, prende il nome di:

  • bradipnea: al di sotto dei 16 atti respiratori al minuto;
  • tachipnea: al di sopra di 20 atti respiratori al minuto.

Questi termini non vanno confusi con “dispnea“, che indica il sintomo caratterizzato da respirazione difficoltosa, a prescindere dalla frequenza respiratoria. La dispnea può comparire sia durante una bradipnea che una tachipnea, inoltre può essere avvertito anche con una frequenza eupnoica.

Paziente bradipnoico, tachipnoico e dispnoico

Il paziente non eupnoico con bradipnea (al di sotto dei 16 atti respiratori/minuto), viene detto “paziente bradipnoico“. Il paziente non eupnoico con tachipnea (al di sopra dei 20 atti respiratori/minuto), viene detto “paziente tachipnoico“. Se compare dispnea, si parla di “paziente dispnoico“.

Leggi anche: Dispnea ansiosa, notturna e cardiaca: sintomi, diagnosi e cura

Cos’è un “atto respiratorio”?

Un “atto respiratorio” è l’insieme di meccanismi neurologici, muscolari e polmonari che permettono la respirazione, cioè l’assunzione di ossigeno nell’organismo e l’eliminazione di anidride carbonica dall’organismo. L’atto respiratorio di un adulto a riposo dura generalmente circa da 3 a 5 secondi ed è fondamentalmente costituito da:

  • inspirazione: permette l’assunzione di ossigeno e dura circa 1,3 – 1,5 secondi;
  • espirazione: permette l’eliminazione di anidride carbonica e dura circa circa 2,5 – 3 secondi;
  • pausa respiratoria: è una breve pausa che si verifica fra inspirazione ed espirazione (circa 0,5 secondi di durata).

Nel respiro spontaneo di un soggetto normale le fasi inspiratorie durano circa la metà del tempo delle fasi espiratorie. Durante la fase inspiratoria la frequenza cardiaca può leggermente aumentare, mentre in quella espiratoria può leggermente diminuire. Nell’anziano gli atti respiratori normali potrebbero essere lievemente diversi (spesso aumentati). Ad alte quote (ad esempio in montagna) la frequenza respiratoria tende ad aumentare all’aumentare dell’altitudine a causa della progressiva maggiore rarefazione dell’ossigeno: ciò non è una patologia, anzi è segno di efficace capacità compensatoria dell’organismo.

Frequenza respiratoria nei neonati, bambini ed adolescenti

I valori fin qui espressi valgono per gli adulti: all’atto della nascita e per i primi anni di vita del bambino essa è anche di molto superiore arrivando fisiologicamente anche al di sopra dei 30 respiri al minuto. Nel neonato e per tutto il primo anno di età, l’eupnea è infatti mediamente di circa 45 atti respiratori al minuto; successivamente diminuisce in maniera progressiva, tanto che a 5 anni la frequenza eupnoica è pari a circa 20-25 respiri al minuto, arrivando ad attestarsi tra i 16 ed i 20 atti respiratori al minuto negli adolescenti durante la pubertà, valore che permane nell’età adulta. Ecco una pratica tabella con tutti i range normali per età:

  • da 30 a 60 atti respiratori per un neonato d’età compresa fra 0 e 6 mesi;
  • da 24 a 30 atti respiratori per un neonato d’età compresa fra 6 e 12 mesi;
  • da 20 a 30 atti respiratori per un bambino d’età compresa fra 1 e 5 anni;
  • da 18 a 25 atti respiratori per un bambino d’età compresa fra 6 e 11 anni;
  • da 16 a 20 atti respiratori per gli individui sopra i 12 anni d’età.

Come regola generale, più il bimbo è piccolo è più alta sarà la frequenza eupnoica.

Bradipnea

Il termine “bradipnea” è composto dal greco βραδύς, bradỳs, “lento” e πνέα, pnèa, “respiro” ed indica una grande diminuzione della frequenza respiratoria rispetto alla norma, al di sotto dei 16 atti respiratori al minuto nelle persone adulte. Una bradipnea diventa “spiccata” se gli atti respiratori scendono a meno di 9 al minuto, fatto che può compromettere alcune funzioni vitali e mettere a rischio la vita stessa del soggetto. Qualora la frequenza respiratoria scenda al di sotto dei 6 atti al minuto è necessario effettuare la respirazione assistita.

Una bradipnea può essere

  • fisiologica: quando il soggetto è estremamente rilassato (ad esempio soggetti esperti nella pratica dello yoga o altre tecniche simili), oppure nel caso di atleti molto allenati a sforzi prolungati, come maratoneti, o in sub ed apneisti;
  • patologica: determinata da varie patologie cardiache, respiratorie e neurologiche ma anche dall’assunzione di droghe e sostanze tossiche.

Per approfondire: Bradipnea: significato, valori, cause, sintomi in adulti e bambini

Tachipnea

Il termine “tachipnea” è composto dal greco takis, “veloce” e pnèa, “respiro” ed indica un grande aumento della frequenza respiratoria rispetto alla norma, al di sopra dei 20 atti respiratori al minuto nelle persone adulte a riposo. L’aumento della frequenza respiratoria può essere:

  • fisiologico: se compare in caso di emozioni forti (come paura o terrore, espressione del “combatti o fuggi“) o grandi sforzi, ma anche in caso di sforzi lievi ma protratti nel tempo, o ancora ad alte quote, quando l’aria è rarefatta. In questi casi la tachipnea non solo è normale, ma anche auspicabile, perché rappresenta il segno della capacità compensatoria dell’organismo;
  • patologico: se compare a riposo e/o è determinato da patologie, come insufficienza respiratoria o cardiaca, polmoniti, shock, ipotensione arteriosa grave, sepsi, pleuriti e traumi. La tachipnea transitoria del neonato compare in alcuni neonati prematuri.

Per approfondire: Tachipnea: definizione, valori, cause, sintomi in adulti e bambini

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, segui la nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Reddit, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.