Il “colpo di sonno” è l’improvviso e non voluto addormentamento che si verifica mentre si guida un autoveicolo, con le pericolose possibili conseguenze che ne derivano. Ma cosa succede se si provocano incidenti o si fanno infrazioni a causa di un colpo di sonno? Il conducente è in qualche modo non responsabile di quello che ha provocato? La risposta è NO.
Colpo di sonno: responsabilità
Quando si decide di mettersi alla guida, la legge prevede che si debba avere il pieno controllo delle proprie capacità fisiche e mentali quindi non esistono giustificazioni in caso di incidenti o altri danni provocati a causa di un colpo di sonno, neanche se è stato provocato dagli effetti collaterali di un farmaco ed il conducente non è un medico: è lui stesso ad essere responsabile di sapere se il medicinale assunto può determinare sonnolenza, leggendo il suo foglietto illustrativo (bugiardino). Il colpo di sonno non è quindi per legge una causa di forza maggiore, ossia una giustificazione per essere esenti da responsabilità, a prescindere dalla causa che l’ha determinato o favorito; se il colpo di sonno è stato causato ad esempio da un turno lavorativo estremamente prolungato e/o stressante (ad esempio lavorare di notte in un ospedale), ciò non esclude la propria responsibilità, visto che il soggetto stesso – riconoscendo la propria minore capacità di guidare in sicurezza – dovrebbe andare a piedi o con un bus o un taxi, evitando di mettersi alla guida sapendo di aver bruciato molte energie a lavoro. Solo un malore improvviso – ad esempio un infarto o altra imprevedibile causa di salute improvvisamente verificatasi durante la guida – potrebbe giustificare eventuali responsabilità, ed anche qui dal punto di vista legale si apre un ampio capitolo a parte, in cui ogni singolo caso deve essere analizzato.
Colpo di sonno: multa e sanzioni
Chiarito il punto esposto al paragrafo precedente, se un vigile ti ferma perché hai sbandato o non hai tenuto la linea dritta di marcia o perché andavi troppo veloce/piano, può multarti, dal momento che il codice della strada prevede che:
“il conducente deve sempre conservare il controllo del proprio veicolo ed essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizione di sicurezza, specialmente l’arresto tempestivo del veicolo entro i limiti del suo campo di visibilità e dinanzi a qualsiasi ostacolo prevedibile”
In tal caso la multa “base” oscilla tra 41 a 168 euro, che può aumentare se commetti altre violazioni, come ad esempio passare col semaforo rosso o non dare la precedenza. Se provochi un incidente, la questione si complica perché rischi di rispondere di lesioni colpose (se investi qualcuno) o di omicidio stradale (se uccidi qualcuno), il che viene peggiorato dal fatto che venga riscontrato uso di alcol o droghe: in nessuno di questi casi il colpo di sonno elimina la tua responsabilità civile o penale.
Per approfondire: Colpo di sonno improvviso alla guida: cause, conseguenze, rimedi
Disturbi del sonno e neurologici e ritiro della patente
Il decreto del ministero dei trasporti del 22 dicembre 2015, pubblicato in Gazzetta Ufficiale (n. 9) il 13 gennaio 2015, in recepimento della direttiva europea 2014/85/UE, impedisce che la patente venga rilasciata né rinnovata a:
“candidati o conducenti affetti da disturbi del sonno causati da apnee ostruttive notturne che determinano una grave ed incoercibile sonnolenza diurna, con accentuata riduzione delle capacità dell’attenzione non adeguatamente controllate con le cure prescritte”
Ad effettuare le valutazioni sarà il medico sottoponendo i soggetti a particolare attenzione, per verificare se presentano sintomi riconducibili a sonnolenza diurna. Nei casi negativi o di lieve entità, il medico certificherà l’idoneità alla guida, altrimenti, in presenza di dubbi, l’accertamento verrà demandato alla commissione medica locale, la quale potrà anche autorizzare i soggetti affetti da sindromi moderate laddove dimostrino un adeguato controllo della sintomatologia presentata, se del caso, previa conferma tramite parere specialistico di strutture pubbliche; in ogni caso la validità della patente rilasciata o rinnovata non potrà superare i tre anni.
Il decreto prevede analoghe restrizioni alla guida, anche per chi soffre di malattie neurologiche:
“La patente di guida non deve essere né rilasciata né rinnovata a candidati o conducenti colpiti da gravi affezioni neurologiche di grado tale da risultare incompatibili con la sicurezza della guida”
Anche in tal caso, come per le apnee notturne, la commissione medica locale, avvalendosi eventualmente di visite specialistiche presso strutture pubbliche, potrà:
“autorizzare la guida in relazione allo stato evolutivo e alle capacità funzionali possedute, previa valutazione della compatibilità della sintomatologia sensitiva sensoriale, motoria e del trofismo muscolare dovuta a malattie neurologiche od a postumi invalidanti di interventi chirurgici o traumatici del sistema nervoso centrale o periferico, con la sussistenza di condizioni che possano far escludere pregiudizi per la sicurezza della circolazione“
In tali casi, però, gli interessati dovranno dimostrare “di essere in grado di azionare, in condizioni di sicurezza, i comandi del veicolo della categoria per la quale si richiede il rilascio o il rinnovo di validità della patente”. La validità della patente, comunque, non potrà superare i due anni.
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Lo Staff di Medicina OnLine
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