Il paracetamolo abbassa o alza la pressione sanguigna?

MEDICINA ONLINE PRESSIONE ARTERIOSA VENOSA SANGUIGNA CENTRALE PERIFERICA CUORE SANGUE BRACCIO VENE ARTERIE VASI PETTO DESTRO SINISTRO COME QUANDO SFIGMOMANOMETRODal momento che i tradizionali farmaci antinfiammatori non-steroidei (FANS) sono associati a un aumentato rischio di eventi cardiovascolari acuti, le linee guida consigliano il paracetamolo (ad esempio la Tachipirina o l’Efferalgan) come analgesico ed antipiretico di prima scelta sul presupposto della sua maggiore sicurezza cardiovascolare, tuttavia uno studio sembra mettere in discussione tale certezza.

Lo studio

Uno studio del 2010 (che potete trovare qui) ha esaminato la sicurezza del paracetamolo nei pazienti con malattia coronarica. I 33 soggetti con malattia coronarica arteriosa inclusi in questo studio crossover, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, hanno ricevuto paracetamolo (1 grammo 3 volte al giorno, che rappresenta la dose massima in un adulto) per due settimane. Il trattamento con paracetamolo ha determinato un aumento significativo della pressione massima (sistolica) media da 122.4 a 125.3 mmHg e minima (diastolica) da 73.2 a 75.4 mmHg, mentre la frequenza cardiaca, la funzione endoteliale, le cellule progenitrici endoteliali precoci e la funzione piastrinica non sono risultate modificate.

Risultato

Questo studio ha quindi dimostrato che il paracetamolo induce un aumento significativo della pressione arteriosa nei pazienti con malattia coronarica: l’uso di paracetamolo – specie se prolungato, deve essere valutato in maniera rigorosa – particolarmente nei pazienti con ipertensione arteriosa e ad aumentato rischio cardiovascolare, come già avviene con gli altri farmaci antinfiammatori non-steroidei tradizionali e gli inibitori della cicloossigenasi-2 (Cox-2 ).

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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