Con “cecità” si indica la mancanza totale o parziale della percezione visiva di uno o di entrambi gli occhi, che può essere congenita (cioè essere presente fin dalla nascita) o acquisita (l’individuo perde la vista dopo la nascita). La cecità può essere dovuta a condizioni o patologie che colpiscono direttamente l’occhio o le vie ottiche (ad esempio tumori, infezioni, traumi) o essere secondaria a patologie che non riguardano direttamente l’occhio (ad esempio retinopatia diabetica). Tipi di cecità, sono:
- cecità o amaurosi: è definita totale quando l’occhio non percepisce affatto la luce;
- cecità funzionale: è presente quando il sistema visivo percepisce la luce, ma è incapace di percepire le forme;
- cecità legale: è presente quando la percezione, non superiore a 1/20 nei ciechi parziali, non permette l’autonomia del soggetto. L’ampiezza del campo visivo è inferiore al 3% per i ciechi totali oppure al 10% per i ciechi parziali (ad entrambi gli occhi o nell’occhio migliore anche con correzione).
Cause e fattori di rischio
La cecità può essere causata da varie patologie e condizioni che possono interessare diverse strutture oculari, come cornea, retina e nervo ottico, tra cui:
- cataratta;
- pucker maculare;
- retinoblastoma;
- retinopatia diabetica;
- retinopatia ipertensiva;
- distacco di retina;
- pressione oculare alta;
- glaucoma;
- tracoma;
- degenerazione maculare legata all’età (AMD);
- vizi refrattivi non corretti;
- trombosi venosa e necrosi della retina (ictus della retina);
- traumi che interessano cornea, cristallino, retina, macula;
- patologie che interessano il nervo ottico;
- corpo estraneo;
- albinismo;
- tumore cerebrale;
- tumore delle vie ottiche;
- cecità fototraumatica (quando si fissa direttamente il sole a lungo);
- atrofia ottica dominante;
- atrofia del nervo ottico.
La causa più diffusa di cecità nel mondo è la cataratta (circa il 40% dei casi) seguita principalmente da:
- vizi refrattivi non corretti (18%);
- glaucoma (10%);
- degenerazione maculare senile (7%);
- opacità della cornea (4%);
- distacco di retina (3%);
- cecità infantile (3%);
- tracoma (2%).
Diagnosi
La diagnosi di cecità e della causa a monte che può averla provocata, avviene grazie ad una visita oculistica, all’anamnesi, all’esame obiettivo ed a vari test, tra i quali:
- esame dell’acuità visiva (esame della vista);
- esame del campo visivo;
- esame del fondo oculare;
- tomografia ottica computerizzata (OCT);
- esame alla lampada a fessura (o biomicroscopia);
- retinografia tradizionale e a fluorescenza;
- autorefrattometria;
- fluorangiografia retinica;
- potenziali evocati visivi;
- elettrooculografia (EOG);
- elettroretinografia (ERG);
- ecografia oculare;
- tavole di Ishihara;
- tonometria;
- TAC o risonanza magnetica.
Non tutti gli esami elencati sono sempre necessari per raggiungere la diagnosi.
Prevenzione
Secondo l’OMS prevenire la cecità è possibile in quasi 9 casi su dieci, grazie ad una alimentazione corretta con adeguate quantità di vitamina A, riducendo il rischio di traumi, effettuando visite oculistiche frequenti in individui a rischio e non sottovalutando i sintomi precoci delle patologie oculari.
Lettura Braille
Con “Braille” si intende un sistema di scrittura e lettura a rilievo messo a punto dal francese Louis Braille per soggetti non vedenti ed ipovedenti. Per approfondire, leggi: Braille alfabeto e numeri in italiano: come impararlo
Legge italiana
La Legge 3 aprile 2001, n. 138. Ministero della Salute sulla Classificazione e quantificazione delle minorazioni visive e norme in materia di accertamenti oculistici, prevede:
ART. 1 La presente legge definisce le varie forme di minorazioni visive meritevoli di riconoscimento giuridico, allo scopo di disciplinare adeguatamente la quantificazione dell’ipovisione e della cecità secondo i parametri accettati dalla medicina oculistica internazionale. Tale classificazione di natura tecnico-scientifica, non modifica la vigente normativa in materia di prestazioni economiche e sociali in campo assistenziale. [Ministero della salute 21/09/04] Con la seguente circolare si modifica l’articolo 1 della legge 138: “… le definizioni dettate dalla legge n.138 del 2001 debbano ora essere prese in considerazione in ogni ambito valutativo del danno funzionale a carico dell’apparato visivo e, quindi, anche in sede di accertamento della cecità per causa civile ai fini della concessione dei relativi benefici, sia a carattere economico che socio assistenziale…”.
ART. 2 (Definizione di ciechi totali) Ai fini della presente legge, si definiscono ciechi totali: a) coloro che sono colpiti da totale mancanza della vista in entrambi gli occhi; b) coloro che hanno la mera percezione dell’ombra e della luce o del moto della mano in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore; c) coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 3%.
ART. 3 (Definizione di ciechi parziali) Si definiscono ciechi parziali: a) coloro che hanno un residuo visivo non superiore a 1/20 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con eventuale correzione; b) coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 10%.
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Lo Staff di Medicina OnLine
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