Blocco intestinale (occlusione) in bambini e anziani: cause e cure

MEDICINA ONLINE LUNGHEZZA CANALE ANALE SESSO PENETRAZIONE ANORETTALE RETTO ANO SFINTERE ANALE SESSO INCONTINENZA FECALE FECI ALZHEIMER COLON INTESTINO IRRITABILE SPASMO CROHN MUSCOLI VOLONTARIO INVOLONTARIOCon “blocco intestinale” (anche chiamato “occlusione intestinale” o “ileo”), ci si riferisce in particolare al blocco del tratto intestinale che impedisce il transito di cibo digerito e feci in un punto specifico dell’intestino, che può essere causato da un ostacolo interno al lume intestinale (ad esempio da fecaloma, da ammasso di parassiti, da tumori intestinali) o da un ostacolo esterno al lume (ad esempio un tumore che dall’esterno comprime l’intestine) o da altre cause come volvolo intestinale, infarto intestinale, e malattie nervose/muscolari. L’arresto del transito può parziale o totale della progressione del contenuto intestinale, sia esso liquido, solido e/o gassoso.

Cause e fattori di rischio

Prima di parlare in particolare delle cause che determinano un blocco intestinale, è necessario prima distinguere un ileo “meccanico” da un ileo “paralitico”:

  • un ileo è detto meccanico quando l’occlusione è dovuta a un ostacolo vero e proprio che blocca fisicamente il passaggio del materiale in transito in direzione dell’ano;
  • un ileo è detto paralitico (o adinamico) quando non ci sono blocchi fisici nell’intestino ma il transito è comunque impedito da una paralisi della muscolatura propria dell’intestino con conseguente blocco della peristalsi, cioè di quella contrazione coordinata della muscolatura liscia presente nelle vie digerenti che permette al cibo di procedere in direzione dell’ano.

Viene definita invece subocclusione intestinale una condizione particolare di ileo meccanico, in cui l’ostruzione sia solo parziale, manifestandosi con episodi subacuti e/o ricorrenti. In ogni caso l’occlusione può essere incompleta, caratterizzata da episodi sfumati subocclusivi cronici che culminano nella fase di occlusione critica, o completa, che esordisce con un quadro clinico acuto e pericoloso. E’ importante anche ricordare che un ileo meccanico può riconoscere tre tipi di ostruzione:

  • intraluminale: l’ostacolo è presente fisicamente all’interno del canale e chiude il lume (ad esempio ammassi di parassiti e fecalomi);
  • intramurale: l’ostacolo è rappresentato dall’ingrandimento della parete del canale (ad esempio un tumore ad anello);
  • extraintestinale: l’ostacolo è rappresentato da una massa esterna al canale, che si è espansa a tal punto da comprimere il lume (ad esempio tumore di organo vicino).

Chiariti i concetti di base, passiamo ora alle cause di blocco intestinale meccanico:

  • anastomosi intestinale;
  • ematoma nella parete intestinale;
  • esiti cicatriziali di ulcere duodenali;
  • tumore del colon;
  • tumore addominale che comprime il colon dall’esterno
  • corpi estranei ingeriti e transitati dallo stomaco;
  • corpi estrani introdotti per via anale e rimasti bloccati nel retto, nel sigma o nel colon discendente;
  • boli alimentari particolarmente voluminosi;
  • enterocele;
  • rettocele;
  • ammassi di peli;
  • ammasso di sostanze vegetali;
  • ammasso di parassiti;
  • fecalomi;
  • briglie aderenziali uniche o multiple (esiti di interventi chirurgici);
  • strangolamento delle anse (volvolo, invaginazione, strozzamento da cingolo).

Le principali cause di blocco intestinale paralitico, sono invece:

  • recente intervento chirurgico con apertura del peritoneo o/e manipolazione dei visceri endo addominali;
  • presenza di sostanze biologiche (sangue, bile, urine);
  • irritazione peritoneale (ascessi peritoneali, perforazione di visceri, sofferenza vascolare dell’intestino, traumi addominali aperti o chiusi) e patologie dei visceri addominali (appendicite, colecistite);
  • pancreatite acuta, patologia retroperitoneale (aneurismi), traumi del rachide, gravi quadri dolorosi (colica renale), torsione di cisti ovarica;
  • patologie d’organo (infarto, polmonite, ictus);
  • Morbo di Crohn;
  • ernie;
  • diverticolite;
  • generali (alterazioni idro-elettrolitiche, dismetabolismi, farmaci che bloccano la trasmissione nervosa (ganglioplegici), o antagonisti della acetilcolina (anticolinergici), o antistaminici, o anestetici generali (narcotici).

Sintomi e segni

Un paziente con un’occlusione intestinale presenta vari sintomi e segni, tra cui:

  • costipazione;
  • meteorismo;
  • gonfiore addominale;
  • malessere generale;
  • dolori addominali crampiformi che si ripresentano ogni 3 minuti circa in zona epigastrica e periombelicale, sintomo del tentativo dell’intestino di forzare il blocco;
  • vomito, nei casi più gravi anche di tipo fecaloide;
  • distensione addominale;
  • chiusura dell’alvo solo a feci a anche a gas;
  • rumori intestinali di tono elevato, causati dalla peristalsi (borborigmi);
  • la comparsa di dolorabilità addominale e di dolore continuo indica lo strozzamento intestinale.

Diagnosi

La diagnosi di un’occlusione intestinale, e soprattutto delle cause a monte che lo determinano, si effettua in base a:

Rischi

Un trattamento precoce di una occlusione intestinale è spesso fondamentale per la prevenzione delle complicanze, rappresentate essenzialmente da fenomeni necrotici del tratto intestinale interessato dall’ostruzione, con possibile perforazione delle sue pareti, peritonite diffusa, setticemia e shock.

Terapia

Non esiste una unica cura capace di guarire tutte le forme di blocco intestinale: il trattamento dovrà necessariamente essere impostato in base alle cause che l’hanno determinato. L’eccesso di fluidi a livello gastrico può essere assorbito mediante sondino naso gastrico; normalmente il paziente viene tenuto a digiuno assoluto e nutrito per via endovenosa.
In caso di fecalomi la terapia può includere un clistere evacuativo (leggi la nostra guida per fare un clistere) o, se posizionati vicino all’ano, tramite una esplorazione rettale e frantumazione del fecaloma con un dito indossando prima dei guanti di lattice, eseguita da personale qualificato in modo fermo ma delicato per evitare traumi all’ano o al retto.
Per favorirne la frantumazione manuale si possono prima praticare clisteri di glicerina o olio minerale caldo (come ad esempio olio di vaselina), trattenendoli per circa 20-30 minuti prima di procedere con lo svuotamento manuale o con l’ausilio di uno speciale cucchiaio.
Nei casi più gravi è necessario l’intervento del medico che esegue una rottura meccanica con sonda: attraverso un rettoscopio viene fatta avanzare una sonda di gomma con la quale si rompe il fecaloma, sia per l’azione meccanica, sia per l’iniezione di piccole quantità di acqua o altri liquidi lubrificanti all’interno del fecaloma stesso e nelle sue zone limitrofe. Successivamente a questa azione di ammorbidimento della massa fecale, si pratica una rettoclisi con soluzione fisiologica o altre soluzioni lubrificanti.
Per fecalomi localizzati lontane dall’ano, quindi in zone dell’intestino difficilmente raggiungibili con il rettoscopio, e nelle occlusioni intestinali meccaniche complete, si richiede spesso un intervento di chirurgia per risolvere il blocco ed eliminare le eventuali parti necrotiche dell’intestino.
L’occlusione intestinale paralitica, invece, spesso si risolve spontaneamente nel giro di qualche giorno; se i medici lo ritengono opportuno, la guarigione può comunque essere favorita od accelerata dalla somministrazione di farmaci che aumentano la contrattilità della muscolatura addominale, favorendo l’avanzamento del contenuto enterico bloccato dall’occlusione intestinale.

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Stipsi nei bambini

La stitichezza è molto frequente nei bambini e può essere dovuta a tutte le cause descritte precedentemente. In pochi casi vi può essere un difetto congenito delle terminazioni nervose dell’intestino (morbo di Hirschprung) o una scarsa funzionalità della tiroide che stanno alla base della stipsi. Nella maggior parte dei casi comunque la stitichezza del bambino è dovuta ad una cattiva educazione comportamentale.
Molti bambini grandicelli affetti da stitichezza hanno fin da piccoli evacuato feci molto dure, questo indipendentemente dalla dieta e dalla educazione all’evacuazione.
In questi casi bisogna essere ancora più rigorosi imponendo una dieta ricca di fibre e perseverare nell’educare rigorosamente allo svuotamento intestinale. La stipsi può portare dolore al momento della defecazione, causare ragadi anali dolorose e/o sanguinamento che porta il bambino a trattenere le feci, aggravando così la stitichezza.I bambini trattengono le feci anche per altri motivi.
Alcuni si rifiutano di andare in bagno fuori casa. Stress emotivi come crisi famigliari o difficoltà scolastiche possono spingere a trattenere le feci con conseguente carenza di evacuazione anche per una o due settimane. In questi casi si verificano ostruzioni fecali che non si risolvono spontaneamente.

Stipsi negli anziani

Gli anziani soffrono di stipsi statisticamente molto di più dei giovani adulti. Una dieta inadeguata, la scarsa introduzione di liquidi, lo scarso movimento fisico, molti farmaci e comportamenti errati portano alla stitichezza. La dieta e le abitudini alimentari hanno un ruolo importante nell’insorgenza della stipsi.
Uno scarso interesse per il cibo, tipico delle persone anziane sole, porta a ingerire cibi poveri di fibre. Una dentatura inadeguata porta ad ingerire cibi morbidi, molto lavorati, ovviamente poveri di fibre. I maschi anziani con problemi alla prostata bevono meno acqua per non dover urinare troppo e con difficoltà.
L’acqua e gli altri liquidi aggiungono massa alle feci e le rendono morbide e più facili da espellere. L’allettamento prolungato, soprattutto nelle case di riposo o per un incidente o per una malattia e la mancanza di esercizio fisico son anch’essi alla base della stipsi.I vecchi assumono molti farmaci per i loro disturbi cronici: antidepressivi, antiacidi a base di alluminio o di calcio, antistaminici, diuretici e antiparkinsoniani. Tutti posso essere causa di stitichezza.La paura di diventare stitici può portare ad un uso cronico eccessivo di lassativi stimolanti che nel tempo diventano inefficaci e portano all’effettuazione di clisteri che a loro volta contribuiscono alla perdita di una normale funzione intestinale.

Lassativi: assumerli o no?

In alcuni casi l’assunzione di un lassativo osmotico per os, cioè per via orale, come ad esempio il lattulosio, potrebbe essere utile, soprattutto in presenza di stasi fecale lungo tutto il colon, tuttavia tale pratica potrebbe paradossalmente peggiorare la situazione, provocando distensione addominale e dolorosi crampi al paziente senza al contempo risolvere la causa a monte. Chiedere quindi sempre al medico prima di assumere qualsiasi farmaco è una regola che non deve mai essere dimenticata, anche in presenza di farmaci apparentemente “innocui”.

Evitare le recidive

Per evitare il ripresentarsi di un fecaloma – oltre che intervenire sulla causa a monte che lo ha provocato – può essere utile seguire alcuni consigli, tra cui:

  • evitare le abbuffate;
  • alimentarsi in modo adeguato;
  • assumere la giusta quantità di fibre (né troppe, né troppo poche);
  • perdere peso se sovrappeso o obesi;
  • bere adeguate quantità d’acqua (almeno 1,5 litri al giorno);
  • svolgere periodicamente attività fisica;
  • evitare la vita sedentaria.

Blocco intestinale: cosa mangiare?

Si consiglia una dieta a consistenza morbida, altamente digeribile e povera di fibre, così da facilitare il transito intestinale. Deve essere inoltre seguita un’alimentazione regolare, fatta di pasti piccoli e frequenti (prima colazione, pranzo, cena, più 2/3  spuntini), ma altrettanto importante risulta mantenere sempre una buona idratazione. Si tratta comunque di una dieta transitoria, da adottare esclusivamente nel decorso acuto di certi stati morbosi (in questo caso stenosi parziali dei tratti intestinali), nell’attesa che l’evoluzione clinica consenta di tornare ad un’alimentazione normale, reintroducendo gradualmente le fibre e cibi a consistenza solida. Più nello specifico, sono ammessi derivati dei cereali non integrali e prodotti da forno (fette biscottate, grissini, cracker, ecc.) di farina raffinata, meglio se ammorbiditi nel brodo o altri liquidi, come acqua e latte scremato, o di soia. E’ inoltre possibile mangiare riso, pasta di piccolo formato, semolino, polenta, gnocchi di patate e corn flakes senza aggiunta di fibre. Sono poi ammessi tutti i tipi di carne, tritate finemente, omogeneizzate e sciolte in brodo, selezionando le parti più tenere ed eliminando il grasso visibile. Da evitare sono invece le carni fibrose, wurstel, salsicce, agnello, carne affumicata, le carni condite con intingoli e salsine, quelle fritte ed impanate. Per quanto riguarda invece il pesce, via libera a quello caratterizzato da polpa morbida, cotto ai ferri, bollito o al vapore, ma sempre eliminando la pelle. Da limitare è, al contrario, il pesce affumicato, conservato sotto sale e quello  più grasso, come sgombro, anguilla, aringa, capitone, salmone e molluschi. Sì anche ad affettati quali bresaola, prosciutto crudo e cotto (scartando il grasso visibile), come anche a grana, parmigiano, formaggi molli e cremosi. Attenzione invece ai formaggi erborinati e piccanti. Da evitare sono inoltre i legumi, sia freschi che secchi, burro, lardo, margarina, strutto, panna da cucina, nonché frutta e verdura (cruda o cotta, in pezzi o in purea) e la frutta secca, candita o sciroppata. Via libera invece a purea di patate, succhi o centrifugati di frutta e verdura, salsa di pomodoro e spremuta di agrumi filtrata. Ottimi risultano infine succhi e centrifugati, zuppe, brodi e minestre, tisane, camomilla e bevande arricchite con sali minerali. Attenzione invece a limitare il consumo di bevande gasate e alcolici, avendo piuttosto cura di assumere quotidianamente almeno 1,5/2 litri di acqua.

IMPORTANTE: evitare le diete fai da te e chiedere sempre al proprio medico prima di variare la propria dieta abituale.

Quando andare dal medico?

Come abbiamo visto, una ostruzione intestinale può avere cause lievi ma anche cause più gravi e potenzialmente letali, quindi per è importante diagnosticare precocemente le cause a monte che l’hanno determinato per intervenire efficacemente. Un episodio transitorio di costipazione potrebbe essere quindi considerato lieve e risolversi spontaneamente (magari cambiando dieta o bevendo più acqua), mentre un disturbo cronico potrebbe essere la spia di problemi gravi e deve essere subito posto all’attenzione del medico.

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