Differenza tra strozzamento, strangolamento, soffocamento, impiccamento

Asfissia

Con “asfissia” si indica la condizione nella quale la normale respirazione di un individuo è impedita a causa di vari fattori diretti o indiretti che impediscono il corretto scambio di gas con l’ambiente. Il termine “soffocamento” ed “asfissia” nella lingua italiana indicano la stessa cosa, tuttavia “soffocamento” viene generalmente usato per un tipo particolare di asfissia (vedi paragrafo successivo). Di questo argomento se ne occupa principalmente la medicina legale, in particolare l’asfissiologia forense. Le cause di soffocamento sono principalmente tre:

  • la presenza di una ostruzione intrinseca o estrinseca delle vie aeree;
  • l’assenza di adeguata concentrazione di ossigeno nell’ambiente;
  • la presenza di interferenze chimiche o psicologiche.

Vari modi per determinare l’asfissia di un individuo, sono:

  • soffocamento: ostruzione di narice e bocca dall’esterno con oggetti come buste di plastica o cuscini;
  • strozzamento: ostruzione delle vie aeree mediante costrizione del collo da parte delle mani dell’aggressore;
  • strangolamento: ostruzione delle vie aeree mediante costrizione del collo da laccio serrato in senso TRASVERSALE. Generalmente la forza di compressione è applicata da un aggressore;
  • impiccamento: ostruzione delle vie aeree mediante costrizione del collo da laccio  la cui estremità libera è fissata ad un sostegno e serrato in senso OBLIQUO. La forza di compressione è applicata dal peso stesso del corpo sospeso;
  • intasamento: ostruzione delle vie aeree causata dalla presenza di corpi estranei in laringe e/o trachea (cibo, giocattoli, piccoli oggetti…);
  • restringimento patologico delle vie aeree da patologie come lo shock anafilattico;
  • perdita di pressurizzazione nella cabina di un aereo;
  • inalazione di monossido di carbonio, per esempio dallo scarico di un’auto o durante un grosso incendio;
  • annegamento: l’asfissia si verifica quando un mezzo liquido penetra nelle vie aeree;
  • sommersione interna: l’asfissia si verifica per sostituzione dell’aria nelle vie aeree con un liquido proveniente dall’interno dell’organismo (sangue, pus…);
  • compressione toracica: l’asfissia è determinata o favorita da ostacolo meccanico applicato al torace che ne impedisce l’escursione e quindi la normale respirazione (tipica di seppellimento da crollo di edifici, frane, valanghe, costrizione nella folla…);
  • confinamento: l’asfissia si verifica per esaurimento dell’ossigeno in un ambiente angusto, chiuso in modo ermetico e non aerato.

Un esempio estremo di soffocamento è quello determinato dall’esposizione al vuoto dello spazio, come avvenne nel caso della decompressione della navicella Soyuz 11 il 29 giugno 1971, giorno in cui per la prima ed unica volta degli esseri umani purtroppo morirono nel vuoto dello spazio.

Ipossia, coma e decesso

Una asfissia prolungata determina ipossia, cioè una mancanza di ossigeno nei tessuti che si ripercuote soprattutto sui tessuti e gli organi più sensibili alla carenza di ossigeno, come il cervello. Se l’ipossia si prolunga, i tessuti smettono di funzionare e rapidamente si verificano una serie di eventi in sequenza:

  • perdita di coscienza;
  • danni cerebrali irreversibili;
  • coma e decesso del paziente.

Per approfondire, leggi anche: Ipossia: valori, conseguenze, sintomi, cure

Soffocamento

Il termine “soffocamento”, pur essendo sinonimo di asfissia, può venire usato in particolare per descrivere una specifica forma di asfissia dovuta all’ostruzione meccanica dall’esterno della bocca e delle narici, ottenibile per esempio quando sono coperti la bocca ed il naso con una mano od una busta di plastica, ma anche una coperta, un cuscino. Il soffocamento con le mani su bocca e narici è usato per vari scopi: lo scopo di far dal male o uccidere un’altra persona, oppure lo scopo di aumentare l’eccitazione sessuale. Infine in alcuni sport di combattimento il soffocamento parziale è usato per distrarre l’avversario, e creare punti deboli per colpire.

In sintesi: il soffocamento è una particolare forma di asfissia in cui si verifica ostruzione di narice e bocca dall’esterno con oggetti come buste di plastica o cuscini.

Leggi anche: Morte per esplosione o crollo di edifici in medicina legale

Strozzamento

Nello strozzamento, al contrario del soffocamento, l’ostruzione non avviene a livello di bocca e narici, bensì a livello del collo. L’ostruzione delle vie aeree avviene mediante costrizione del collo da parte delle mani dell’aggressore, a differenza dello strangolamento e dell’impiccamento, in cui la costrizione del collo avviene con laccio rispettivamente trasversale e obliquo. La compressione ottenuta con le mani si verifica generalmente in corrispondenza della parte media del collo, determinando occlusione del condotto laringo-tracheale dall’avanti all’indietro. Circa il meccanismo letifero è prevalente la morte sincopale per inibizione nervosa da stimolazione del nervo laringeo superiore, del vago o del seno carotideo. Con riferimento al cadavere, particolare attenzione sarà posta in sede di sopralluogo ai segni esterni specifici in corrispondenza del collo, rappresentati da ecchimosi digitate ed escoriazioni a semiluna, queste ultime riferibili all’azione delle unghie, nonché allo stato degli indumenti per eventuali lacerazioni indicative di colluttazione ed alla presenza sul soma di corrispondenti lesioni a carattere contusivo, che possono essere anche variamente distribuite. Talora può riscontrarsi disordine nel luogo di ritrovamento, a testimonianza della resistenza offerta dalla vittima nel tentativo di sottrarsi all’aggressione omicidiaria. Lo strozzamento è evento tipicamente omicidiario, presupponendo in tal caso significativa sproporzione di forza tra aggressore e vittima, non risultando invece in pratica possibili eventualità suicidi arie o accidentali.

In sintesi: lo strozzamento è una particolare forma di asfissia in cui si verifica ostruzione delle vie aeree tramite compressione del collo da parte delle mani dell’aggressore.

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Strangolamento

Con “strangolamento” si intende l’atto di esercitare una forte pressione sul collo di un soggetto attraverso un mezzo meccanico (laccio, corda, garrota o altro) che – se l’atto è prolungato – può determinare morte per asfissia. Lo strangolamento può avvenire per cause dolose, ma anche per incidente, in genere in ambito domestico o sul lavoro. La morte è determinata da tre cause diverse che agiscono in sinergia:

  • causa asfittico: la chiusura delle vie aeree, più o meno completa, determina una asfissia di tipo meccanico e quindi dispnea ed ipossia;
  • causa circolatoria: la forza compressiva è tale da occludere i vasi del collo, le carotidi comuni e le vene giugulari, impedendo o ostruendo il flusso sanguigno cerebrale, il che determina ischemia cerebrale;
  • causa nervosa: la forza compressiva può stimolare il nervo vago e ciò per riflesso provoca bradicardia ed arresto cardiaco.

Uno strangolamento prolungato determina il decesso di un individuo nell’arco di pochi minuti. Da quanto detto dovrebbe quindi essere chiaro che lo strangolamento è uno dei tanti metodi possibili per determinare l’asfissia di un individuo, ottenuta tramite ostruzione delle vie aeree mediante costrizione del collo da laccio serrato in senso trasversale con forza applicata da aggressore (a differenza dell’impiccamento, dove il laccio è serrato in senso obliquo e la forza è applicata dal peso stesso del corpo sospeso). Ne deriva, pertanto, contrariamente a quanto avviene nell’impiccamento, un solco sostanzialmente orizzontale, di profondità uniforme e perlopiù continuo, che può trovarsi localizzato a qualunque livello del collo ma più frequentemente nel suo tratto medio (mentre nell’impiccamento è vicino alla mandibola). Tali caratteri, che già alla prima ispezione del cadavere consentono di esprimere una diagnosi differenziale con l’impiccamento, unitamente agli aspetti circostanziali (ubicazione del cadavere, postura, caratteristiche del laccio, ecc.), possono peraltro riconoscere varianti in funzione del mezzo utilizzato e della relativa modalità applicativa. È bene precisare comunque che non sempre è dato osservare una tipica solcatura, potendo il segno del mezzo costrittore essere rappresentato da strie ecchimotico-escoriate, di colorito rosso-bluastro o brunastro, eventualmente anche incomplete.

In sintesi: lo strangolamento è una particolare forma di asfissia in cui si verifica ostruzione delle vie aeree tramite compressione del collo da parte di un laccio posto orizzontalmente con solco generalmente (ma non necessariamente) nella parte media del collo e con forza applicata da un aggressore.

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Impiccamento

L’impiccamento prevede la costrizione del collo tramite cappio di laccio la cui
estremità libera è fissata ad un sostegno in modo che relativo serraggio si realizza in virtù del peso corpo che viene a trovarsi sospeso. Esso sarà definito tipico quando l’ansa del cappio si troverà applicata a livello della superficie anteriore del collo ed il nodo a livello nucale, o atipico per ogni altra posizione; per altri versi, si definirà completo quando la totalità del corpo risulterà sospesa ed incompleto in caso contrario, a tal ultimo proposito rammentando che affinché l’impiccamento si realizzi è sufficiente il gravare di un terzo del peso corporeo, pur in costanza di residuo contatto del soggetto al suolo ovvero anche per posizione seduta o inginocchiata. Il reperto lesivo tipico di tale eventualità asfittica è rappresentato dal solco cutaneo a livello del collo: stante la peculiare modalità di produzione, esso risulterà prevalentemente obliquo, di profondità non uniforme e discontinuo, solitamente in sede sottomandibolare e comunque superiormente allo scudo tiroideo. Tali aspetti schematici non escludono una serie di varianti legate alla tipologia del cappio (uno o più giri) ed alla particolare modalità applicativa di quest’ultimo, ovvero alla relativa rapidità ed entità del serraggio, o all’altezza del punto di sospensione: il solco potrà così apparire multiplo ed eventualmente intersecato, talora completo, con minima obliquità, ma comunque sempre di profondità disomogenea; il solco medesimo potrà poi riconoscere aspetti figurati riferibili all’impronta del nodo o a caratteristiche strutturali del laccio. Il solco inoltre potrà essere duro, se il mezzo utilizzato è consistente ed irregolare, così determinando escoriazione cutanea rosso-brunastra nel cui contesto possono osservarsi piccole vescicole sierose e crestoline emorragiche, oppure molle se il mezzo è soffice e regolare. Tra gli altri segni esterni, di fatto aspecifici, annoveriamo le ecchimosi puntiformi sottocongiuntivali (macchioline rosso-bluastre osservabili sul globo oculare e sul versante interno delle palpebre), la protrusione della lingua tra i denti, l’erezione del pene con presenza di liquido seminale all’orifizio uretrale esterno. Per quanto riguarda il meccanismo fisiopatologico mortale, esso è rappresentato da una o più delle seguenti condizioni:

  • ostruzione compressiva delle vie aree;
  • occlusione dei vasi arteriosi e venosi del collo;
  • stimolazione di particolari strutture nervose del collo con conseguente arresto cardiocircolatorio.

In sede di sopralluogo particolare attenzione sarà riservata al punto di sospensione, talvolta raggiunto dal soggetto anche tramite l’ausilio di sgabelli o sedie, alla verifica della tipologia e delle caratteristiche del laccio (lunghezza, tipo di nodo, materiale, eccetera), alla sua lunghezza dal punto di sospensione al nodo, alla modalità applicativa del cappio a livello del collo nonché all’ubicazione del cadavere, in tal ultimo senso con particolare riguardo alla distanza da strutture immediatamente circostanti contro le quali il corpo potrebbe aver urtato per oscillazione nelle fase immediatamente successiva alla sospensione, evitando così di interpretare come eteroinferte talune lesioni contusive presenti sul soma che invece di fatto sono ascrivibili all’impiccamento stesso. Talvolta, inoltre, il cadavere può presentare a livello dei polsi delle legature, di cui vanno annotate la foggia, il serraggio ed il modo con cui sono applicate, talvolta autoapposte preventivamente dal soggetto come per impedire estremi ed istintivi tentativi di autosalvataggio; analogamente, aspetti escoriativo-ecchimotici a carico del versante palmare delle dita oppure escoriativi del collo stesso attorno al solco, possono rappresentare l’esito di disperato tentativo di impedire il serraggio del cappio come per impulso a desistere dal suicidio. Può poi accadere che il cadavere venga rinvenuto a terra e liberato dal cappio, come nei casi di precoci tentativi di soccorso da parte dei  familiari o di sanitari: in tali evenienze è sempre bene assumere informazioni sul punto ed il modo di sospensione nonché sul mezzo adoperato, che dovrà essere ovviamente repertato. Anche a tal proposito, e sempre nell’ambito della ricostruzione dell’evento, va tenuto presente che le ipostasi in occasione di impiccamento riconoscono comparsa e distribuzione peculiari, segnatamente all’emisoma inferiore, in conseguenza della posizione e della durata della sospensione.

In sintesi: l’impiccamento è una particolare forma di asfissia in cui si verifica ostruzione delle vie aeree tramite compressione del collo da parte di un laccio posto in modo obliquo con solco generalmente vicino alla mandibola e con forza applicata dal peso stesso del corpo sospeso.

Per approfondire:

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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