La memoria è la capacità del cervello umano di conservare informazioni, cioè quella funzione mentale che ha lo scopo di assimilare, ritenere e richiamare – sotto forma di ricordi – le informazioni apprese durante l’esperienza, necessarie per le normali attività umane, sia lavorative che sociali. I ricordi sono necessari perché, attraverso la comparazione con nuove informazioni, sono la base che rende possibile la conoscenza umana ed il ragionamento. La memoria non è una capacità situata in una parte singola del cervello, deriva piuttosto dall’interazione di diversi livelli e parti della corteccia cerebrale, essendo codificata sotto forma di circuiti neuronali. Possiamo pensare alla memoria umana come costituita da tre parti: memoria sensoriale, memoria a breve termine, memoria a lungo termine.
Memoria sensoriale
La memoria sensoriale è un registro costituito dagli organi di senso e dalle prime cortecce cerebrali. Durante questa fase, le informazioni sensoriali che recepiamo dall’ambiente vengono conservate per un brevissimo periodo di tempo, generalmente per non più di mezzo secondo per informazioni visive e 3 o 4 secondi per informazioni sonore. La creazione di un ricordo inizia quindi sempre con la sua percezione: può trattarsi di un’informazione visiva, di un suono, o di una sensazione tattile.
Memoria a breve termine (MBT)
La memoria a breve termine (MBT), anche detta memoria primaria, o “attiva” o “di lavoro”, è il primo vero deposito che riceve lo stimolo dopo che questo è stato registrato dalla memoria sensoriale. La maggior parte delle informazioni memorizzate nella memoria a breve termine sono conservate mediamente per circa 20-30 secondi: vi sono dunque contenute informazioni che presto andranno dimenticate: informazioni contingenti, utili in un certo momento per svolgere un’attività specifica, e che poi possono essere rimosse: l’orario della coincidenza del treno da prendere, per esempio, le voci della lista della spesa, l’importo della bolletta da pagare, il numero di telefono ascoltato sulla segreteria telefonica. La MBT, che si distingue in memoria uditivo-verbale e memoria visuo-spaziale, è un “magazzino” a capienza limitata. Nelle persone adulte può contenere in media cinque informazioni (o item) non collegate fra loro, come può essere una sequenza di numeri o nomi. Se i dati da tenere a mente sono. invece collegabili fra loro (per esempio, una frase dotata di senso) la capacità aumenta di molto ed è più facile ricordare ‘anche un numero di elementi maggiore di cinque. Le informazioni raccolte nella MBT possono essere soggette al processo di reiterazione, ovvero di ripetizione silenziosa grazie alla quale vengono mantenute più a lungo. Questo processo di refreshing può avvenire a diversi livelli di profondità: la reiterazione di mantenimento è svolta con un minimo impegno cognitivo da parte dell’individuo: è il caso, per esempio, della ripetizione silenziosa delle cose da comprare al supermercato. La reiterazione integrativa, invece, implica passaggi di elaborazione più complessi e permette un ricordo più profondo e duraturo, come avviene nella ripetizione di nuove parole strutturando frasi e periodi compiuti dotati di senso.
Memoria a lungo termine (MLT)
A seguito del processo di reiterazione, i dati raggiungono la memoria a lungo termine (MLT), in cui trovano posto tutte le informazioni e conoscenze che durano nel tempo. Si tratta di un ultimo “magazzino” in cui sono depositate informazioni “strategiche” non temporanee, utili nel lungo periodo: l’indirizzo di casa, per esempio, o il numero di telefono, i volti dei compagni di banco dei primi anni di scuola, le regole aritmetiche… A seconda della profondità di elaborazione a cui sono soggette le informazioni che accedono alla MLT, esse perdureranno per un arco di tempo più o meno lungo. Mentre la memoria a breve termine può essere paragonata ad una memoria RAM di un computer, quella a lungo termine è invece similare ad un hard disk.
Memoria dichiarativa e procedurale
La memoria a lungo termine è generalmente divisa in due grosse categorie: la memoria dichiarativa e la memoria procedurale. La memoria dichiarativa riguarda tutte le conoscenze esplicite (esprimibili a parole) che si hanno sul mondo, variando dalla collocazione del barattolo del caffè al testo completo dell’Iliade, mentre la memoria procedurale non è verbalizzabile, e invece di essere una “memoria di qualcosa”, è una memoria che riguarda il “fare qualcosa“, come l’andare in bicicletta, il guidare o il disegnare. La memoria dichiarativa viene codificata nelle aree cerebrali citate precedentemente, e poi depositate nelle aree associative, mentre la memoria procedurale è probabilmente codificata e immagazzinata nello striato e nel cervelletto: infatti lesioni alle cortecce ippocampali ed entorinali possono compromettere selettivamente l’apprendimento di nuove nozioni lasciando intatta la capacità di apprendere nuovi compiti motori; in pratica un paziente del genere può imparare un nuovo compito motorio, pur dimenticando il fatto di averlo imparato.
Memoria semantica, episodica, autobiografica, prospettica
La memoria dichiarativa a sua volta può essere suddivisa in altre sottocategorie: tra queste citiamo la memoria semantica, che riguarda conoscenze generali sul mondo esterno (ad esempio: tutto quello che una persona sa sui koala), e la memoria episodica, che, come suggerisce il nome, riguarda specifici episodi (ad esempio: la caduta del muro di Berlino), e le loro circostanze. Altri tipi di memoria sono quella autobiografica, che è un sottoinsieme della memoria episodica, e riguarda episodi della vita della persona che sta rievocandoli, e la memoria prospettica, che non riguarda, come le altre, eventi passati, ma eventi futuri (per esempio “tra tre giorni scadrà la bolletta”, oppure “domani alle nove ho lezione nell’aula di chimica”).
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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