Pur non potendo inculcare l’estro creativo in senso stretto, che in buona parte potrebbe essere innato, la scuola e l’ambiente educativo in generale possono svolgere un ruolo importante per favorire comunque nei bambini un atteggiamento aperto, flessibile, non stereotipato. Uno stile educativo che punti troppo sui contenuti, che premi solo le manifestazioni e i’ risultati del pensiero convergente, che stabilisca un rigido distacco fra educatore e allievo contribuisce senza dubbio a bloccare la curiosità, il gusto della scoperta, la spinta originale che sono comunque presenti in tutti i bambini, specie nei primi anni di scuola. Innanzitutto gli insegnati dovrebbero rispettare e valorizzare la dimensione “magica”, irrazionale, istintiva di cui è in gran parte composto il mondo dei sentimenti e dei comportamenti dei bambini più piccoli. Il rischio che gli educatori corrono invece è quello di ridicolizzare, bloccare o riprendere le risposte apparentemente illogiche, “campate in aria”, “senza capo né coda” che i bambini spesso si danno per conferire un senso alla loro giovane esperienza. Cosi il più delle volte, fin dai primi anni di scuola, i bambini imparano che esiste una sola risposta giusta, che ci sono regole e procedure per fare le cose, che il comportamento deve seguire certi parametri e modelli ben precisi. Tutto questo è in parte vero, ma ognuno di noi sa che c’è anche dell’altro. È compito dell’insegnante, “allenare” gli alunni, fin da piccoli, alla possibilità che ci siano più risposte, più spiegazioni, più punti di vista per inquadrare un problema, considerare una situazione, fornire una risposta. I mezzi che la scuola ha per coltivare l’autoespressione originale nei bambini sono i più disparati. Innanzitutto si può ricorrere a materiali e strumenti che permettano al bambino di sperimentarsi in nuove forme espressive prima di legarsi irrimediabilmente a quelle più comuni e diffuse (scrivere un tema, fare un riassunto, imparare a memoria una poesia, risolvere un problema geometrico, fare un’operazione matematica). Si apprende, infatti, in modo nuovo e motivante sollecitando altre abilità e conoscenze troppo spesso ignorate o trascurate: recitare un pezzo di teatro, dipingere una parete o un pannello, costruire un acquario, fare una ricerca di gruppo, condurre delle interviste, provare a suonare uno strumento musicale, fare dei lavori con il legno, la creta, il pane, cucire o incollare stoffe diverse per confezionare borse o indumenti e così via. E questo fin dalle scuole elementari e materne, senza aspettare la lezione di educazione musicale o artistica della scuola secondaria. In tal modo i bambini imparano che l’espressione dei sentimenti, la conoscenza della realtà, il calore della relazione con gli altri, la percezione dell’ambiente esterno passano anche attraverso mezzi espressivi diversi dalla scrittura e dal calcolo matematico. Un altro mezzo per sollecitare l’inventiva e l’originalità nei bambini più piccoli è sicuramente il gioco: scioglilingua, indovinelli, mimi, favole inventate e raccontate, associazioni veloci a partire da una singola parola sono tutte modalità di gioco che richiedono un forte coinvolgimento e partecipazione dei bambini, lasciando libera la fantasia e la creatività di esprimersi senza troppi vincoli. Con i ragazzi più grandi potrebbe essere utile riflettere sulle varie manifestazioni creative nel tempo e sull’impegno e la motivazione necessari per portare a conclusione un’opera o un processo creativo. Si pensi alla vita dei grandi artisti, musicisti, scienziati che hanno lavorato duramente prima di dare vita al loro capolavoro, ciò per cui vengono ricordati (una scultura, un dipinto, una composizione musicale, ‘una formula matematica), Come sappiamo, infatti, non sempre è sufficiente l’estro creativo e l’illuminazione per produrre qualcosa di originale e innovativo: sono fondamentali anche la tenacia e la costanza con cui si persegue il proprio obiettivo.
Per approfondire: Creatività in psicologia: definizione, significato, pensiero divergente
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Lo Staff di Medicina OnLine
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