Le cisti parapieliche (anche chiamate “cisti renali semplici” o “formazioni parapieliche”) sono cisti del rene e sono formazioni benigne molto frequenti. Non è una patologia grave e spesso non è necessario neanche una terapia. La denominazione “semplice” differenzia questa entità patologica dalla malattia policistica renale autosomica dominante (comunemente chiamata “rene policistico“), malattia con ben più grave profilo prognostico, perché può condurre ad insufficienza renale cronica e portare a dialisi e trapianto renale. A tal proposito leggi anche: Rene policistico: diagnosi, terapia, dieta, cura naturali, invalidità civile
Cause e fattori di rischio
La causa della loro formazione non è del tutto nota, si presume una certa familiarità e la correlazione con ectasie (dilatazioni) linfatiche secondarie ad ostruzione dei linfatici pelvici.
Morfologia e dimensioni
Le cisti paraplieliche sono localizzate nel parenchima renale a livello della corticale e possono essere solitarie e monolaterali ma anche multiple e bilaterali (cioè interessano entrambi i reni). Appaiono in reni di dimensioni normali. Le cisti hanno un diametro variabile da pochi millimetri ad alcune decine di millimetri e in genere non supera i 5 cm (rarissimi, ma possibili, casi di cisti di oltre i 10 cm). La parete ciatica è composta da un epitelio di tipo cubico, grigiastro, in genere atrofico e a volte contornato da esili tralci fibro-connettivali. Il contenuto cistico è un liquido molto chiaro e trasparente, a volte citrino o siero-ematico. Esiti traumatici od emorragici possono dare origine a fenomeni calcifici.
Sintomi e segni
Solitamente le cisti sono asintomatiche e molto spesso sono state ritrovate nelle autopsie di soggetti che non hanno mai saputo di averle. Frequentemente sono riscontrate durante ecografie eseguite per altri motivi. A volte, specie se voluminose, possono comprimere i vasi e dar luogo ad ipertensione arteriosa ed ematuria intermittente ed isolata; oppure possono comprimere la via escretrice provocando idronefrosi ed infezioni. In altri casi, a seguito di traumatismi o spontaneamente, una soffusione emorragica può causare l’improvvisa dilatazione della cisti che si manifesta con dolore ai fianchi e franca ematuria.
Diagnosi
Oltre all’anamnesi (raccolta dei dati del paziente) ed all’esame obiettivo (visita vera e propria con, ad esempio palpazione dell’addome ed ispezione dei genitali), per raggiungere la diagnosi è necessaria una ecografia renale. che permette di escludere altre cause di dolore ed ematuria, come i calcoli renali. Benché la diagnosi differenziale con la malattia renale policistica autosomica dominante sia praticamente immediata, le cisti renali semplici pongono notevoli difficoltà di diagnosi differenziale con il carcinoma a cellule renali o con altre neoplasie renali. In questi casi, all’ecografia, la presenza di cisti a contorni lisci, non infiltranti, non vascolarizzate e a contenuto ipodenso suggeriscono la presenza di una cisti semplice. La presenza di calcificazioni complica ancora di più la diagnosi. Nei soggetti che presentano queste caratteristiche, il follow-up con dimostrazione dell’assenza di accrescimento della cisti può evitare procedure invasive come la biopsia, che si rende necessaria nei casi dubbi insieme al parere di un patologo. Possibili esami necessari per la diagnosi differenziale sono:
- esame delle urine;
- ecografia transrettale della prostata;
- PSA;
- esplorazione digitale rettale della prostata;
- esame del sangue (emocromo);
- VES;
- esame per valutare la funzionalità renale;
- clearance della creatinina;
- azotemia;
- cistoscopia;
- cistografia;
- biopsia renale;
- radiografia, TAC e/o risonanza magnetica;
- test genetici;
- uro-TAC;
- scintigrafia;
- uroflussometria;
- urinocultura.
Non tutti gli esami sono ovviamente sempre necessari per raggiungere la diagnosi.
Terapie
Nella maggioranza dei casi le cisti non danno alcun problema e vengono lasciate in sede, limitandosi ad una osservazione periodica che confermi il fatto che non aumentino di dimensioni. Nei casi complicati, quando dovessero diventare sintomatiche con frequente ematuria o altri sintomi come il dolore, l’intervento di prima scelta è lo svuotamento per via percutanea della cisti, operato dal medico urologo.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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