Quante volte avete detto: “andavo male a scuola perché l’insegnante mi aveva preso in antipatia”? Forse non avevate tutti i torti! Tutta colpa dell’effetto Pigmalione.
Nella mitologia greca Pigmalione è il mitico re di Cipro che scolpisce una statua che rappresenta il suo ideale di femminilità e poi se ne innamora. Venere, la dea della bellezza e dell’amore, dà vita alla statua, accogliendo così le richieste del re. In psicologia, l’effetto Pigmalione (anche chiamato “effetto Rosenthal” o “profezia che si autoavvera“) indica la tendenza delle persone a comportarsi in modo uniforme alle aspettative che gli altri hanno su di loro. In questo caso il “Pigmalione” è colui che plasma l’altro in funzione delle sue aspettative su di lui. L’effetto Pigmalione è stato celebre dagli studi dello psicologo statunitense Robert Rosenthal, ad oggi ancora in attività, che partivano dalla base delle idee del filosofo Theodor Adorno (1903-1969), che identificano l’esistenza di un tipo di personalità predisposta al pregiudizio verso gli altri: la personalità autoritaria.
Pregiudizio positivo
Rosenthal, insieme allo psicologo Leonore Jakobson, effettuò un celebre esperimento condotto sul pregiudizio positivo, prendendo spunto da un caso che all’epoca fece notizia: quello del cavallo Clever Hans, secondo molti, capace di risolvere quesiti di ordine matematico e numerico. Agli allievi di una scuola elementare venne somministrato un test facendo loro credere che misurasse con precisione la tendenza a un rapido sviluppo intellettuale nell’immediato futuro. Agli insegnanti fu detto che i relativi punteggi ottenuti indicavano l’improvviso sboccio intellettuale che alcuni scolari avrebbero avuto nel corso dei mesi successivi. Quattro mesi dopo, i bambini da cui ci si aspettava il famoso sviluppo intellettuale cominciarono effettivamente a ottenere coefficienti di intelligenza più alti: ma erano davvero più bravi degli altri? Non esattamente: in realtà gli scolari designati erano stati scelti totalmente a caso, al di fuori di qualsiasi previsione relativa a eventuali miglioramenti cognitivi; si dimostrò quindi che i ricercatori – segnalando alcuni studenti come più bravi nell’immediato futuro – avevano in questo modo indotto negli insegnanti aspettative positive nei confronti di tale gruppo di scolari. L’insegnante aveva costruito ciò che si aspettava di trovare: alcuni studenti miglioravano non perché erano intrinsecamente più intelligenti o più dotati, ma solo perché i maestri si aspettavano che migliorassero.
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Buon insegnante o cattivo insegnante
I risultati dell’esperimento di Rosenthal possono essere letti anche al contrario poiché l’effetto Pigmalione genera una questione diametralmente opposta: qualora gli insegnanti credano che uno studente sia meno dotato, lo tratteranno – anche inconsciamente – in modo diverso dagli altri (pregiudizio negativo) con la possibilità reale che il giovane interiorizzerà il giudizio e si comporterà di conseguenza, oltre al fatto che l’insegnante stesso tenderà a valutare meno l’operato di uno studente, se inizialmente è reputato meno bravo degli altri. Quello che si intende quando volgarmente si dice “l’insegnante mi ha preso in antipatia”. In definitiva si instaura così un circolo vizioso per cui uno studente tenderà a divenire nel tempo proprio come l’insegnante lo aveva immaginato, nel bene e nel male. Le aspettative possono quindi condizionare fortemente la qualità delle relazioni interpersonali e il rendimento dei soggetti. Il fenomeno di “creazione” negli altri di ciò che ci si aspetta di trovarci, è esattamente il risultato dell’effetto Pigmalione, che è un vero e proprio spartiacque tra l’essere un buon insegnante o essere un cattivo insegnante.
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Nella vita e in amore
“Essere un pigmalione” nella vita, significa tendere ed essere capaci a/di plasmare e una persona o un gruppo di persone ad adottare i propri canoni comportamentali e a fare di sé una sorta di esempio per gli altri. La distorsione dell’effetto Pigmalione sfocia facilmente nel razzismo e può essere un fattore di rischio perfino per alcune patologie psichiatriche. L’effetto Pigmalione può attivarsi non solo in ambiente scolastico, ma anche in ambito lavorativo (nei rapporti tra dipendenti e datori di lavoro) oppure in quello familiare (nelle relazioni fra genitori e figli) o in tutti quei casi in cui si sviluppino rapporti sociali, anche nel caso di coppie di partner. In amore l’effetto Pigmalione rischia di generare un grave squilibrio nella coppia: il “Pigmalione della coppia” potrebbe tendere a sviluppare una forma di autorità psicologica e/o fisica nei confronti dell’altro (la “statua forgiata da Pigmalione”), che di contro rischia di sviluppare una vera e propria forma di dipendenza affettiva dal partner. Il “Pigmalione della coppia” rischia inoltre, in alcuni casi, di creare delle aspettative eccessive sul partner che appare “forgiato” in maniera diversa da come si voleva, generando ulteriori attriti nella coppia.
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