Le donne che si svegliano presto la mattina e che sono più attive già alle prime luci dell’alba avrebbero il 48% di probabilità in meno di ammalarsi di tumore al seno rispetto a chi invece si sveglia tardi. A rivelarlo è stata una ricerca condotta dalla dottoressa Rebecca Richmond dell’Università di Bristol e presentata nel corso della conferenza sul cancro che si è svoltasi a Glasgow.
La ricerca è stato condotta utilizzando un metodo di analisi chiamato “randomizzazione Mendeliana”, che usa varianti genetiche e possibili fattori di rischio. Lo studio ha analizzato i dati genetici di 180.215 donne partecipanti al progetto britannico “Biobank project” e di 228.951 donne coinvolte nello studio “Breast Cancer Association Consortium”.
Geni allodola o geni gufo
Il risultato della ricerca è che i “geni allodola” (presenti nel DNA delle donne che si svegliano presto al mattino) erano associati a una riduzione del 40% del rischio di tumore rispetto ai cosiddetti “geni gufo” (presenti nelle donne che si svegliano più tardi). E’ anche emerso che le donne che dormivano più di 7-8 ore presentavano un rischio di cancro aumentato del 20% per ogni ora aggiuntiva di sonno. Ulteriori studi saranno tuttavia necessari per confermare queste teorie.
Orologio biologico e cancro
La dottoressa Cliona Clare Kirwan dell’Università di Manchester, membro del NCRI Breast Clinical Studies Group, ha commentato: “I risultati di questo studio sono interessanti perché forniscono ulteriori conferme su come il nostro orologio biologico e le nostre preferenze di sonno siano implicate nell’insorgenza del cancro al seno. Sappiamo già infatti che il lavoro notturno è associato a un peggioramento delle condizioni fisiche e mentali e adesso abbiamo nuove prove che suggeriscono che le abitudini notturne possono rivestire un ruolo nello sviluppo del tumore”.
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