Teoria del cigno nero: significato della metafora in psicologia con esempi

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Un cigno della specie Cygnus atratus

La teoria del cigno nero (anche chiamata “teoria degli eventi del cigno nero”, in inglese “black swan theory”) è una metafora che esprime il concetto secondo cui un evento raro negativo o positivo e di forte impatto emotivo è statisticamente estremamente poco probabile e per questo è poco prevedibile e – quando si verifica – è una sorpresa per chi lo osserva. Il concetto è ampiamente usato nell’ambito della storia, dell’economia, della finanza, della psicologia, della sociologia, della scienza e della tecnologia. Il cigno nero è un esempio estremo dell’effetto von Restorff.

Evento raro e inaspettato

Un “cigno nero” è quindi sinonimo di evento raro, isolato, non ripetibile, imprevedibile e decisamente non aspettato. In ambito personale un cigno nero è ad esempio la diagnosi improvvisa di una malattia terminale, o un grave incidente che rende il paziente tetraplegico, tuttavia un cigno nero non è necessariamente un evento negativo, ma può essere anche positivo, come ad esempio vincere molti soldi ad una lotteria. Un cigno nero è ad esempio la morte improvvisa del calciatore Davide Astori. Un cigno nero può essere un evento inaspettato da un gruppo di persone, ma previsto da un altro gruppo: ad esempio il crollo di un certo titolo in Borsa può essere un evento imprevedibile per i piccoli risparmiatori inesperti, ma essere previsto da un broker esperto. Una volta accaduto, l’evento viene razionalizzato ed analizzato a posteriori, nel tentativo di capire i motivi per cui si è verificato. La teoria prende il suo particolare nome dal cigno della specie Cygnus atratus, che ha particolare piumaggio nero e perciò è particolarmente raro. La teoria è stata sviluppata da Nassim Nicholas Taleb, un filosofo, saggista e matematico libanese naturalizzato statunitense, esperto di matematica finanziaria, ad oggi ancora attivo. Il ricercatore si è sempre concentrato sulla probabilità, sulla casualità e sull’imprevedibilità della sorte.

Impossibile valutare la periodicità degli eventi rari

La teoria del cigno nero si focalizza in particolare su alcuni concetti:

  • la sproporzione di impatto tra gli eventi rari e difficili da prevedere rispetto al normale flusso degli eventi;
  • l’impossibilità di valutare precisamente la probabilità di eventi rari di forte impatto, utilizzando metodi scientifici;
  • il pregiudizio della massa della gente a non considerare la possibilità che da un momento all’altro possa verificarsi un evento raro che possa cambiare radicalmente la storia del mondo.

Pur potendo essere usato in vari ambiti ed a diversi livelli di impatto – come negli esempi prima citati – è necessario ricordare che in realtà la teoria del cigno nero “originaria” si riferisce non ad eventi “personali”, bensì in particolare ad eventi inaspettati di larga magnitudine e al loro conseguente ruolo dominante nella storia del mondo: in pratica un vero cigno nero è un evento del tutto unico che ha deviato – su larga scala – il normale flusso degli eventi di una nazione, di un continente o del mondo intero. Un cigno nero potrebbe essere – estremizzando – l’arrivo degli alieni sulla Terra o lo spegnimento del Sole. Cigni neri della storia passata sono ad esempio l’ascesa di Hitler, i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, la rapida fine del blocco sovietico, l’epidemia in Cina del Coronavirus nel 2019 diventata poi pandemia nel 2020, gli attentati dell’11 settembre 2001 alle Torri gemelle di New York o il crollo del Mercato del 19 ottobre 1987 (il lunedì nero di Wall Street). Per approfondire, leggi anche: Black Monday 19 ottobre 1987: il lunedì nero dell’economia mondiale

Come usare la teoria del cigno nero?

Come possiamo quindi “usare” a nostro vantaggio questa teoria? Essendo previdenti? No, non è questo il punto della teoria: per definizione un cigno nero “negativo” è così imprevedibile ed ha un impatto talmente forte che generalmente l’essere previdenti non impedisce che accada. La teoria del cigno nero ci deve invece far riflettere su (ed accettare) la nostra condizione di esseri umani, che è incerta e precaria, purtroppo piegata – più di quanto siamo disposti a voler ammettere – alla fortuna degli eventi casuali, come ricordato dal celebre film thriller del 2005 “Match point” diretto da Woody Allen, con protagonisti Jonathan Rhys-Meyers e Scarlett Johansson. Vista nell’ottica della possibilità di “subire” all’improvviso un cigno nero negativo che ci sconvolge la vita, la nostra vita dovrebbe cessare di essere percepita come uno scontato susseguirsi di giorni tutti uguali – che “ci sono dovuti” – ed essere apprezzata per quello che realmente è: un regalo continuo da assaporare attimo per attimo, cogliendo ogni singola minuscola particella di bellezza nascosta in ogni angolo del nostro sguardo ed evitando di vivere solo in proiezione di eventi futuri, che un cigno nero potrebbe invece polverizzare in un istante. A tal proposito leggi anche:

Curiosità

Il cigno nero” è il nome di un film del 2010 diretto da Darren Aronofsky ed interpretato da Mila Kunis, Vincent Cassel e Natalie Portman, quest’ultima premiata con l’Oscar alla miglior attrice. Il lungometraggio racconta la rivalità tra due ballerine di danza classica coinvolte nella produzione newyorkese de “Il lago dei cigni”, che porta la protagonista ad una tempesta emozionale che si conclude con un vortice di ossessioni e violenza.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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