Le esperienze lasciano delle tracce nella nostra mente e su queste tracce vengono costruiti i futuri apprendimenti. Senza memoria non sarebbe possibile imparare, anche se l’apprendimento costituisce un processo più complesso della semplice iscrizione dei ricordi nel cervello. La memoria tuttavia può anche essere dissociata dall’apprendimento, tant’è vero che vi sono delle persone con handicap mentali che possono avere vari deficit nell’apprendimento ed al contempo avere una memoria solidissima: sono in grado, ad esempio, di ricordare lunghe poesie senza comprenderne il significato. Alcuni casi clinici ci aiutano a comprendere cosa significa avere una grave carenza di memoria o averne in eccesso.
La storia dell’ufficiale russo Zasetskij
Un esempio è quello di un celebre caso studiato dal neuropsicolo russo Aleksandr Romanovic Lurija (1902-1977), che vedete nella foto in alto con i suoi pazienti, che riguardava la vicenda del giovane ufficiale russo Zasetskij colpito da una pallottola al cervello nel corso della Seconda guerra mondiale. Pur salvandosi il giovane aveva subito danni gravissimi alla visione, alla percezione del proprio corpo e dello spazio, al linguaggio, al pensiero e alla memoria. Alcuni anni dopo egli scriverà infatti: «Non riesco a ricordare una sola parola … nella mia memoria non c’è nulla. Tutto ciò che è rimasto nella memoria è stato polverizzato, letteralmente frantumato in parti a sé stanti, senza alcun ordine». Il suo caso sfortunato era legato al fatto che erano stati distrutti alcuni nuclei nervosi situati nella profondità del cervello, nuclei che servono a far sì che le memorie vengano iscritte e rievocate. I medici cercarono per anni e anni di rieducare il giovane reduce ma, malgrado lo sottoponessero a continui tentativi di riabilitazione e avessero tentato di insegnargli nuovamente a leggere e a scrivere il giovane dimenticava man mano ciò che aveva appreso il giorno prima. Si trattava di una vera fatica di Sisifo, in quanto egli era conscio della propria incapacità di ricordare, della grave amnesia che lo aveva colpito e che bloccava i suoi rapporti col mondo.
Troppa memoria: l’ipermnesia
Le amnesie, cioè la perdita di parte o di tutta la memoria, rappresentano un aspetto della patologia che interessa la capacità di poter fissare o rievocare i ricordi. In altri casi si possono invece verificare delle condizioni opposte chiamate “ipermnesie”, cioè degli eccessi della memoria (ben più rare delle amnesie). La situazione è indubbiamente migliore rispetto a quella dei soggetti colpiti dalle amnesie, eppure vi invitiamo a ragionare sul fatto che anche avere un eccesso di memoria può imprigionare la mente. Infatti se tutto viene ricordato nei minimi dettagli può essere difficile comprendere il significato generale di un ricordo o di un sistema di ricordi, oltre al fatto che i ricordi “brutti”, che in genere tendiamo a non ricordare, sono sempre vivi nella persona affetta da ipermnesia. I casi di ipertimesia sono pochissimi in tutto il mondo, tra questi il curioso caso di Rebecca Sharrock, che vi invitiamo a leggere in questo articolo: Ipertimesia: la donna che ricorda tutto da quando è nata
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Lo Staff di Medicina OnLine
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