Con blefarite (in lingua inglese “blepharitis”) in medicina si intende l’infiammazione del bordo ciliare della palpebra. L’orlo delle palpebre (cioè il punto da cui spuntano le ciglia) è infatti ricco di piccole formazioni ghiandolari che possono infiammarsi facilmente. La blefarite può interessare tutte le età: bambini, anziani ed adulti. Cause comuni di blefarite includono traumatismi (come sfregamenti, eccessiva irradiazione solare, penetrazione di polveri ed inquinanti, traumi), infezioni da patogeni (specie batteri), allergie a cosmetici, farmaci o dispositivi applicati nell’area oculare, come ad esempio lenti a contatto. Esistono tre tipi principali forme di blefarite:
- blefarite ulcerativa: da infezione batterica causata da stafilococco
- blefarite squamosa o seborroica: favorita da forfora, acne rosacea e seborrea del viso;
- blefarite iperemica: determina edema palpebrale ed occhi arrossati (iperemia).
Etimologia
Il termine “blefarite” deriva dal greco “blépharon” (palpebra) unito al suffisso “ite”, che indica infiammazione.
Cause e fattori di rischio
Le blefariti possono essere provocate e favorite da moltissime cause, tra cui:
- un’alterata secrezione delle ghiandole palpebrali di meibomio (secrezione sebacea ricca di lipidi);
- vizi refrattivi non corretti (in particolare ipermetropia e astigmatismo);
- malattie della pelle (eczema seborroico);
- avitaminosi;
- dispepsie;
- diabete;
- traumi oculari;
- dislipidemie;
- seborrea;
- allergie di varia natura (polline, cosmetici, pomate oftalmiche, soluzioni per lenti a contatto…);
- sfregamenti;
- eccessiva irradiazione solare;
- infezioni batteriche, specie streptococchi;
- infezioni virali, specie provocate dal virus Herpes simplex tipo I (herpes oculare);
- infezioni da miceti (raro);
- acne rosacea;
- forfora;
- stress psico-fisico prolungato;
- diminuzione delle difese immunitarie;
- parassiti, come acari o pidocchi delle ciglia;
- reazione a farmaci come l’isotretinoina;
- congiuntivite allergica, irritativa o infettiva;
- uso di dispositivi applicati nell’area oculare, come ad esempio lenti a contatto;
- fattori ambientali (polveri sottili, fumo, inquinamento).
I batteri (stafilococchi, streptococchi) sono una causa frequente di blefarite o possono comunque andare a complicare una blefarite provocata da altre cause (sovrainfezione batterica).
La blefarite è contagiosa?
Come abbiamo appena visto, la blefarite potrebbe avere una causa batterica, virale o micotica, quindi ovviamente in questi casi l’infezione può essere trasmessa per contatto (ad esempio con le mani, con indumenti o asciugamani) all’occhio sano o ad altre persone.
Sintomi e segni
I sintomi classici dell’infiammazione: bruciore e sensazione di calore sul bordo palpebrale. Il sintomo più evidente della blefarite è la presenza di una secrezione oculare piuttosto densa che incolla le palpebre soprattutto al mattino al risveglio (vedi immagine in alto nell’articolo).
Molto frequente è il prurito, a causa del quale si tende a strofinare la palpebra con la mano: quest’ultimo comportamento va però evitato, in quanto favorisce l’infiammazione, peggiorando la situazione e provocando a lungo andare microlesioni della cute palpebrale, senza considerare che – se la blefarite è causata da batteri – si può contagiare anche l’occhio sano ed altre persone tramite le proprie mani. A questa sintomatologia tipica delle forme lievi si aggiunge, nelle blefariti gravi, il gonfiore palpebrale, il dolore localizzato esacerbato dall’ammiccamento (che diventa irregolare) e, in ultimo, l’intolleranza alla luce (fotofobia). Sul bordo palpebrale possono essere presenti piccole squame bianche simili a forfora (blefarite squamosa), piccole croste e, nelle forme più gravi, si può arrivare alla formazione di vere e proprie ulcere.
Blefarite: quanto dura?
La durata è molto variabile, soprattutto in base alle cause: alcune varianti di blefarite si risolvono spontaneamente in circa 2-3 settimane, tuttavia la maggior parte delle blefariti si manifesta in forma cronica che necessita di trattamento medico, senza il quale la blefarite può perdurare per mesi, specie se si verifica una sovrainfezione batterica.
Diagnosi
La diagnosi si basa sulla presenza dei segni e sintomi palpebrali e sull’esame obiettivo, che viene eseguito dall’oculista mediante la lampada a fessura (che consente una migliore osservazione grazie a una “lama” di luce).
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Terapia
La cura definitiva di una blefarite dipende dalle cause specifiche a monte che l’hanno determinata ed anticipiamo al lettore che spesso è una terapia che fornisce risultati non sempre soddisfacenti. Il trattamento prevede per prima cosa l’addolcimento delle crosticine eventualmente presenti e la loro successiva rimozione. Generalmente nelle frequenti forme batteriche vengono usati colliri antibiotici e antinfiammatori e/o pomate oftalmiche antibiotiche. Quando la blefarite è causata da una infezione da miceti (raro), i farmaci usati sono gli antimicotici da applicare per via topica, come il ketoconazolo. Quando i sintomi della blefarite sono gravi, farmaci corticosteroidi sotto forma di collirio o di pomata oftalmica possono ridurre l’infiammazione in tempi rapidi e quindi diminuire gonfiore e dolore.
Oltre a curare la blefarite è necessario accuratamente esaminare la congiuntiva; la cornea potrebbe essere interessata da una cheratite in caso di congiuntivite infettiva, quindi sarà necessario impostare una cura anche per la cheratite. A questo proposito è bene ricordare di non usare lenti a contatto in caso di blefarite infettiva per evitare contaminazioni. Inoltre, l’alterata secrezione delle ghiandole di Meibomio rende il film lacrimale non adatto all’uso di lente a contatto.
Blefarite cronica
La blefarite acuta può recidivare o diventare cronica. Le blefariti possono presentare una evoluzione subacuta o cronica, con resistenza ai trattamenti terapeutici e spiccata tendenza alle recidive. Considerata tale tendenza e la notevole difficoltà di guarigione, diventa quindi di vitale importanza una corretta prevenzione. Specialmente gli anziani possono andare incontro a un’infiammazione cronica del margine ciliare di entrambe le palpebre. Oltre all’arrossamento delle palpebre la blefarite cronica è caratterizzata dalla presenza di depositi simili a forfora tra le ciglia. Il prurito caratterizza anche quest’affezione; in genere viene trattata con l’uso di saponi neutri e lavaggio degli occhi 2-3 volte al giorno.
Patologie associate
La blefarite può essere associata a una congiuntivite, manifestandosi quindi come blefarocongiuntivite. Si tratta di un quadro clinico caratterizzato sia da un’infiammazione della congiuntiva che dall’infiammazione del bordo palpebrale. Può associarsi anche a orzaiolo e calazio, o ancora a cheratite.
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Prevenzione delle recidive
Per prevenire la blefarite recidivante è necessario seguire generali norme igienico-comportamentali. Il rispetto delle normali regole igieniche è fondamentale per minimizzare il rischio di ogni tipo d’infezione, compresa la blefarite. Si raccomanda quindi di lavarsi sempre accuratamente le mani, specialmente prima di toccare gli occhi (abitudine, quest’ultima, che dovrebbe essere evitata il più possibile). Quando un familiare o un convivente lamenta sintomi riconducibili ad una potenziale blefarite o ad un’altra infezione oftalmica, il consiglio è quello di evitare l’uso promiscuo di oggetti (per la cura personale, lenzuola, indumenti o federe) affinché non si verifichi una contaminazione. Si raccomanda, inoltre, alle donne di evitare l’utilizzo di cosmetici per gli occhi durante l’intera terapia.
Dieta
Per la prevenzione è importante seguire una corretta alimentazione ricca di frutta, verdura fresca e proteine magre, come quelle del pollo e del pesce, utili per la salute degli occhi. Bisogna limitare gli zuccheri e le bevande contenenti caffeina, che contribuiscono a irritare gli occhi e peggiorano i sintomi provocati dalla blefarite. Molto utile anche un integratore multivitaminico multiminerale completo, come questo che vi consigliamo: https://amzn.to/2zA31jm
Rimedi naturali
L’erboristeria fornisce vari rimedi alla blefarite: impacchi e lavaggi oculari a base di piante ricche di mucillagini e principi attivi ad azione astringente come i tannini ed antinfiammatoria, sono infatti utili per calmare l’infiammazione. I rimedi più usati sono gli impacchi di:
- Piantaggine (Plantago lanceolata L.);
- Eufrasia (Euphrasia officinalis L.);
- Meliloto (Melilotus officinalis L.);
- Malva (Malva Silvestris L.);
- Camomilla (Matricaria Recutita, fiori);
- Rosmarino (Rosmarinus officinalis).
Vi sconsigliamo i “rimedi della nonna”, come l’uso del limone.
Integratori
Per ridurre l’infiammazione delle palpebre essere utile l’assunzione di omega-3 sotto forma di olio di pesce od olio di semi di lino. Un integratore di omega-3 che vi congliamo è questo: https://amzn.to/2zBP3NU
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Lo Staff di Medicina OnLine
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