La pelle è particolarmente sensibile a ogni forma di contatto. L’uomo può distinguere empiricamente sensazioni tattili di diversa natura, come il caldo, il freddo, la pressione e il dolore grazie a varie specie di organi terminali, attraverso i quali i diversi stimoli si ricollegano per formare le sensazioni.
Un senso spesso sottovalutato
Nella fisiologia classica il tatto viene spesso annoverato tra i cosiddetti “sensi minori”; si tratta tuttavia di una erronea semplificazione, pensiamo ad esempio a cosa sarebbe la nostra vita se il toccare una fiamma non ci determinasse una stimolazione tattile dolorosa: rischieremmo degli enormi danni alla cute. Ciascun movimento, soprattutto l’afferrare e il tenere in mano gli oggetti, si realizza inoltre grazie alla collaborazione finemente coordinata di sensibilità e mobilità. Al tatto spetta il compito di verificare la forza e la velocità della presa e di regolare conseguentemente la contrazione muscolare.
Recettori tattili
Una serie di sensori specializzati (recettori) traduce i diversi tipi di pressione e contatto in potenziali d’azione afferenti. Su ogni centimetro quadrato di pelle si trovano mediamente circa 130 recettori tattili: i recettori per il freddo, per il caldo, per il dolore e le cellule di Merkel, di Meissner, di Ruffini e di Vater-Pacini.
Recettori per il caldo e per il freddo
I recettori per il caldo e per il freddo sono terminazioni nervose libere nella cute che microscopicamente non si distinguono dai recettori per il dolore. Infatti la maggior parte delle terminazioni nervose libere agisce da sensori per il dolore e, solo in alcuni casi, come termorecettori.
Cellule di Merkel
Le cellule di Merkel sono i più semplici sensori di tatto localizzati nello strato basale dell’epidermide. Queste grosse cellule, molto ricche di mitocondri, trasmettono gli impulsi che ricevono alle sinapsi con una singola fibra nervosa, in modo che solamente l’eccitazione contemporanea di più cellule di Merkel adiacenti venga trasmessa come segnale al midollo spinale (convergenza di segnali). Le cellule di Merkel sono definite anche sensori proporzionali (sensori P), vale a dire che essi trasformano una pressione doppia sulla cute in circa un numero doppio di potenziali d’azione al secondo. In poche parole esse registrano semplicemente la pressione esercitata sulla cute (sensori P).
Corpuscoli di Meissner
Proprio al confine fra epidermide e derma sono situati i corpuscoli tattili di Meissner.
E’ possibile immaginare un corpuscolo di Meissner come una colonna di circa una decina di cellule cuneiformi, la cui base allargata è volta verso l’esterno. Fra le cellule decorre tortuosamente una fibra nervosa afferente. Infatti i corpuscoli di Meissner vengono utilizzati per afferrare con precisione oggetti di piccole dimensioni. A differenza delle cellule di Merkel, i corpuscoli di Meissner non reagiscono a una pressione persistente, ma solo a variazioni di pressione: quanto più rapidamente varia la pressione, tanto più intensamente scarica la fibra nervosa (sensori differenziali o sensori D). In poche parole i corpuscoli di Meissner rispondono in modo particolarmente intenso alle variazioni di pressione sulla cute, ma reagiscono poco se questa rimane costante.
Corpuscoli di Ruffini
I corpuscoli di Ruffini sono situati nella profondità del derma. Essi sono ammassi cellulari appiattiti, circondati da un rivestimento connettivale, e contengono un fitto groviglio di fibre nervose afferenti, dotate di numerose giunzioni. Essi somigliano in questo agli organi muscolo-tendinei di Golgi, con i quali hanno anche in comune la funzione principale: la misurazione della tensione nel tessuto. I corpuscoli di Ruffini non sono né sensori proporzionali (come le cellule di Merkel) né sensori differenziali (come i corpuscoli di Meissner). Essi reagiscono maggiormente agli stimoli veloci che a quelli lenti, ma non si adattano mai completamente (sensori proporzionali – differenziali o sensori PD). In poche parole i corpuscoli di Ruffini misurano la tensione del derma e sono ancora più sensibili alle variazioni di tensione.
Corpuscoli di Vater-Pacini
Ancora più in profondità rispetto ai corpuscoli di Ruffini, precisamente nel tessuto adiposo ipodermico, è possibile notare, già a occhio nudo, i corpuscoli di Vater-Pacini (corpuscoli lamellari), delle dimensioni di 1- 4 mm. Ciascun corpuscolo è composto è composto da un guscio contenente fino a 60 strati di cellule appiattite che circondano una grossa terminazione nervosa centrale. Essa scarica solo all’inizio e al termine di una sollecitazione presso via crescente (sensori di accelerazione o sensori PC). Per tale ragione i corpuscoli sono particolarmente sensibili alle vibrazioni, in cui direzione e velocità dello stimolo variano continuamente. Le lamelle, quindi, trasformano in modo meccanico la pressione in accelerazione. In poche parole i corpuscoli di Vater-Pacini sono sensori puri per le vibrazioni: rispondono solo a stimoli tattili che variano rapidamente, ma non a una pressione costante.
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