Introduzione
Il colesterolo, come tutti i lipidi, non è solubile in acqua, per cui per il suo trasporto nel sangue viene veicolato da proteine, chiamate apolipoproteine (APO). Il complesso formato dalle apolipoproteine, dal colesterolo, da trigliceridi e da fosfolipidi costituisce le lipoproteine, particelle relativamente voluminose che circolano nel sangue allo scopo di trasportare i grassi verso tutti i tessuti. In condizioni di digiuno (cioè quando si effettuano le analisi), il colesterolo presente nel sangue è per la maggior parte (60-75%) quello trasportato dalle LDL (Low Density Lipoproteins, lipoproteine a bassa densità, quello che viene comunemente chiamato colesterolo “cattivo”), per cui il dosaggio del colesterolo plasmatico totale è un indice, anche se approssimativo, del colesterolo LDL. Tuttavia, poiché una buona percentuale di colesterolo è trasportato anche da altre lipoproteine (VLDL e HDL), per una più esatta valutazione della colesterolemia è preferibile dosare le LDL. Questa modalità permette di distinguere il colesterolo LDL da quello HDL (High Density Lipoprotein, lipoproteine ad alta densità, il colesterolo “buono”).
In sintesi, le principali classi di lipoproteine-chilomicroni, sono:
- lipoproteine a bassissima densità (pre-b; Very Low Density Lipoproteins, VLDL);
- lipoproteine a bassa densità (b; Low Density Lipoproteins, LDL);
- lipoproteine ad alta densità (a; High Density Lipoproteins, HDL).
Iperlipoproteinemia
Con “iperlipoproteinemia” si indica qualunque alterazione del metabolismo lipidico che determini un aumento di alcuni o tutti i tipi di lipidi e/o lipoproteine nel sangue. Lo stesso concetto era un tempo indicato dal termine “iperlipidemia”. I disturbi sono spesso autosomici recessivi. L’alterazione si può manifestare come ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia o entrambe. Le cause sono diverse, essenzialmente legate ad un difetto genetico come quella tipo I (8p22) e IB (19q13.2), mentre nella prima riguarda la lipasi lipoproteica il difetto del secondo coinvolge l’apoliproteina C-II. La terapia consiste nel controllo della dieta seguita dal soggetto, per una diminuzione delle lipoproteine contenute nel sangue. Esistono diversi tipi di iperlipoproteinemia (per approfondire, segui il link della patologia che ti interessa):
- iperlipoproteinemia di tipo I
- iperlipoproteinemia di tipo II primitiva
- iperlipoproteinemia di tipo II secondaria
- iperlipoproteinemia di tipo III
- iperlipoproteinemia di tipo IV
- iperlipoproteinemia di tipo V
Ridurre i grassi nella dieta
I grassi saturi della dieta possono essere ridotti in quattro modi:
- Sostituzione dei grassi saturi con grassi monoinsaturi; ciò riduce i livelli di LDL senza alterare significativamente quelli di HDL.
- Sostituzione dei grassi saturi con grassi polinsaturi. Sebbene apparentemente possiedano un certo effetto indipendente sull’ulteriore riduzione dei livelli di LDL, i grassi polinsaturi possono ridurre significativamente i livelli di HDL quando vengono consumati in quantità eccessive.
- Sostituzione dei grassi saturi con carboidrati, che in alcuni casi aumentano i livelli di trigliceridi e spesso riducono i livelli di HDL.
- Raccomandazione di un regime dietetico per la riduzione di peso nei pazienti sovrappeso. L’obesità e l’assunzione di calorie in eccesso riducono i livelli di HDL e possono inoltre innalzare i livelli di LDL aumentando la velocità di secrezione delle VLDL, i precursori delle LDL. Spesso la scelta è dettata da preferenze culturali individuali.
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Lo Staff di Medicina OnLine
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